Il Bari colpevolmente rinunciatario perde il primo round a Bolzano contro un inconsistente Sudtirol

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Foto SSC Bari

Fa male perdere così. Certo al ritorno basterà fare un golletto solo (ma occorre farlo), però perdere al 92′ è dura da digerire e alcuni nostri avversari nel corso del campionato ne sanno qualcosa, Suditorl incluso. Chi di 92′ ferisce di 92′ perisce verrebbe da dire ma il calcio è così.

Il Bari aveva impostato la partita in un certo modo, e forse questo è stato l’errore per quanto prevedibile alla vigilia, quello di accontentarsi del pareggio evitando grattacapi e fermando gli avversari in ogni giocata, e se vogliamo gli stava riuscendo, ma la tattica rinunciataria ha pesato moltissimo sull’economia del risultato per il Bari. La rinuncia a giocare è stata pagata a caro prezzo, del resto si sapeva della pericolosità del Sudtirol che riesce a far gol spesso nel finale.

Troppo rinunciatario il gioco impostato da Mignani, forse era il caso di impostare la gara per vincere sfruttando le qualità dei singoli, il tridente iniziale, ed invece ancora una volta Mignani ha preferito la prudenza che non ha pagato. E questa non è la prima volta che accade, sono tante, infatti, le gare impostate per non perdere e qualche volta è andata bene, limitando i danni col pareggio, altre volte è andata male con la sconfitta come oggi a Bolzano.

Sembrava una melina del Bari che ha toccato più palloni all’indietro che in avanti. Va bene una gara accorta, va bene la prudenza, però gli ultimi venti minuti rinunciatari non ci sono piaciuti affatto. Qualche avvisaglia c’è stata con quell’occasione di Mazzocchi che ha spaventato il Bari, i cambi non ci hanno convinto affatto, poi gli errori ulteriori di Mazzotta che ha messo in evidenza tutti i suoi limiti hanno completato la frittata, sua la responsabilità sul gol subito.

Non ci sono dubbi sul fatto che la squadra sia entrata in campo per lo 0-0 ma c’è un limite a tutto. Bisoli ha messo Rover e Casiraghi i giocatori più pericolosi alla fine, Mignani no. Folorunsho dov’era? Se era in panchina, e dunque arruolabile, non era forse il caso di fargli fare una mezz’oretta almeno? Ne avrebbe guadagnato in spinta e in progressione, ed invece l’allenatore ha preferito i soliti inconsistenti Botta e Benali. Tra l’altro il Sudtiorl era molto stanco e andare a due all’ora come ha fatto il Bari è stato un invito a nozze per gli altoatesini che hanno evitato il colpo di grazia. Se solo il Bari avesse cambiato atteggiamento, probabilmente staremmo parlando di una vittoria a tutto tondo per i biancorossi ed invece no.

Botta ha confermato l’assoluta inconsistenza ma questo ormai è un dato di fatto, lo andiamo dicendo da tempo, il giocatore non è più lo stesso da oltre un anno, posto che sia mai stato qualcuno prima, Schiedler non ci ha convinto (mai, per la verità, a volerla dire tutta) forse era il caso di mantenere Esposito, Benali non pervenuto, Antenucci pure ma da lui, un tantum, ci sta, Benedetti oggi ha giocato forse la peggiore partita da inizio torneo. Si, capita, lo sappiamo bene. Però, c’è sempre un però, ci sono i cambi che possono aiutare in tal senso. Cambi logici e non tanto per alleggerire la pressione.

Ora occorre trasformare la delusione in rabbia. Non è facile da smaltire questa sconfitta, la gara doveva avere un altro andamento, ora occorre rimboccarsi le maniche, si parte dallo svantaggio e bisogna rimontare.

Ora è importante riordinare le idee, serve vincere, non sarà facile ma bisognerà provarci assolutamente. In fondo il Sudtirol non ci è parso nettamente più forte del Bari, incredibile come non abbia fatto nemmeno un tiro in porta (come con la Reggina, del resto) e questo aumenta i rimorsi per il Bari. Se non altro, venerdì, Mignani sarà costretto a far scendere in campo una formazione votata all’attacco e non attendista e prudente.

Con un Sudtirol che, verosimilmente, si arroccherà in difesa davanti a Poluzzi, forse è il caso che Mignani cambi qualcosa tatticamente. Loro si esalteranno davanti a 60mila spettatori come fan tutte le avversarie che vengono a Bari, la vittoria al cospetto di uno stadio pieno non è automatica, anzi, lo dice la storia. Crediamo che bisogna giocarla diversamente dal solito con la mente fredda e una grande determinazione, con rabbia e furore agonistico senza perdere di vista il momento.

Massimo Longo

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