L’Opinione di Roberto Chiavarini
Oggi, 8 Ottobre 2023, ricorrono i 105 anni dalla più grande impresa bellica, compiuta da un solo Militare in una azione di Guerra.Vi parlo del Famoso Eroe, il Sergente York, Soldato Statunitense nella Prima Guerra Mondiale.
Era l’ultimo anno della Grande guerra, l’8 ottobre 1918, quando nella Foresta delle Argonne in Francia, un oscuro caporale statunitense, compì una solitaria quanto straordinaria azione militare, catturando 132 soldati tedeschi.ù
Chiederete a voi stessi: e beh?
La cosa straordinaria fu che, il Sergente York, era dotato solo di un fucile ed era un franco tiratore.
La sua vita, ispirò un famoso film statunitense “il sergente York”, di Howard Hawks, con Gary Cooper e fu prodotto nel 1941, quindi nell’anno in cui gli Usa entrarono nel conflitto mondiale, dopo l’attacco di Pearl Harbor.
Il film, dunque, parla della vita dell’Eroe statunitense protagonista nella parte finale della Prima Guerra Mondiale, tale Alvin York, e, quel film, fu un grande successo, con 10 designazioni ai premi Oscar, che comportarono anche una statuetta per Gary Cooper, che interpretava, appunto, il Sergente York.
IL CANOVACCIO DELLA VITA DEL SERGENTE YORK, DIVENTA UN FILM
La sceneggiatura del film, ricostruisce la vita di Alvin York (Il Sergente York), un povero ragazzo del Tennessee, un tiratore eccezionale, ma incline al bere, rissoso e pronto alla lotta libera coi suoi compagni di avventura.
York, in realtà, subisce un risveglio religioso, quando viene colpito da un fulmine durante un temporale notturno.
Dunque, è proprio il caso di dire che, la sua vita, gira intorno alla sua folgorazione.
Dopo quella esperienza traumatica, York giura di non arrabbiarsi mai più con nessuno, ovvero di diventare più attento verso il “prossimo”, assistito nel suo percorso spirituale e della sua redenzione, dal “Pastore” Rosier Pile, ovvero promettendo a sé stesso di essere anche un buon marito e di provvedere e proteggere la sua fidanzata Gracie Williams e, con lei il progetto di formare una Famiglia.
Naturalmente, York, così segnato dal destino, cerca di evitare l’arruolamento nell’esercito Americano, impegnato in Europa nella prima guerra mondiale e, ciò, a causa della sua coscienza e delle sue convinzioni religiose che, oramai, hanno preso il sopravvento nella sua esistenza ma, purtroppo per lui, viene arruolato comunque.
Arrivato al campo militare, durante l’addestramento di base, i suoi superiori scoprono che, York, è un tiratore fenomenale e decidono di assegnargli il grado di caporale.
Ma, York, non vuole aver niente a che fare con le armi e con la guerra.
Il Maggiore Buxton, il suo Comandante, comprende il suo stato d’animo e gli regala un Libro dal Titolo “Storia” (un libro sulla storia degli Stati Uniti) e gli dà un congedo temporaneo, nella speranza che York possa riflettere sul bene che può derivare dalla sua partecipazione alla guerra, soprattutto dopo la lettura di quel libro.
York, si dimostra titubante nell’affrontare la lettura consigliatagli dal suo Maggiore, il quale, per tranquillizzarlo, gli dice che se lui dovesse decidere di non tornare più nell’esercito, dopo quel momento di pausa e di riflessione, gli avrebbe concesso il congedo definitivo.
Così, York, un giorno, mentre è in campagna seduto vicino a una quercia secolare e legge, suo malgrado, il libro regalatogli dal suo Comandante, improvvisamente vede il che vento soffia sulla sua Bibbia che porta sempre con sé e che, in quel momento, è appoggiata sull’erba di fianco alle sue gambe distese.
Le pagine della Bibbia cominciano a sfogliare velocemente, una dopo l’altra, e si fermano improvvisamente, e come per miracolo, su una pagina in particolare, quella dove un passo recita: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.
York, torna al campo militare e comunica ai suoi superiori che ha deciso di servire il suo Paese, lasciando la questione morale nelle mani di Dio, anche se non è del tutto convinto che, la Bibbia, permetta agli uomini di poter uccidere i loro simili, sia pure per un fine giusto.
La sua Unità Militare, viene spostata in Francia, dove partecipa ad un attacco durante l’offensiva della Mosa-Argonne.
York, perde ogni dubbio inibitorio, nel momento in cui vede i suoi compagni morire intorno a lui.
A causa del gran numero di vittime, il caporale York, si trova improvvisamente ad essere l’unico graduato ancora in vita e, quindi, si mette a capo degli uomini sopravvissuti.
Studia come muoversi dietro le linee tedesche e, successivamente, spara sul nemico e i 132 tedeschi superstiti, vista la precisione del suo tiro, abbandonano le armi per terra e, in fila indiana, alzano tutti le mani in aria, in segno di resa.
Grazie alla vittoria riportata, York diventa un Eroe nazionale e viene insignito della Medaglia d’Onore del Congresso.
Il ragazzo, spiega, in seguito, che ha agito in quel modo, solo per poter accelerare la fine della guerra e, così, di ridurre al minimo il numero di vittime (fonte Internet).
Ahhh … questi americani che vogliono sembrare sempre eterni Eroi.
Eroe, per soli 132 tedeschi catturati con un fucile?
L’ALTRA PARTE DEGLI EROI
Ahhh … questi americani che vogliono sembrare sempre eterni Eroi.
Eroe, per 132 tedeschi catturati con un solo fucile?
Pensate che, qualcuno in Italia, di recente, ha messo al fermo domiciliare quasi 60 milioni di italiani che hanno alzato le mani al cielo (in senso figurato, più per invocare un intervento divino che per altro) e si sono ritirati nelle proprie abitazioni, “arresi” alla emergenza paventata dalle Autorità Sanitarie mondiali di un imminente pericolo da parte di un nemico invisibile (al contrario del Sergente York che era visibile, eccome) e, ciò, senza che quel “qualcuno” utilizzasse un’arma da fuoco e, quindi, senza sparare un solo colpo, ma solo DPCM a mitraglietta (a torto e/o a ragione, poco importa).
Anche se, alcuni scienziati, definivano la contagiosa pandemia, come e peggio della Guerra Mondiale, tanto che poi, sulla scena italiana, comparve un Generale a condurre le operazioni necessarie a contenere le turbolenze di chi contestava tali decisioni.
Beh, quel “Qualcuno” passerà sicuramente alla Storia, oscurando il mito del Sergente York.
Sono certo che, prima o poi, un Regista di Fama, dedicherà sicuramente un Film a quel “Qualcuno”, forse tra una ventina di anni … quando tutto sarà superato … e suggerisco anche questo titolo che ritengo molto azzeccato: “All’Inferno e Ritorno”, perché, poi, nulla è stato più come prima.
… probabilmente, non capiremo nulla del canovaccio di quel film futuro, ma sarà solo a causa della tarda età che avremo raggiunto a quell’epoca … parlo per me, naturalmente.
Ma non importa, tanto quella trama del film, che sarà prodotto probabilmente negli anni a venire, l’ho vissuta e l’abbiamo vissuta in tanti altri milioni di individui, drammaticamente e realmente, in prima persona.
Chiudo con un Aforisma Salentino che, mia nonna materna, Donna d’altri Tempi, mi diceva d’aver citato sempre all’epoca della Seconda Guerra mondiale:
“Tutto arriva e tutto passa, ve lo dico con il cuore, che la vita è una matassa, di piacere e di dolore”.
Passerà anche il dolore che l’Umanità ha vissuto negli ultimi anni … e, poi, la Storia si scriverà da sola, utilizzando come inchiostro, il sangue di chi ha sacrificato la propria vita, in nome di un “atto di amore”, nella speranza che sia stato veramente tale …
In modo da smentire per sempre, chi ha ipotizzato che, quanto accaduto nel recente passato, sia stato un esperimento di Ingegneria sociale …
ROBERTO CHIAVARINI
Opinionista di Arte e Politica
La foto del sergente York e il Suo Documento originale.