Energia Popolare comincia a darsi una struttura a Cesena, dove Stefano Bonaccini ha riunito i big della ex mozione, da Pina Picierno a Piero Fassino, passando per Lorenzo Guerini, punto di riferimento dell’area più critica nei confronti della segreteria
AGI – Il fronte interno di Elly Schlein ha da oggi un nome: Energia Popolare comincia a darsi una struttura in quel di Cesena, dove Stefano Bonaccini ha riunito i big della ex mozione, da Pina Picierno a Piero Fassino, passando per Lorenzo Guerini, punto di riferimento di Base Riformista, area più critica nei confronti della segreteria. “Siamo tutti orgogliosamente parte della stessa squadra”, ha detto ieri Schlein intervenendo alla kermesse.
Energia Popolare
Una apertura di credito che, tuttavia, si è scontrata con alcuni passaggi rimasti indigesti alla minoranza dem: da una segreteria disegnata a immagine e somiglianza della leader e “senza una vera condivisione”, come accusano dalla minoranza dem, agli uffici di presidenza dei gruppi parlamentari, in cui si è proceduto alla sostituzione degli esponenti di Base Riformista.
L’ultimo ‘incidente’ è di poche ore fa: la scelta della segretaria di sostituire Gianni Cuperlo con Nicola Zingaretti alla guida della Fondazione Pd fa dire a fonti della minoranza che ci si trova di fronte a una “vendetta” nei confronti di Cuperlo, colpevole di essersi candidato contro Schlein, strappandole consensi a sinistra.
L”incidente’ Cuperlo
“Nessuna vendetta”, rispondono fonti vicine alla segretaria, “solo un normale avvicendamento dovuto al cambio della segreteria”. Fatto sta che, anche questa mattina, a Cesena non sono mancati riferimenti al bisogno di maggiore pluralismo nelle scelte del partito.
Il refrain ripetuto in tutti gli interventi è che “nessuno vuole minare la segretaria”. Refrain seguito da alcuni ma: “Il pluralismo non è mai un peso, ma è un sentiero per unire il consenso”, sottolinea Cuperlo, “la nuova segretaria ha la capacità di governare questa ricchezza, può e deve farlo”.
C’è la necessità di “costruire un’area politico-culturale nel partito che sia organizzata. Il periodo richiede un dibattito vero all’interno del Pd. Non c’è nessuno autosufficiente nel dare risposte. C’è una complessità”, e ci viene chiesto di “raccoglierla”, sottolinea Guerini rivolgendosi a Bonaccini, “e ci viene chiesto di interpretarla”.
Il presidente dell’Emilia-Romagna, che più volte ha assicurato di “non volere segare il ramo di Schlein perchè è il ramo su cui siamo tutti seduti”, promette che raccoglierà i suggerimenti e, sul tema delle alleanze, sottolinea la necessità di una “alleanza democratica” per battere le destre. Il tema rimane infatti il rapporto con il M5s o quello con Carlo Calenda e Matteo Renzi nel futuro del Pd.
Dai riformisti no al dialogo con Conte
I riformisti continuano a vedere come fumo negli occhi il dialogo con il partito di Conte, strada che invece lascia aperta Elly Schlein. E anche Bonaccini mostra di credere nella possibilità di costruire un fronte molto largo: “Anche con gli amici del Movimento 5 stelle e del Terzo polo c’è un sentire comune che può unirci in una battaglia che non prefigura domattina alleanze politiche nel paese, ma potrebbe dimostrare come una alternativa a questa destra è già possibile”.
Salario minimo madre di tutte le battaglie
Il tutto mentre Schlein cerca di alzare il tiro sul governo. Il salario minimo è ‘la madre di tutte le battaglie per la leader dem che ha messo inciampo una proposta di legge unitaria con le altre opposizioni e, in second’ordine, una raccolta firme per tornare all’attacco con una proposta di iniziativa popolare.
Nel mezzo c’è l’emendamento soppressivo della maggioranza. Schlein, forte anche dei rumors che parlano di un ammorbidimento di Meloni nei confronti di questa misura. “Sono felice di leggere oggi che ci sarebbe un’apertura da parte della presidente del Consiglio al nostro appello a un confronto nel merito su questa proposta unitaria delle opposizioni”, dice Schlein partecipando agli stati generali del Socialismo.
Poi, la segretaria rilancia: “Se è davvero così, allora la maggioranza ritiri l’emendamento soppressivo e discutiamo. Io sono disponibile a un incontro anche domattina con lei e con il governo. Un incontro in cui spiegare che la nostra proposta va proprio nella direzione di rafforzare la contrattazione collettiva”.