Le vicende che accadono , in questo nostro Stato definito di Diritto , sono contemporaneamente gravi ma suscitano anche una ilarità , che fuoriesce persino dai confini nazionali.
E’ la vicenda della gara del primo lotto dell’alta velocità Salerno/ Reggio Calabria . Primo lotto di 33 km da Battipaglia a Romagnano.
Attenzione nella normale razionalità primo dovrebbe far capire , che si inizia il progetto con quel ,lotto e invece no esistendo il lotto zero.
Costo del progetto tra i 22 e i 27 miliardi , interamente a carico dello Stato .
Storicamente a consuntivo per le ferrovie nel mondo si registra uno scostamento , in più dei costi del 40%.
La vicenda singolare e grave è ,che RFI ha indetto il bando di gara mesi fa mentre pendevano davanti al TAR del Lazio ricorsi, che contestavano il procedimento per quanto riguarda l’impatto ambientale, il bilancio del carbonio , l’analisi costi benefici , l’assenza di previsioni di traffico, in un contesto territoriale in calo demografico.
Inoltre attualmente la linea tirrenica è utilizzata nei tratti più carichi , per meno del 50% della capacità disponibile di 220 treni al giorno.
Linea tirrenica sulla quale il ministero ha finanziato il progetto di RFI, per 500 milioni di euro che ridurrà i tempi da Reggio a Roma di 20 minuti.
IL Tar del Lazio avrebbe dovuto pronunciarsi il 23 us , ma prima che ciò accadesse , RFI una società totalmente pubblica ha ignorato il pronunciamento di un potere dello Stato dichiarando il lotto assegnato al Consorzio di imprese composto da Webuild (capofila), Ghella, Impresa Pizzarotti & C. e TunnelPro.
IL TAR ha rinviato il pronunciamento nella terza decade di giugno e questa società RFI , invia una comunicazione di imminente attivazione delle procedure di esproprio.
Altro che Stato di Diritto , Principio di Separazione dei Poteri e Sovranità dello Stato .
La decisione di RFI di fregarsene del pronunciamento del TAR inaugura la deriva tecnocratica dello Stato.
Sono accadimenti come questi , che incrementano la disaffezione alle urne tale che vota un italiano su due , decretando la gravissima crisi della democrazia, in Italia.
Mi chiedo il cui prodest, sperperare 30 miliardi di euro su un progetto così folle ed esistendo la soluzione alternativa che farebbe risparmiare più dell’80% del costo di investimento.
IL progetto di questo primo lotto consolida la prassi delle lobby di avere i cantieri sempre aperti. Infatti il bando del solo 1 lotto è di euro 2.157.585 265 e le risorse PNRR sono pari ,a 1800 milioni di euro.
Considerato che le opere non si possono lasciare a metà , con l’annuncio dell’assegnazione al Consorzio Webuild , RFI in teoria condiziona il pronunciamento del TAR e inaugura un cantiere eterno.
Saranno gli italiani a finanziare queste insensate opere , orfane di qualsiasi valutazione specialmente ora, che si consolida l’intransigenza sul PNRR congiunta alle Raccomandazioni europee rappresentate dal superamento degli squilibri macroeconomici attraverso la limitazione della spesa primaria, a non più dell’1,3% del PIL nel 2024.
La Commissione consapevole di sbagliare chiede al Governo il rispetto del Patto di Stabilità ,in un momento di grave crisi , e con maggiore riduzione del deficit.
Arriva la Commissione a dirci che bisogna ridurre la spesa corrente.
Saranno colpiti ospedali, scuole, università.
Diventerà episodico ed eventuale , impiegare risorse su un lotto di 32 chilometri da completare.
Solo asini ed ignavi possono credere ,che questo lotto serve allo sviluppo del Sud !
Non è una novità poi che il livello di approssimazione ed omissioni di Linee Guida ministeriali e comunitarie è procedura normale nel progetto Salerno/Reggio Calabria con un costo variabile tra 22 e 27 miliardi , per servire in più al giorno 7 mila passeggeri e zero kg di trasporto merci.
L’obiettivo dei progetti realizzati e classificati “ alta velocità” è stato spostare traffico dalla strada alla ferrovia , e dopo 90 miliardi di euro spesi per le linee realizzate , la quota delle ferrovie espressa in passeggeri * Km è aumentata dello 0,6% !
Rispecchia l’andamento delle politiche di cambiamento modale che sono un costoso fallimento. La UE ha trasferito alle imprese ferroviarie negli ultimi 20 anni , più di mille miliardi di euro. Invariata per le persone la quota di mercato delle ferrovie in UE mentre si è ridotta la quota per le merci. Il costo per tonnellata di CO2 abbattuta grazie alle nuove linee AV è stimabile tra 850 e 7.770 euro: con le stesse risorse si potrebbero tagliare tra 16 e 150 tonnellate in altri settori dell’economia.
Si osservi che i trasferimenti sono pari a una volta e mezza il Recovery Plan.
Infine egregi esperti , 90 miliardi e il vero costo delle linee av realizzate non i 40 ,che spiattellate ! Ignorate gli interessi , il costo dei nodi, della infrastruttura aerea che alimenta il 2 * 25 Kv ca , gli elettrodotti dedicati da 132 Kv , il materiale rotabile, le compensazioni ambientali, la porcata dei derivati sottoscritti usando i soldi dei cittadini e caricando sulle loro spalle le perdite conseguite . L’Italia potrà sperare in un futuro quando una commissione parlamentare di inchiesta indagherà sui costi globali della tav compresi i derivati finanziari sottoscritti.