Il museo nazionale del Bardo, gioiello del patrimonio tunisino, ha riaperto le sue porte al pubblico il 14 settembre 2023, accogliendo numerosi visitatori e turisti tunisini e stranieri, due anni dopo la chiusura disposta nel luglio 2021.
Il Bardo, il più grande museo della Tunisia con le sue collezioni di rari mosaici, installato in un ex palazzo del Bey di Tunisi del XIX secolo, era rimasto chiuso sin dal mese di luglio del 2021 asseritamente per lavori di riqualificazione disposti dal Ministero della Cultura tunisino.
Di fatto il museo, che è situato nella Capitale nella stessa area dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo, venne chiuso dopo che le attività del Parlamento erano state sospese dal presidente della Repubblica Kais Saied, che assunse i pieni poteri il 25 luglio 2021.
Come riportato sul quotidiano tunisino La Presse del 14 settembre 2023, “diverse aree sono state ampliate, consentendo di ridistribuire le collezioni del museo e di esporre altri reperti” ha dichiarato alla stampa Fatma Naït Yghil direttrice del museo, che si è detta “orgogliosa del lavoro svolto”. La direttrice ha anche aggiunto che “la protezione civile e le unità di polizia sono ora dispiegate per garantire la sicurezza dei visitatori”.
Infatti il museo del Bardo il 18 marzo 2015 era stato purtroppo teatro di un sanguinoso attacco del terrorismo estremista religioso contro i visitatori che provocò la morte di 21 turisti stranieri e di un poliziotto tunisino intervenuto assieme ai colleghi per ripristinare l’ordine pubblico e reprimere il crimine.
Al piano terra l’eccidio del 2015 è ricordato da una lapide esposta accanto alla statua di marmo della dea romana della pace, la “Concordia”.
Già un’ora dopo la riapertura, ha segnalato La Presse, il museo stava già accogliendo un centinaio di visitatori, tra cui diversi turisti.
Come é dato leggere dal sito internet del Museo nazionale, dal 2004 è in corso un programma di inventario informatizzato delle collezioni, utilizzando la banca dati “Virgile” fornita dalla Divisione Sviluppo Musei. La digitalizzazione della collezione di negativi su lastre di vetro, che costituiscono la principale testimonianza della storia del museo e dello stato dei siti culturali tunisini, è tuttora in fase di completamento e permetterà una divulgazione dettagliata e in ampia scala dei tesori archeologici e storico-culturali custoditi nel palazzo del Bey.
Nel periodo 2009-2014 è stato attivato un partenariato con il Museo del Louvre ai fini del restauro e della presentazione della collezione di sculture romane del Museo Nazionale del Bardo, con un accordo che prevede lo scambio di mostre tra i due musei.
Le mostre “Mémoire à la carte” e “Magie d’ambre” sono state presentate al pubblico in occasione del 120° anniversario del Museo Nazionale del Bardo celebrato nel maggio 2008.
Le collezioni del Museo Nazionale del Bardo sono state esposte in varie città del mondo, e in particolare a Karlsruhe (Germania) nelle mostre: “Annibale ad portas” nel 2004, “Sejnane, terra di una tradizione millenaria” nel 2005, “Vandali, eredi dell’Impero” nel 2009, e a Los Angeles per la mostra “Stories in Stone, conservare i mosaici dell’Africa romana” nel 2006; e all’Institut du Monde Arabe di Parigi per le mostre “I Fenici e il Mediterraneo” nel 2007 e “Le luci di Kairouan” nel 2009.
Comprensibilmente, questo processo positivo si è poi bloccato dopo il tragico eccidio del 2015, anno terribile per la Tunisia e i suoi visitatori perché il 26 giugno vi fu poi un secondo attentato dagli affetti ancora più gravi, ai danni dei turisti di un grande albergo sulla spiaggia a Sousse: morirono in quell’occasione sotto i colpi di armi da fuoco ben 38 persone.
Ora la riapertura del Bardo, dopo l’ondata terroristica che tanto ha messo in crisi, assieme al turismo e all’ordine pubblico, l’economia stessa della Tunisia travolta dalla fuga dei visitatori stranieri verso altri lidi, porta di nuovo un po’ di ottimismo. Accompagnato, ovviamente, da serrati controlli di polizia e importanti misure di sicurezza.
Vale sicuramente la pena di visitarlo, perché fra i musei archeologici non teme rivali.