ROMA – “Il gran caldo di questi giorni rende impossibile lo svolgimento di molte attività lavorative svolte all’esterno e in condizioni particolarmente disagiate.
Pensiamo al lavoro nei cantieri, nei campi, nei settori della logistica e dei trasporti dove arrivano quotidianamente notizie di malori e purtroppo anche di decessi legati alle temperature torride che sono destinate a continuare almeno fino a fine mese.
Sono necessarie quindi azioni immediate che prevedano l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, e contestualmente il pieno funzionamento del regime della sorveglianza sanitaria anche nei luoghi di lavoro chiusi, dove le temperature raggiungono picchi che spesso superano i 30 gradi.
Alla Ministra Calderone chiediamo come CSE di attivare tutte le iniziative necessarie, anche tramite la stipula di uno specifico protocollo congiunto tra il Ministero del Lavoro, le confederazioni sindacali e le associazioni datoriali, che regolamenti in modo puntuale le azioni da porre in essere a tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ma la situazione purtroppo non è limitata come parrebbe solo ai settori più direttamente esposti alla calura.
L’emergenza caldo sta portando, ormai da giorni, ad un vero e proprio blackout di numerosi uffici pubblici della capitale, che scontano decenni di abbandono e di incuria. Il Tribunale e la Procura di Roma, due tra le strutture più importanti d’Europa, sono stretti nella morsa del caldo, con udienze bloccate per la mancata disponibilità delle aule di udienza e numerosi casi di malore tra il personale”, spiega Marco Carlomagno, segretario generale della Confederazione CSE. E prosegue: “Le cause sono, purtroppo, ben note: condizionatori rotti, scarsa manutenzione, uffici non adeguati e privi dei più moderni sistemi di condizionamento”. La problematica, come denunciano i nostri delegati sindacali e le RSU, riguarda in modo significativo anche gli Uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate a Trastevere, sulla Tuscolana, sull’Aurelia e sulla Prenestina, la sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy in zona Eur, l’Istituto per il Commercio con l’Estero e, ironia della sorte, lo stesso Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dove abbiamo chiesto l’autorizzazione al lavoro agile generalizzato proprio per fare fronte alla situazione di forte disagio del personale.
Aggiunge Carlomagno: “L’eccezionale ondata di caldo non deve trarre in inganno: la stessa situazione si ripete anche ogni inverno, quando è il freddo a costituire il problema, aggravato da uffici inadeguati e vetusti – e conclude – Non basta, quindi, limitarsi a modernizzare le strutture e a digitalizzare i processi, per riformare le PA. È imperativo anche che si intervenga in modo organico sugli edifici, con un’operazione strutturale che, da una parte, ammoderni e metta in regola quelli storici e, dall’altra, ne individui di nuovi in cui, a differenza di quelli costruiti negli anni Settanta, siano coniugate vivibilità ed efficienza energetica e che siano facilmente raggiungibili per cittadini e personale”.
Dopo gli sciagurati anni dei tagli lineari della spending review e la cartolizzazione degli immobili pubblici, il patrimonio edilizio degli Uffici pubblici è in mano ai privati che da un lato periodicamente ne alzano i canoni di locazione e dall’altro non assicurano in gran parte dei casi la corretta manutenzione.
“Riteniamo”, conclude Carlomagno, “e questo sarà oggetto di una specifica richiesta alla cabina di regia, che nell’ambito della riscrittura di alcuni degli obiettivi del PNRR, il Governo inserisca l’acquisizione e la riqualificazione degli immobili destinati agli Uffici pubblici. Un’operazione certamente in linea con il PNRR perché coniugherebbe i nuovi investimenti, al contributo in termini ambientali ed energetici connessi ad edifici a norma e ecologicamente aggiornati, già dotati di tutte quelle infrastrutture anche digitali e tecnologiche necessarie per un’amministrazione moderna ed efficiente.”