Ebbene si, chiedersi cosa si vuole dimostrare, cosa si pensa di poter cambiare o stravolgere attraverso la stupidità, torna del tutto normale. E’ un pò come voler dimostrare che Garibaldi era una donna ed Annibale un trans, all’insegna del famoso “Dio è donna”. Non si comprende bene se il fine ultimo è pretendere l’estinzione della figura maschile, e siamo a buon punto, o chissà cos’altro! Dio è donna, San Giuseppe non c’è più e la sua controfigura è una donzella, tutto lascia presumere che fra un po’ salta fuori che Carlo Marx era gay e Mussolini il suo compagno. Fa tendenza la destabilizzazione della normalità a discapito del vero. I mercati lo vogliono, la politica lo vuole e se ne serve per colmare i propri deficit, la chiesa lo vuole per normalizzare i propri secolari vizietti ed all’insegna del political correct, Sanremo da festival della canzone Italia si trasforma in un ritrovo promozionale della libertà sessuale cantata. Ma c’è proprio bisogno di dover stravolgere ogni cosa per affermare i propri diritti ? Non è un tantino prevaricante l’uso di termini quale omofobo nei confronti di chi, nonostante abbia profondo rispetto verso gli altri, non sempre ritiene normali determinate le scelte ? Chi oggi non ha uno o più amici gay con i quali condivide lavoro, professione o diporto senza necessariamente, anche se con charme e raffinatezza in un avvolgente scenario ideale carico di magica atmosfera, dover prendere o dare più del dovuto ? Da qualche anno a questa parte e soprattutto da quando la politica ha deciso di trarre consensi elettorali, strumentalizzando quanto c’è di più antico nella natura dell’uomo, colorando il tutto di un rosso sinistro all’insegna dei diritti, abbiamo assistito ad una vera e propria escalation del divisivo e tutto quello che riservatamente aveva spazio ed accettazione è diventato ostentazione del brutto, del kitsch a discapito della classe, della ricercatezza, della serietà e soprattutto del rispetto, quasi a voler demolire o ridicolizzare la propria immagine attraverso i gay pride e la spettacolarizzazione della propria privacy. E’ stato creato il mostro dell’emarginazione, ma sicuramente possiamo affermare di non aver mai visto o sentito parlare di etero pride e questo lascia capire che non c’è bisogno di ostentare nulla per rientrare nella normalità, cosa ben contraria è il volersi emarginare da soli con comportamenti frivoli e del tutto inutili. Qualcuno nell’intento di voler condannare le ostentazioni sbagliate di chi condivide le sue stesse scelte sessuali, ha detto: avete mai visto sfilare in un gay pride, con perizoma di pelle fra catene e piume, un primario ospedaliero oppure un grande industriale, o un giudice o un generale o un qualunque alto dirigente della pubblica amministrazione ? Ebbene se non ne avete mai visto uno ci sarà il motivo, nonostante fra queste figure, di omosessuali ce ne siano veramente tanti, ed il motivo risiede nel profondo rispetto verso se stessi. Stiamo vivendo l’era della protesta e questi giovani sono come i capelloni degli anni 70, o come i figli dei fiori degli anni 60, ma tutto passa, capiranno anche loro e come cantava Venditti qualche anno fa, “compagno di scuola, ti sei messo la cravatta pure tu”.
L’omofobia non esiste, la stupidaggine si. I tempi sono cambiati e così come non si cospargono di catrame ed impiumano più i neri, allo stesso modo non si perseguitano gli omosessuali. Ogni tanto salta fuori uno o più scellerati che attaccano verbalmente o malmenano un gay, ma per questo non si può far di tutta l’erba un fascio, altrimenti saremmo tutti assassini, rapinatori o violentatori, però a qualcuno, per proprio tornaconto, fa comodo alimentare il fuoco dell’odio omofobico e purtroppo sono tanti quelli che si lasciano plagiare dall’inconsistente fenomeno.
Purtroppo la bellezza di ogni cosa, nei nostri giorni dipende dal volere di un sistema che ha bisogno di consensi, di ascolti, di like e di followers, per meglio poter lucrare sulle spalle di chi manda avanti questo mondo con privazioni e sacrifici imposti e la regola resta sempre la stessa: dividi et impera. Ed ecco che di colpo arriva chi fa fuori San Giuseppe e decide che Maria di Nazareth era lesbica o che bisogna cambiare le fiabe per avere un mondo libero dagli stereotipi di genere, perché il bacio di Biancaneve non essendo consensuale diventa violenza alle donne, mentre Brontolo è un maschilista che induce a diffidare delle donne fino a considerarle un pericolo e perchè quella povera Cenerentola traumatizzata ed oppressa, vittima di violenza psicologica, con un genitore che la obbliga ai lavori più umilianti, non voleva andare al ballo per conoscere un principe che la salvasse, ma solo per divertirsi.
Ma come si è potuto arrivare a tanto ? Ma siamo davvero così alienati? Sarà corretto pensare che forse qualcuno sta sollevando assurdità per distrarre e confondere le menti più deboli dai problemi gravi e reali che opprimono la società, oppure che il gioco in cui viviamo la nostra esistenza ha fatto tilt ? In ogni caso un vero capolavoro del teatro dell’insensato.
Un pò strano in effetti è la circostanza che, su questa terra, poco meno di trenta ricchi e potenti riescano a tenere a bada circa otto miliardi di persone e che questa grande massa umana, soprattutto povera, non ritenga giusto, ed ormai impellente, fare una chiacchierata chiarificatrice con questi pochi danarosi Paperoni del mondo, al fine di pretendere un futuro migliore per tutti e non solo per pochi privilegiati.
Un mistero che, fin quanto le menti non saranno correttamente sintonizzate e pensanti, resterà tale, nel frattempo viviamo tutti uniti nella speranza che da un giorno all’altro non salti fuori anche la protezione animale per tutelare i diritti di Paperino e Topolino, mettendo loro rossetto, paillettes e perizoma, che la Siae non sequestri la zampogna ai suonatori che vicino la grotta festeggiano la nascita di Gesù e che i Re Magi non vengano inquisiti per traffico internazionale di droga e stupefacenti e preventivamente interdetti dal Presepe.