L’ipotesi di reato è di uccisione di animale per crudeltà o senza necessità. Nominato l’esperto di balistica, Paride Minervini, per tracciare l’esatta traiettoria del colpo di fucile
foto © G. Mancori
– L’orsa Amarena con i suoi cuccioli
AGI- La Procura della Repubblica di Avezzano ha notificato un avviso di garanzia ad Andrea Leombruni, il 56enne di San Benedetto dei Marsi accusato di aver sparato un colpo di fucile nella notte tra giovedì e venerdì all’orsa Amarena simbolo del Parco Nazionale dell’Abruzzo-Lazio e Molise.
Contestualmente il pm Maurizio Maria Cerrato, titolare del fascicolo ha nominato l’esperto di balistica, Paride Minervini, per tracciare l’esatta traiettoria del colpo di fucile che ha ucciso l’orsa Amarena rispetto alla posizione dell’indagato.
L’esperto si era già occupato dell’uccisione dell’orso a Pettorano sul Gizio, avvenuta nel 2014 sempre per un colpo di fucile: il responsabile, un ex operaio Anas, fu condannato. In passato Minervini si è occupato di casi, dall’omicidio di Nicola Calipari in Iraq a quello della giornalista Ilaria Alpi in Somalia, fino alla vicenda di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso da un agente di polizia.
Domani verrà conferito un incarico per l’esame autoptico sulla carcassa dell’orsa, che si trova nell’Istituto zooprofilattico regionale, sede di Avezzano. Altro accertamento irripetibile. L’incarico sarà affidato a Rosario Fico, responsabile del Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria dell’Istituto zooprofilattico Lazio e Toscana, e a Stefania Salucci, responsabile della sede avezzanese dell’Izs. I legali di Leombruni potranno a loro volta nominare dei consulenti, sia per la necroscopia che per gli accertamenti balistici. Al momento, per la Procura, parte offesa è il Parco.
Indagato presenta denuncia per minacce
“Ti uccidiamo”, “Farai la stessa fine dell”orsa”, “Anche la tua famiglia è in pericolo”. Queste e tante altre le minacce arrivate al telefono di Andrea Leombruni. L’uomo accompagnato dal suo avvocato, Berardino Terra del Foro di Avezzano ha denunciato presso la stazione carabinieri le minacce di morte ricevute nelle ore successive all’episodio.
Il suo difensore, fortemente preoccupato, sottolinea che Leombruni è distrutto per quanto accaduto, “non voleva uccidere il colpo è partito istintivamente. Ora teme per la sua vita e per la sua famiglia. In queste ore sono arrivate telefonate minatorie”. Fuori l’abitazione dell’indagato (luogo in cui si è verificata la morte del plantigrado) fin dalle prime ore è presente un’aliquota dei carabinieri proprio per evitare gesti pericolosi di chi anche sui social grida vendetta.
Proseguono ricerche per catturare i due cuccioli
Forestali e Guardiaparco continuano in modo incessante nel tentativo di rintracciare e catturare i cuccioli di Amarena per metterli in salvo (con gabbie ed esche, ndr). I cuccioli sono stati avvistati, ma non è facile prelevarli perché sono troppo giovani per essere narcotizzati.
La presenza, infatti, di troppe persone che si stanno recando sul posto, rende più complicata l’operazione di cattura. L’invito rivolto a tutti (il sindaco di San Benedetto dei Marsi ha già emanato una ordinanza in tal senso) è di non recarsi nella zona senza giustificato motivo: il modo migliore di contribuire al ritrovamento e alla messa in sicurezza dei cuccioli è quello di lasciar lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili”.
Annullato il sit-in degli animalisti
Il sit-in previsto oggi a San Benedetto dei Marsi per protestare contro l’uccisione dell’orsa Amarena, è stato annullato. Lo fanno sapere i carabinieri. La manifestazione era stata promossa col titolo ‘Giustizia per mamma orsa Amarena’ da uno dei più noti animalisti italiani, Enrico Rizzi. Con oltre mezzo milione di seguaci sui social, aveva promosso ieri l’iniziativa con una locandina che sta girando sui social ricevendo a quanto pare numerose adesioni.
Batuffoli imbevuti dell’odore di mamma Amarena per catturare i cuccioli
Una task Force composta da carabinieri forestali, Guardia parco, veterinari ed esperti sta pensando di fare un tentativo utilizzando le reti, per la cattura gli esemplari
Operazione che però può essere fatto solo al calare del buio. Invece, un primo tentativo di prelevarli è purtroppo fallito: è stata predisposta una gabbia-trappola con esche all’interno. Cibo, ma anche batuffoli imbevuti dell’odore di mamma Amarena. La commistione nell’area di odori di più soggetti può avere infastidito e impaurito i cuccioli.
Su un muro vicino l’abitazione del 56enne di San Benedetto dei Marsi, indagato per aver ucciso a fucilate l’orsa è comparso un murales che raffigurato la Morte che imbraccia un fucile da caccia accompagnato dalla scritta ‘Giustizia’. La scoperta del murales è avviene a poche ore di distanza dalla presentazione da parte dell’uomo di una denuncia per minacce.
L’indagato fin dal momento della sua individuazione da parte dei carabinieri forestali quali autore dell’uccisione dell’orsa simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo è stato fatto oggetto soprattutto sui social di dure minacce, anche di morte. Alcuni non si sono fatti alcuno scrupolo nel pubblicare la foto dell’uomo e del suo indirizzo, costringendo i militari dell’Arma anche nel predisporre servizi di vigilanza armata fuori l’abitazione.