Oggi, chi risiede in Toscana e in zone limitrofe, non ha la possibilità di recarsi fisicamente in un casinò terrestre nella propria regione. Infatti, chi desidera partecipare ad un casinò dal vivo o provare le slot machine, al momento ha fondamentalmente due opzioni: la prima è quella di giocare alle slot su un casinò online, il quale offre una vasta gamma di giochi accessibili comodamente da casa; la seconda opzione, sicuramente più complessa, è quella di recarsi in uno dei casinò fisici disponibili in Italia.
Ma c’è stato un tempo in cui anche nella terra del Chianti e della panzanella, ci si poteva recare per dedicare un po’ del proprio tempo allo svago e al divertimento ludico: infatti, nella pittoresca città di Pisa, oggi teatro di importanti sviluppi scientifici presso il Cnr, sorgeva un posto rivoluzionario e leggendario noto come la Sala dei Nobili. Nel cuore del Settecento, precisamente nel 1754, il Casinò dei Nobili aprì infatti le sue porte per ospitare l’alta società europea, offrendo allo stesso tempo uno spettacolo di eleganza e raffinatezza. Questo luogo, una volta cuore pulsante di intrattenimento aristocratico, conserva ancora una storia ricca di fascino e mistero.
La nascita del Casino dei Nobili
Il Casinò dei Nobili nacque per soddisfare le esigenze di una nobiltà in cerca di svago: in quegli anni, Pisa e i Bagni di San Giuliano erano mete turistiche di fama internazionale e l’aristocrazia desiderava accedere a luoghi in cui poter organizzare sontuose feste da ballo, riunioni di gioco, rinfreschi e conversazioni da salotto.
Tuttavia, queste attività comportavano un notevole dispendio economico per le famiglie nobiliari; per alleviare tale onere, si pensò a creare un’istituzione che coinvolgesse l’intera aristocrazia nella sua gestione. L’edificio scelto per questa nobile impresa era situato nella piazza del Ponte di Mezzo ed era originariamente di proprietà dei monaci di Nicosia: questa struttura, perfetta per lo scopo, fu ceduta ai nobili e trasformata nel Casinò dei Nobili, che aprì le sue porte nel 1754.
L’ingresso alla Sala dei Nobili era riservato a una cerchia ristretta di gentiluomini, dame e ufficiali dell’esercito in servizio dei sovrani; gli ospiti forestieri, per essere ammessi, dovevano essere accompagnati da qualcuno che attestasse la loro appartenenza alle élite aristocratiche. Questo protocollo contribuiva a creare un’atmosfera di esclusività e a rendere il casinò un luogo di ritrovo per una società selezionata e cosmopolita.
Nonostante l’eleganza e il prestigio, le trasgressioni all’etichetta non erano rare: il luogo e il contesto, in particolare, avevano il potere di riscaldare gli animi anche tra i più rispettabili cavalieri. Tuttavia, mantenere una condotta consona al ceto nobile era una condizione esplicitamente richiesta per essere ammessi all’interno delle sfarzose sale del Casino dei Nobili.
Il declino e la chiusura
Il declino del Casino dei Nobili iniziò durante il periodo napoleonico, quando furono istituite le Stanze Civiche, una società privata e borghese che accoglieva al suo interno tutto il notabilato cittadino senza troppe distinzioni di status: questo cambiamento sociale segnò l’inizio della fine per il Casinò dei Nobili.
Nel 1852, il Casinò, ormai obsoleto per i suoi criteri di selezione anacronistici, fu venduto alla società delle Stanze Civiche, condannandolo alla desolazione: quell’epoca di raffinata esclusività e distinzione era giunta al termine. Ai posteri, restano tracce di un ricco patrimonio storico e culturale che ancora oggi possono essere ammirate nei documenti e negli archivi dell’epoca.
Mentre il Casinò dei Nobili risulta essere solo un lontano ricordo, l’eredità dell’aristocrazia e della sua passione per il gioco e l’intrattenimento vive ancora oggi; in un’epoca in cui il gioco è diventato accessibile a tutti, possiamo ancora apprezzare la bellezza e l’arte che una volta erano riservate unicamente all’élite.
foto venezia.italiani.it