Autonomia differenziata: intervista Calderoli

Politica

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I Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti prendono atto, pronti a contrastarla ancora con forza, dell’intenzione ferrea del ministro Roberto Calderoli di chiudere in breve la micidiale partita dell’Autonomia Differenziata. 

L’intervista odierna del ministro sul quotidiano la Repubblica segue l’annuncio trionfale di qualche settimana fa dalle colonne del Corriere della Sera, in cui veniva resa nota la formazione della Commissione di esperti sui Lep, pur con una notevole diversità nei toni e nei contenuti fra le due comunicazioni. Il ministro formula infatti un messaggio probabilmente interno alla sua maggioranza – sia di chiamata alle armi dei suoi che di richiamo agli alleati – attraverso la consueta boutade “Senza Autonomia lascio la politica”.

Dai brandelli del suo discorso, ricostruiamo che la partita si gioca su tre binari connessi: definire i Livelli essenziali delle prestazioni; attuare tramite il DDL Calderoli quella parte del dettato costituzionale riformato nel 2001 che ha aperto il vaso di Pandora degli appetiti regionali (la possibilità di chiedere tutte e 23 le materie che il comma 3 del 116 dice possono essere attribuite alle regioni a statuto ordinario); infine, avviare nel 2024 le trattative Governo/Regioni. Queste, nella loro bilateralità esclusiva,  si configurano come un mero accordo tra esecutivi, ciliegina sulla torta di un processo di delegittimazione delle prerogative del Parlamento.

A complicare e peggiorare questo stravolgimento, la riforma presidenzialista o ipotesi affini.

In tutto ciò, il ministro rimanda al mittente l’accusa di deriva autoritaria, ben presente invece sia in queste riforme sia nei modi in cui si vogliono attuare

Roberto Calderoli non tarda a scoprire le carte del suo progetto di differenziazione: “le Regioni, che lo meritino e lo vogliano” devono poter gestire delle competenze “spendendo meno e meglio rispetto allo Stato”. E’ questo il terreno che mette tutti d’accordo: l’attacco alla condizione sociale di cittadine e cittadini attraverso i tagli al welfare e l’occasione rappresentata dal Pnrr di distribuire risorse alle proprie filiere politiche. Insomma, la gestione delle risorse come argomento che alla fine vincerà su tutti e che si potrà giocare, senza colpo ferire, sulla pelle delle persone.

La quadratura del cerchio su questo torna sempre.

Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti

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