Tra passato e presente, Manduria ci accoglie per raccontarci la sua storia
Il nostro viaggio nella storia continua. Seconda tappa, Manduria, la città dei Messapi. Un popolo di oscure origini, ma che rivela, attraverso i reperti archeologici, una cultura di un certo spessore.
Dalle mura, ovviamente erette per un ben preciso scopo difensivo, ai manufatti che raccontano la quotidianità di un popolo fortemente diverso dagli altri, Manduria ci fa percorrere il tempo, attraversando le soglie invalicabili di realtà socio culturali del passato che confluiscono anche nel presente.
Una città che ci rivela, camminando tra le sue tortuose stradine, squarci di vita, di arte, di bellezza.
E, di fronte a tanta bellezza, ci chiediamo perché questa perla del nostro territorio conosca l’abbandono dei tanti giovani che migrano per altre mete.
Perché, al di là della sua nota produzione vinicola, non brilli nel firmamento delle città d’arte, meta ambita di un turismo continuo e non solo stagionale.
“Dipende molto dalla cittadinanza – dice con malcelata mestizia il sindaco Gregorio Pecoraro – Manca la coesione, la partecipazione collettiva ad una progettualità che potrebbe rappresentare una svolta per l’economia del territorio”.
Lo ascoltiamo con vivo interesse, chiedendoci se il passato difficile di questa città non costituisca ancora un limite, un ostacolo. Ma non vogliamo addentrarci in questioni troppo complesse e che non sono di nostra pertinenza.
Quel che conta è il presente e, soprattutto, quella voglia di costruire un futuro più roseo per un territorio che merita tanto.
I Messapi
Entriamo nella splendida cornice dell’antico convento degli Agostiniani, una struttura secentesca che mantiene inalterato tutto il suo fascino e che oggi è sede del Museo archeologico di Manduria.
A farci da guida l’archeologa Nicoletta Trono che ci schiude un mondo straordinario dove l’arte di questo popolo, presente sul territorio già dal IX sec. a.C., riscatta la sua identità attraverso una produzione ceramicola unica, per forma, e notevole, per decorazioni.
E, mentre ci perdiamo nella contemplazione di questi gioielli del passato, il tempo vola portandoci in una dimensione in cui l’arte domina la vita.
Il ritorno alla realtà non è facile, ma il viaggio deve continuare e ci viene in soccorso la responsabile del Museo Civico di Manduria, Loredana Ingrosso, altra pietra miliare della Cooperativa Spirito Salentino, che opera sul territorio dando un notevole contributo alla divulgazione della sua cultura e della sua storia.
Ci parla della caratterialità degli abitanti della città, prodighi e pronti all’accoglienza e del significato, altamente formativo, di questo Museo.
Poi, guidati dall’archeologa Angela Greco, percorriamo le vie di Manduria, contemplandone i palazzi che raccontano le fasi e le realtà sociali della storia di questa perla della Puglia.
Tutto è scritto lì, su quelle mura, su quelle splendide architetture
Testimoni silenti dello scorrere del tempo e, addentrandoci nei meandri di stradine che offrono scorci straordinari di vita, giungiamo, dopo essere entrati nel ghetto degli ebrei, alla antica Sinagoga, oggi proprietà della famiglia Gigli.
Un piccolo gioiello tornato a risplendere, grazie alla intensa opera di restauro voluta e attuata dal suo proprietario, avv. Gigli. Accolti con grande cordialità, entriamo in un mondo, in una cultura, a molti ancora sconosciuti.
L’avvocato infatti ci racconta i dettagli di una religiosità, quale quella ebraica, che permea anche il modus vivendi di questo popolo e il suo racconto si snoda attraverso quelle architetture rinascimentali, coinvolgendoci e stupendoci.
Un racconto reso possibile, come lui stesso ci dice, grazie al contributo dato dalle numerose testimonianze di ebrei che, negli anni, sono stati suoi ospiti.
Si squarcia così quel velo che avvolge questo popolo, questo mondo. Poi, dopo il racconto, e i ringraziamenti di rito, del tutto sinceri, ci allontaniamo un po’ più ricchi, un po’ più veri. Perché la verità delle pagine della storia è anche scritta nel suo presente, in quello che siamo.
Così, dopo aver salutato la nostra Angela Greco, preziosa guida, ci dirigiamo verso il nostro presente. Pronti per un’altra meta, un’altra tappa di questo nostro viaggio.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania