Emergenza. Freddo e violenza, la strage silenziosa dei clochard

Ambiente, Natura & Salute

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Nel 2023 sono morti 415 senza tetto. Ma tra le cause dei decessi non c’è solo il gelo. Sono 49 le vittime di violenza. L’ultimo delitto a Torino: un polacco ucciso a colpi di pistola

Nei primi mesi invernali del 2023 sono morte 133 persone senza dimora: un balzo deciso rispetto alle 86 del 2022, a conferma del fatto che, nonostante gli sforzi messi in campo a più livelli, il freddo stagionale continua a rappresentare un problema in più per chi vive in strada. L’ultimo a morire di freddo è stato un 40enne, trovato senza vita nella serata di domenica in un’area dismessa della stazione di Varese.

L’anno scorso le vittime dell’ipotermia erano state 15. La strage degli “invisibili”, però, dura tutto l’anno, con numeri in tragica crescita: 415 morti, mentre nel 2022 erano stati 399. E il 2024 non dà grandi motivi di speranza, visto che in meno di un mese ci sono già stati 30 decessi. Si muore d’inverno, ma anche in estate (102), in primavera (70) e in autunno (110). I clochard muoiono soli, spesso (154 casi, il 40% del totale) per malattie aggravate dalle condizioni di miseria in cui sono immersi.

Dopo le malattie, però, la seconda causa di morte è la violenza: 49 i clochard morti nel 2023 in conseguenza di reato. Nei giorni scorsi un nuovo caso, sfociato in omicidio. Cinque colpi di pistola hanno spezzato la vita “invisibile” di un polacco 43enne. Margin Wojciechowski è stato trovato sabato nei boschi di Venaria, vicino a Torino, a ridosso dei binari della ferrovia, poco distante dal bivacco di fortuna che si era costruito. Sul corpo del clochard sono risultati subito evidenti dei segni di ferite: inizialmente si era pensato a un accoltellamento, ma l’autopsia ha rivelato che il senza tetto è stato ucciso da un’arma da fuoco di piccolo calibro. Sul caso indagano i carabinieri di Ivrea e gli uomini del nucleo investigativo del comando di Torino, che stanno cercando di restringere il campo delle ipotesi.

L’arma del delitto non è ancora stata trovata, così come non ci sono al momento sospettati: un delitto ancora tutto da decifrare, e che conferma come i pericoli, per chi vive senza avere un tetto sopra la testa, non arrivino soltanto dal freddo. Il nuovo report della Fio. Psd (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora) spiega che il 42% dei decessi tra i clochard (ne sono morti già 30 in questo avvio di 2024) deriva da un evento violento o traumatico. Vivere tra quattro mura non ripara solo dai rigori dell’inverno, ma anche e soprattutto da aggressioni e incidenti. Senza avere una membrana domestica attorno, si è giocoforza esposti a rischi di ogni sorta. Non a caso la Fio.Psd batte con insistenza proprio su questo tasto. «La casa è ciò che manca alle persone senza dimora, la base per una vita stabile e sicura dalla quale ripartire» ha sottolineato ieri la presidente Cristina Avonto.
Ma non è solo il giallo di Venaria a riportare all’attenzione delle cronache (spesso distratte) la questione degli homeless. Ieri le suore benedettine di Boville Ernica, nel Frusinate, hanno diffuso un video che suscita sdegno. Le riprese delle telecamere di sicurezza, in bianco e nero ma nitide, mostrano una donna che dorme fuori dal portone del monastero, avvolta nelle coperte. A un tratto si vede arrivare un ragazzo, raggiunto di lì a poco da altri tre: il gruppo accende un razzetto e lo spara verso la vittima. Mentre l’ordigno esplode con fragore, il quartetto si dà alla fuga. Per fortuna la donna si è solo spaventata, svegliandosi di soprassalto, ma non ha riportato conseguenze. Già identificati gli autori dell’odioso gesto: sono tutti minorenni, uno ha poco più di tredici anni.

I carabinieri li segnaleranno alla procura dei minori per violenza privata, accensioni ed esplosioni pericolose: la vittima ha già sporto denuncia. Le suore (criticate  per aver postato su Facebook un video con immagini di minori) hanno poi spiegato che la signora ha in realtà un’abitazione, che le è stata assegnata dal Comune in sostituzione di quella fatiscente dove risiedeva. Ma lei rifiuta di vivere in entrambe, scegliendo di stare nel piazzale davanti al monastero in compagnia dei suoi cani. Un dramma personale come ce ne sono troppi, favoriti dall’indifferenza generale. Un senzatetto (senza documenti), soccorso in Porta Ticinese, è morto in ospedale dopo esservi stato portato dagli operatori del 118 e dagli agenti della Polizia locale. Quando è stato trovato era già in arresto cardiaco, inutile la corsa al Policlinico.

Un altro senzatetto, un romeno di 57 anni, era stato trovato morto poche ore prima vicino a una chiesa in via Saponaro, alla periferia della città: anche per lui un malore si è rivelato fatale. Le grandi aree urbane, secondo il report della Fio.Psd, restano quelle con più vittime: nel 2023 a Roma sono morti 44 clochard, a Milano 22. Al terzo posto, insieme a Torino, si è piazzato tristemente Bergamo, nonostante gli sforzi messi in campo da Comune e Caritas: 9 i decessi nella città lombarda, uno in più di Bologna. Seguono Brescia e Genova con 7. Ma sono 215 i comuni italiani ad aver registrato almeno un decesso fra i senza dimora. Segno che l’emergenza è diffusa e riguarda tutti. Insomma non cè pace sotto gli ulivi e nel mondo.

Marcario Giacomo

Editorialista de Il Corriere Nazionale

 

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