L’avvocato della Comunità islamica Gianluca Bocchino: “Potrà chiarire ulteriormente ai magistrati le dinamiche dell’assassino”. La donna 51enne affronterà il processo di appello non più da latitante.
Autore: Carlotta Di Santo
(DIRE) Roma, 31 mag. – La mamma di Saman Abbas non è più latitante, la procura di Reggio Emilia avvierà l’iter di estradizione dal Pakistan e, appena la donna sarà in Italia, andrà in carcere. Spiega i prossimi passaggi giudiziari l’avvocato Gianluca Bocchino che rappresenta la Comunità islamica italiana nel processo per l’assassinio della 18enne di Novellara.
“Ora la Procura di Reggio Emilia avvierà la procedura di estradizione, poiché la persona è già stata dichiarata latitante durante le indagini e nel corso del giudizio di primo grado. La mamma di Saman è stata condannata all’ergastolo e quindi, una volta in Italia, andrà immediatamente in carcere e poi potrà difendersi nel successivo giudizio di appello, questa volta non da latitante, come successo in passato, ma in presenza”. Così l’avvocato Gianluca Bocchino di Tonucci&Partners, che rappresenta la Comunità islamica italiana e la Moschea di Roma nel processo per la morte di Saman Abbas, la ragazza pakistana di 18 anni assassinata nel 2021 a Novellara per aver rifiutato un matrimonio combinato, commenta alla Dire la notizia della cattura di Nazia, la mamma di Saman, condannata all’ergastolo dal tribunale di Reggio Emilia per l’omicidio della figlia. La donna era latitante in Pakistan.
“È una notizia estremamente importante per le realtà che rappresento– ha proseguito il legale – è evidente che fa la differenza sapere che una persona colpevole sia in carcere o in libertà. A questo punto la mamma di Saman potrà essere ascoltata dai magistrati o dal giudice nel momento in cui sarà incardinato il processo in appello. Vedremo cosa avrà da dire e se le sue dichiarazioni chiariranno ulteriormente la dinamica dell’assassinio”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it