La proposta è quella di valutare i magistrati anno dopo anno sotto vari punti di vista: se la bocciatura è ripetuta, un magistrato rischia anche di essere ‘dispensato’ dal servizio
ROMA – “Ottimo”, “buono”, “discreto” e “non positivo”. Per i magistrati in arrivo le pagelle come a scuola. Scattano per giudici e pm controlli periodici sui numeri e gli esiti dei procedimenti giudiziari. Nel Consiglio dei ministri di oggi sarà infatti portato dal guardasigilli, Carlo Nordio, un provvedimento attuativo della riforma Cartabia (Disposizioni in materia di riforma ordinamentale della magistratura, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettere a), b) e c), della legge 17 giugno 2022, n.71 ), con valutazioni professionali e periodiche delle ‘performance’. A questo provvedimento sarà affiancato un secondo decreto legislativo per il riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili, con una ‘stretta’ per chi scende in politica o è in attesa di altro incarico.
Quanto al ‘fascicolo del magistrato’ – la novità più dirompente alla luce del riesplodere dello scontro tra politica e toghe – esso conterrà numeri, dati e giudizi compilati dai vertici degli uffici giudiziari, i procedimenti pendenti, l’esito delle inchieste o dei processi, i verbali delle udienze.
Insomma, ogni informazione statistica sulla carriera professionale utile per valutare l’operato delle toghe, compresi tempi e ritardi nelle sentenze nei vari gradi di giudizio.
Sarà poi il Consiglio superiore della magistratura, secondo le prime indiscrezioni nella bozza che circola, a decidere promozioni o bocciature ogni quattro anni a partire dalla data di nomina. In caso di due bocciature si rischia la rimozione dall’ordine.
I CRITERI DI VALUTAZIONE
Un testo definitivo ancora non c’è, ma i criteri di valutazione possibile saranno: possesso delle tecniche di argomentazione e di indagine oppure la conduzione dell’udienza da parte di chi la dirige e la presiede; la produttività, intesa come numero e qualità degli affari trattati in rapporto alla tipologia degli uffici e tempo di smaltimento del lavoro; la diligenza, ovvero l’assiduità e puntualità nella presenza in ufficio, nelle udienze e nei giorni stabiliti e il rispetto dei termini per la redazione, il deposito di provvedimenti o comunque per il compimento di attività giudiziarie; infine la disponibilità per sostituzioni di magistrati assenti e la frequenza di corsi di aggiornamento.
GRADI DI VALUTAZIONE E BOCCIATURE
Ci saranno due gradi di valutazione. Il primo giudizio verrà espresso dal Consiglio giudiziario (l’organo distaccato del Csm istituito presso ciascuna corte d’appello) che darà un parere motivato sulla toga e poi il voto finale del Csm, controfirmato dal ministro della Giustizia.
Con una valutazione positiva il giudice avrà uno scatto di carriera (e di stipendio). In caso di voto negativo, nuovo esame dopo un anno.
Con la bocciatura le strade prevedono vari step: da un corso di frequentazione professionale al cambio di funzione nell’ambito dello stesso ufficio, fino all’esclusione da incarichi direttivi. L’esame si ripete dopo due anni con perdita del diritto all’aumento periodico di stipendio.
Se il Csm confermerà la bocciatura una seconda volta il magistrato è “dispensato dal servizio”.