Giuseppe Cipelli: Volontario di Guerra e Fotografo del Monte Carone

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La straordinaria vita di Giuseppe Cipelli, un patriota italiano che ha servito la sua patria come volontario di guerra durante la Prima Guerra Mondiale e ha catturato la drammaticità del conflitto attraverso la sua passione per la fotografia.

Nel 1912, un giovane italiano di nome Giuseppe Cipelli, nato nel 1890, si unì ai ranghi dei volontari di guerra, desideroso di servire la sua amata patria e saldare un debito con essa. Questo atto di devozione alla nazione lo avrebbe portato in un viaggio attraverso la Prima Guerra Mondiale, una storia di coraggio, sacrificio e passione per la fotografia che avrebbe lasciato un’impronta duratura.

Dopo essersi arruolato come volontario, Giuseppe Cipelli fu assegnato alla 6ª Divisione Speciale e inviato a Rodi. Tuttavia, il richiamo alla patria lo portò a fare ritorno in Italia alla fine dell’anno. Nel frattempo, nel 1914, l’Europa era sull’orlo di una delle guerre più devastanti della storia, e Cipelli non poteva stare lontano dal dovere. Fu richiamato nel mese di agosto e assegnato al prestigioso 1° Reggimento Bersaglieri.

Scoppiata la guerra, Cipelli fu inviato in una zona cruciale, la Valle di Ledro, il 22 aprile 1916. Qui, prese il comando di un reparto di artiglieria armato con cinque mitragliatrici Gardner. La sua missione era di fornire supporto al 40° Fanteria, posizionato sulle quote 500 e 809 dello Sperone – San Giovanni e sul monte Nodic. In questo periodo, il suo impegno e il suo valore furono riconosciuti e fu nominato sindaco del paese di Biacesa, anche se la popolazione locale era stata evacuata già nel maggio 1915.

Rimase a Biacesa, dove i vari comandi avevano stabilito la loro sede, fino all’agosto del 1916. Successivamente, il suo reparto fu trasferito sul monte Carone, dove assunse il comando della 379ª batteria del 132° Gruppo di Artiglieria. Fu in questo momento che Cipelli fu promosso a tenente.

Il monte Carone, con il suo panorama grandioso, divenne un punto cruciale per il controllo del settore. Fu trasformato in un imponente complesso militare, con alloggi per le truppe e depositi, tutto mirato a sbarrare la strada alle potenziali offensive nemiche.

Ma la vera passione di Giuseppe Cipelli non era solo il servizio militare; era anche un appassionato fotografo. Durante la sua permanenza sul monte Carone, documentò la vita militare e la drammaticità del fronte attraverso la sua macchina fotografica. Queste immagini preziose testimoniano la realtà della guerra e catturano la quotidianità dei soldati italiani impegnati in una lotta disperata.

Cipelli rimase sul Carone fino al luglio 1918, un periodo in cui considerò la montagna una sorta di piccolo paese ricco di comodità. Successivamente, assunse altri incarichi nella stessa zona, ma alla fine del conflitto fu assegnato a una batteria antiaerea ad Avigliana, vicino a Torino. Ricevette il congedo nel settembre del 1919.

Dopo la guerra, Cipelli intraprese diverse carriere, vendendo macchine ed attrezzi per caseifici prima di diventare un assicuratore nel 1935. Nel 1940, si sposò con Alessandra Conni e insieme ebbero un figlio, Carlo.

Giuseppe Cipelli non solo ha servito la sua patria con coraggio in tempo di guerra, ma ha anche lasciato un prezioso tesoro di fotografie che ci permettono di rivivere la sua straordinaria esperienza. La sua vita è un esempio di dedizione e passione, un testimone di un’epoca segnata dalla Prima Guerra Mondiale e dalla capacità umana di affrontare le sfide più difficili con determinazione e risolutezza. Morì nel 1970.

Fonti:

S.A.T. Sezione di Arco – Società degli Alpinisti Tridentini (satarco.it)

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