Bozzoli scappato con la compagna e il figlio di 9 anni: c’è un mandato di arresto internazionale

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È caccia a Giacomo Bozzoli, che è sparito insieme alla compagna e al figlio nato pochi mesi prima del delitto dello zio, avvenuto 9 anni fa, per cui ieri è stato condannato in via definitiva all’ergastolo

Autore: Marcella Piretti

BOLOGNA – Nella casa sul lago di Garda dove doveva trovarsi Giacomo Bozzoli non mancava solo lui, ma anche la compagna e il figlio che ha 9 anni. Spariti. Parrebbe una fuga pianificata a tutti gli effetti quella del 39enne bresciano che ieri è stato condannato in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario Bozzoli, fatto sparire la sera dell’8 ottobre 2015. Le indagini puntarono subito sulla pista dell’omicidio e lui, il nipote Giacomo, fu quasi subito l’unico sospettato. Aveva da tempo dissidi con lo zio, relativamente a problemi economici e dissapori sulla gestione della fonderia di famiglia. Ed è proprio nel forno della fonderia di famiglia, sostengono gli inquirenti, il corpo di Mario Bozzoli venne bruciato quella sera di quasi nove anni fa. Il suo corpo non venne mai trovato. Ma quella sera in fonderia si verificò una fumata bianca alle 19.18. Alcuni minuti prima Mario aveva fatto quella che sarebbe stata l’ultima telefonata alla moglie, in cui le diceva che sarebbe andato a cena in una trattoria in zona e poi tornato a casa. La donna non lo ha mai più visto.

IL MANDATO DI ARRESTO INTERNZIONALE

A distanza di quasi nove anni dal delitto e all’indomani della sentenza definitiva, si scopre che Bozzoli è irreperibile. La giustizia italiana lo ha condannato ieri all’ergastolo con un anno di isolamento diurno, ma al momento non si sa dove sia. Dove può essere? E soprattutto: da quanto tempo può essersi allontanato dall’Italia? Le ricerche sono partite immediatamente ieri sera ma per il momento non ci sarebbero novità. Per il 39enne è stato spiccato un mandato di arresto internazionale.

IL TEST DEL MAIALE BRUCIATO

Nel 2022, durante il processo di primo grado, venne anche fatto un test bruciando in una fonderia (un’altra fonderia di Brescia) un maialino di 11 chilogrammi ricoperto di vestiti. Per vedere come avvenisse la combustione (ad esempio se il corpo esplodesse) e se rimanessero tracce. Il test diede la conferma che non rimaneva alcuna traccia. Il corpo non esplose e ci fu appunto una fumata bianca. Non si diffusero nemmeno odori particolarmente sgradevoli.

LE SENTENZE

Bozzoli non è mai stato arrestato per il delitto. E non ha mai avuto una custodia cautelare. È sempre rimasto in libertà e si è fatto vedere poco anche durante le udienze del processo, in cui era imputato per omicidio e distruzione di cadavere. La prima condanna, in Corte d’Assise a Brescia, arrivò il 30 settembre 2022. La sentenza di secondo grado della Corte d’assise d’appello di Brescia è del 17 novembre 2023. Ieri, infine, la conferma della condanna da parte della Corte di Cassazione, a cui i legali di Bozzoli avevano ricorso contro la sentenza di secondo grado lamentando vizi procedurali. La Corte l’ha rigettato e ha confermato la condanna all’ergastolo con un anno di isolamento diurno. Ma nel frattempo Bozzoli è sparito. I Carabinieri, ieri sera, sono andati a bussare in casa per accompagnarlo in carcere e hanno appunto scoperto che non c’era più nessuno. Il padre del giovane, Adelio, fratello della vittima, ieri era in aula a Roma. Lo ha sempre ritenuto innocente.

 fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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