L’accoglienza è di tutti

Emigrazione & Immigrazione

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Il problema migranti è un problema di coscienza che riguarda tutto l’occidente e non solo l’Italia la quale non può diventare da centro mondiale dell’arte e della cultura a campo profughi dell’Europa, con tutto il degrado sociale ed umano che ne consegue. E’ un problema di coscienza che riguarda soprattutto quei Paesi del vecchio continente che da sempre hanno sfruttato e continuano a sfruttare le immense risorse dell’Africa con la complicità di governi locali corrotti e fantocci che per pochi spiccioli si svendono a danno dei propri popoli.  Dell’Africa e dei suoi popoli l’Occidente ha fatto scempio anche e forse di più dopo la decolonizzazione; la terra culla dell’umanità è diventata luogo dove attuare le più atroci sperimentazioni pseudo scientifiche, sempre sulla pelle di popoli inermi, luogo dove fomentare guerre per sostenere il mercato delle armi prodotte in occidente, dove poter sfruttare impunemente bambini ed adulti per lavori pesantissimi, mal retribuiti e pericolosi, terra da depredare di tutte le sue ricchezze soprattutto minerarie. Oggi questa terra d’Africa è derubata anche dei suoi stessi figli che sono ancora una volta vittime inconsapevoli dei piani di altri dai quali vengono convinti a lasciare il loro Paese per chissà quale vita e diventano così fonte di guadagno per associazioni, ong, scafisti e centri di accoglienza. Si è creata una vera “filiera” del migrante che è diventato un affare internazionale, tranne che per i cittadini italiani. Dietro questi falsi aiuti si nasconde soprattutto il proposito di privare l’Africa dei suoi giovani, della sua forza, per meglio sfruttarla e sfruttarli, diversamente si sarebbe promossa una politica internazionale di aiuti volta a renderli autosufficienti sfruttando le loro risorse, che ora, tramite concessioni statali, continuano ad arricchire società straniere. Privare l’Africa dei suoi giovani vuol dire per l’occidente manodopera quasi gratis perché là dove c’è molta richiesta di lavoro il prezzo del lavoro stesso diminuisce; inoltre, l’assenza dei giovani dalle loro terre porta ad uno sfruttamento incontrollato ed incontrollabile delle stesse da parte delle ricche società globaliste dell’occidente industrializzato perché le rivolte contro lo sfruttamento le fanno da sempre i giovani non i vecchi. La necessità di una qualità di vita migliore, il bisogno di formazione ed istruzione professionalizzante, insieme ad infrastrutture adeguate, sono le grandi sfide a cui le nazioni africane devono imparare a  rispondere se non vogliono continuare a perdere i loro giovani, il futuro; soprattutto queste nazioni devono capire che fuori dall’Africa i giovani vengono sfruttati forse ancora di più e molti si perdono nelle maglie della criminalità internazionale. L’Africa è giovane ed ha le materie prime, ma non ha ancora preso coscienza e consapevolezza di sé perché da troppo tempo si è lasciata gestire e manipolare da altri Paesi ed oggi si è aggiunto anche un nuovo soggetto che ne sfrutta il territorio: la Cina. Un esempio per tutti, la preziosa pianta del cacao, il cui nome significa “cibo degli dei”, cresce nelle foreste tropicali e pur essendo originaria del sud America, dell’Amazzonia,  oggi il settanta per cento della produzione mondiale è concentrato nella costa Ovest dell’Africa, quindi in Nigeria, Cameroon, Costa D’Avorio, Ghana. In teoria questi Stati potrebbero essere molto ricchi perché il mercato alimentare del cioccolato africano è il primo al mondo, nei fatti ai coltivatori va come guadagno solo il sei per cento del costo di una barretta di cioccolato, i bambini africani raccolgono la preziosissima bacca ma non assaggeranno mai il cioccolato. Tutto questo accade perché le regole del commercio mondiale le hanno scritte le “economie avanzate occidentali”che non pensano in alcun modo di cambiarle, anche se alcuni Stati africani hanno protestato contro le politiche sui prezzi portate avanti dalle multinazionali alimentari. Eppure una più equa distribuzione dei guadagni risolverebbe il problema della povertà, della malnutrizione, dello sfruttamento dei bambini e dei flussi migratori e per conseguenza si innescherebbe un processo di crescita sociale a tutti i livelli.

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