Un’errata corrige per un errore testuale aveva fatto credere che il governo cambiasse le carte in tavola sullo sgravio contributivo per le mamme con due figli
ROMA – Galeotta fu l’errata corrige. Perchè è quella che ha fatto emergere il fatto che il governo avesse inviato al Senato un testo definitivo della Manovra che conteneva un errore. Ma andiamo con ordine: si era diffusa oggi, 4 novembre, la notizia che il governo avesse ridimensionato la norma sulla decontribuzione a favore delle mamme lavoratrici con figli. In particolare, quelle con due figli. L’opposizione era andata subito all’attacco. Un po’ frettolosamente, forse.
Quando venne presentata la prima bozza, il 16 ottobre, la premier Giorgia Meloni annunciò questa misura come uno dei fiori all’occhiello della manovra, pensata proprio per andare incontro alle mamme lavoratrici e sostenere la natalità: il governo, spiegò Meloni, aveva messo sul piatto uno sgravio contributivo di tre anni per le donne con tre figli (fino al diciottesimo anno del figlio più piccolo) e di un anno per quelle con due figli (fino al decimo anno del minore).
L’ERRORE NEL TESTO INVIATO AL SENATO
Il testo della Manovra che era stato inviato al Senato, però, conteneva una dicitura diversa, evidentemente per errore. Riportava infatti come durata dello sgravio fiscale la tempistica di tre anni anche per le donne con due figli. Il pasticcio è emerso appunto perchè, nella serata di venerdì 3 novembre, è stata inviata al Senato un’errata corrige in cui si chiedeva di modificare la durata della misura per le mamme con due figli, portandola da tre anni a un anno. Lì per lì molti hanno pensato a un ridimensionamento della norma, effettuato per di più in corner. Ma invece era solo una correzione di un testo arrivato in Senato – chissà perchè- con un errore. Lo sgravio per le mamme di due figli, infatti, era sempre stato previsto della durata di un anno, non di tre. Fin dall’inizio. Era invece pari a tre anni lo sgravio previsto per le donne con tre figli (fino al compimento del 18esimo anno del più piccolo).
GLI ATTACCHI AL GOVERNO
Nel corso della giornata, da sinistra, erano arrivati attacchi nei confronti del governo, che veniva accusato di “pressappochismo” e di annunciare misure a gran voce per poi ritirarle o ridurle. Elly Schlein aveva accusato Giorgia Meloni di “voltare le spalle” a mamme e famiglie. La deputata del M5s Chiara Appendino aveva anche parlato di un governo “contro le donne”. In serata, il giallo è stato risolto.
Dal Mef, infatti, hanno inviato una precisazione, per spiegare che l’errata corrige che è stata inviata venerdì si era resa necessaria proprio per “rendere coerente il testo trasmesso al Senato con la relazione tecnica e con il testo approvato in cdm lo scorso 16 ottobre come comunicato con nota del Mef”. Ovvero, per dirla ancora più chiaramente: il testo inviato al Senato riportava “tre” anni, ma “la norma originaria approvata ha sempre previsto un anno di copertura per la decontribuzione per le madri lavoratrici con due figli e tre anni in via sperimentale per le donne con tre figli (o più)”. Sul perchè al Senato fosse stato inviato un testo sbagliato, però, non spiegano nulla.fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it