Cosa indica ciascuna bandiera nella Formula 1?  

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Le innovazioni nel mondo dello sport sono sempre all’ordine del giorno, ma fortunatamente ci sono ancora delle cose che con il passare del tempo non cambiano mai. Tra queste rientrano le bandiere della Formula 1, che dal 1963 ad oggi hanno sempre mantenuto le stesse identiche fantasie e gli stessi colori. In una realtà sempre più tecnologica le bandiere non danno un senso di modernità, ma si tratta di strumenti ancora potentissimi tra le mani dell’esercito dei commissari in gara. Innovazioni tecnologiche ce ne sono state e anche tante, basti pensare ai pannelli luminosi, ai segnalatori GPS, ai pulsantini e alle varie spie, ma l’iconocità delle bandiere della F1 non ha prezzo, tanto che sono state addirittura inserite tra le emoticon dei social network.

La bandiera a scacchi  

La più nota tra tutte le bandiere di cui vi parleremo oggi è senza ombra di dubbio quella a scacchi, che sulla base di diverse testimonianze è stata sventolata per la primissima volta agli inizi del ‘900. Si tratta di una bandiera che sta nella testa e nel cuore di qualsiasi pilota, perché è quella che viene sventolata davanti agli occhi del vincitore sulla linea del traguardo, come accaduto a Max Verstappen nel Gran Prix di Monza. Tuttavia, nel corso della storia di questo sport è capitato di vedere la famosissima bandiera a scacchi sventolata in anticipo rispetto alla fine reale della gara: parliamo di Argentina 1978, Gran Bretagna 1985, Cina 2014 e 2018, Giappone 2019. La bandiera a scacchi ha un potere così grande che anche se sventolata in anticipo, nel momento in cui viene esposta la gara può considerarsi definitivamente terminata.

La bandiera gialla  

Passiamo dalla bandiera più famosa a quella che invece viene usata più frequentemente: la bandiera gialla. Quest’ultima, esposta da sola o con una sua gemella, sta ad indicare la presenza di un qualsiasi pericolo all’interno del tracciato, per questo motivo nel momento in cui viene sventolata tutti i piloti sono assolutamente costretti a rallentare. Nel caso in cui ci dovesse essere solo una bandiera gialla, i piloti sarebbero obbligati semplicemente a rallentare, mentre in caso di doppia bandiera gialla questi ultimi si vedrebbero costretti a rallentare in maniera significativa e ad essere pronti a fermarsi o addirittura a cambiare direzione. La bandiera gialla viene esposta anche durante i regimi di Safety Car e Virtual Safety Car.

La bandiera verde  

La bandiera verde segue quella gialla, proprio perché nel momento in cui viene esposta sta ad indicare una situazione di cessato pericolo, motivo per cui i piloti sono a quel punto liberi di riprendere normalmente la gara. La suddetta bandiera viene sventolata all’inizio di ogni sessione di gara e al termine di ogni regime di bandiera gialla, compresa quindi Safety Car e Virtual Safety Car.

La bandiera rossa  

Le tre bandiere di cui vi parliamo successive a quella a scacchi compongono proprio un semaforo, caratterizzato dal colore giallo, verde e rosso. Le regole sono le stesse: se con il giallo si rallenta e se con il verde si procede normalmente, con il rosso ci si ferma. Nel caso in cui dovesse essere esposta la bandiera rossa, infatti, i piloti sarebbero costretti a fermarsi e a tornare ai box. Qui anche i pronostici e gli esiti delle scommesse risultano essere più incerti, perché le distanze tra i piloti si annullano. Le cause possono essere un pericolo all’interno del tracciato, un peggioramento significativo delle condizioni meteorologiche o un incidente.

La bandiera blu  

Una delle bandiere più odiate dai piloti è la bandiera blu, che viene sventolata nel momento in cui uno dei piloti viene doppiato ed è quindi in ritardo di un giro rispetto a colui che sta comandando la gara. Colui che viene doppiato, in questo caso, si vede costretto a favorire il sorpasso e non può e non deve in nessun modo, quindi, ostacolarlo o combattere per mantenere la posizione. Nel caso in cui la bandiera blu dovesse essere ignorata per più di 3 volte, allora si trasformerebbe in una penalità, come accaduto nel 2021 a Nikita Mazepin a Portimao.

La bandiera a strisce giallorosse  Se le bandiere che abbiamo visto fino ad ora imponevano degli obblighi o dei divieti ai piloti, quella di cui vi parliamo adesso ha una funzione completamente diversa. La bandiera a strisce giallorosse, infatti, ha come unico scopo quello di segnalare ai piloti delle condizioni particolari del tracciato. Un esempio pratico in questo senso è l’asfalto scivoloso in un determinato punto della pista a causa delle condizioni meteorologiche o a causa della perdita di liquidi da parte di qualche vettura.

La bandiera bianca  

Non sta ad indicare che qualcuno si è arreso, la bandiera bianca, infatti, indica la presenza di un veicolo lento in pista. Quest’ultimo può essere una gru, una medical car che sta prestando soccorso ad un pilota o una vettura in gara che ha subìto un incidente e che sta rientrando lentamente ai box.

La bandiera nera con cerchio arancione  

Piuttosto rara, la bandiera nera con cerchio arancione presenta anche un numero che si riferisce alla vettura che si vuole segnalare, magari proprio perché quest’ultima presenta un problema. Nel momento in cui una monoposto subisce un incidente, infatti, può perdere pezzi, averne alcuni in equilibrio precario o non disporre comunque dei requisiti adatti per garantire la sicurezza alla guida, in questo caso il pilota della vettura interessata si vede costretto a rientrare ai box.

La bandiera bianconera  

Per spiegare la bandiera bianconera si può fare un semplice paragone con il calcio, proprio perché questa bandiera equivale ad un cartellino giallo, ad un’ammonizione. Quest’ultima scatta nel momento in cui un pilota effettua una scorrettezza per attaccare, sorpassare o per difendere la posizione da un pilota avversario. In caso di ulteriore scorrettezza, viene sventolata la bandiera più temuta da tutti i piloti.

La bandiera nera  

Quando parliamo della bandiera più temuta da tutti i piloti, parliamo proprio della bandiera nera, che in realtà non viene sventolata dal lontano 2007, quando Giancarlo Fisichella e Felipe Massa furono squalificati dal Gran Premio del Canada per essere usciti dalla pit-lane nonostante la luce ancora rossa del semaforo. Come la bandiera bianconera e quella nera con cerchio arancione, anche la bandiera nera è accompagnata da un numero che si riferisce alla vettura segnalata. Il pilota di riferimento in questo caso deve immediatamente rientrare ai box e ritirare la vettura dalla competizione.

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