Basta con la bufala propalata da anni, che le ferrovie dello Stato fanno profitti.
Se ci limitiamo a considerare i profitti delle ferrovie come differenza tra entrate e uscite, si certo ci sono. La questione da chiarire è che le entrate sono soldi trasferiti dallo Stato cioè soldi di chi paga le tasse, pur se molti contribuenti non salgono mai sul treno.
L’equivoco o meglio la scelta consapevole è quella di tacere e far crede, che le entrate derivano da vendita di biglietti e da trasporto merci.
Ogni anno lo Stato trasferisce alle ferrovie 8 miliardi di euro per finanziare la manutenzione, i contratti agevolati di energia elettrica, sussidi ai servizi e nuovi investimenti.
Molti italiani si lamentano ritenendo i prezzi del biglietto della Freccia Rossa abbastanza caro, rispetto agli Intercity.
Un Torino/Roma costa 109 euro in servizio standard.
Non sanno che il costo del biglietto ripaga il costo del personale, il costo di acquisto del treno (ETR 1000). A carico del cittadino contribuente ci sono i costi di manutenzione della linea e del treno, i costi della energia elettrica. La quota dei costi di costruzione, che sono stati altissimi non sono caricati come quota parte sul biglietto, diversamente avremmo prezzi dei biglietti insopportabili.
Un Milano/Roma costerebbe anche 400 euro.
Altra doverosa osservazione riguarda la grande bufala, che le infrastrutture pesanti soprattutto quelle ferroviarie rilanciano lo sviluppo economico. Bufala che cattura sprovveduti politici e veicolata da gran parte del sistema mediatico, diligentemente catturato dalla dirigenza aziendale.
Nel secolo scorso erano folle di braccianti, a lavorare nei cantieri.Oggi è quasi tutto dominato dalle macchine: gallerie scavate da macchine (TBM) che contemporaneamente rivestono le pareti, manufatti prodotti nei cantieri.
Un settore che a causa del progresso tecnologico è diventato ad alta intensità di capitale e quindi, a danno del lavoro.
La grande abbuffata di infrastrutture pesanti e costose è degli imprenditori, poi dei cementieri uniti ai tondinari, a prescindere da qualsiasi valutazione di utilità sociale e convenienza economica.
E’ falso che ogni infrastrutture è un bene in se.
Nell’alta velocità poi esiste lo scandalo di miliardi e miliardi di euro concessi, a società di costruzione senza alcuna gara.E’ successo per la Torino/Milano/Napoli, la Milano/Padova e la Genova/Milano.
Coloro che volessero fare un approfondimento su questo aspetto cercassero su Google, “pronuncia pregiudiziale richiesta dal Tar del Lazio alla Corte di Giustizia C-351/07”.
Soprattutto la Relazione dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia !
Insopportabile è infine la grande bugia che sulle linee alta velocità viaggeranno le merci e, che questo inciderà positivamente sull’ambiente.
In 13 anni nemmeno un Kg di merci è stato mai trasportato sulla rete alta velocità, soprattutto per motivi tecnici.
Resta un’altra grande balla quello del cambio modale dalla gomma alle ferrovie, per creare benefici all’ambiente, soprattutto al clima condizionato prevalentemente dall’eccesso di CO2.
Traffico merci, Conto Nazionale dei Trasporti: anno 2001 merci trasportate 24.352 milioni di tonnellate * Km (tonnellate per i Km percorsi), anno 2015, 20,3 milioni*km, anno 2019, 10,6 milioni ton* km, anno 2021, 10,36 mln ton * Km.
Ricavi? Nel 2001, ricavi trasporto passeggeri 2,1 miliardi, trasferimenti dallo Stato per trasporti viaggiatori 1214 milioni e ricavi da trasporto merci 731 milioni.
Nel 2021, da trasporto passeggeri 1540 milioni, dallo Stato per trasporto passeggeri 2133 milioni, da trasporto merci 312 milioni.
Emissioni di CO2: abbiamo visto che nel 2021 sono state trasportate 10.369 milioni di tonnellate ovvero mediamente 100 milioni di tonnellate trasportate per 104 km (100 milioni per 104 km = 10.400 milioni; ho approssimato 10.369 a 10.400).
Ipotizziamo che lo Stato impone di raddoppiare il trasporto merci per ferrovia, quindi circa 21 miliardi di tonnellate per km, considerato che mediamente un camion da trasporto carica 10 tonnellate di merci, l’operazione comporta togliere dalla strada 2,1 miliardi di veicoli km (10.400 milioni raddoppiate diventano 20.800 milioni tonnellate, arrotondate a 21 miliardi diviso 10 tonnellate, il carico di merce trasportato). Mediamente Tir, supera il chilo di CO2 per chilometro. Quindi 2,1 miliardi di veicoli-km tolti dalla strada comporta il risparmio di 2,1 milioni di tonnellate l’anno di CO2, che rapportate alle 416 milioni di tonnellate di CO2 emesse in Italia nel 2021 ne rappresentano lo 0,5% delle emissioni totali.
Le azioni da compiere come pure gli investimenti e i sussidi sarebbero altissimi, per il raddoppio del trasporto delle merci per arrivare a questo misero risultato di riduzione del diossido di carbonio.
Queste elencate sono le grandi balle veicolate dall’azienda, attraverso un sistema mediatico probabilmente compromesso dalle inserzioni pubblicitarie dell’azienda
E nessuno si accorge di niente……. tutti lo sanno è solo un ritorno
Uno struzzismo ,che è costato dagli anni 90 un quinto del debito pubblico italiano e si continua imperterriti.