Povertà dilagante ed esclusione sociale in Sicilia

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La Sicilia è da sempre una delle mete vacanziere più ambite a livello mondiale. Presentandosi come l’isola più grande del Mediterraneo, conta una popolazione di oltre 4 milioni 833 mila abitanti, le cui occupazioni principali risiedono nei campi dell’edilizia, idraulica, commercio e ristorazione. Nonostante sia la regione più grande d’Italia e meta ogni anno di milioni di turisti stranieri, secondo i dati Eurostat si colloca tra le dieci regioni europee con il più alto rischio di povertà ed esclusione sociale. Nel 2022, l’8,8% della popolazione ha dichiarato di aver riscontrato profondi disagi nell’arrivare a fine mese. Causa primaria di questo fenomeno è il tasso elevato di disoccupazione: il 58% della popolazione tra i 15 e 74 anni ha infatti serie difficoltà nel trovare lavoro e nel raggiungere una posizione economica stabile. Inoltre, l’occupazione femminile si presenta come la più bassa a livello europeo, con una percentuale pari solo al 29,1%. Tale situazione non ha comportato solo un impoverimento di tipo economico ma anche un deterioramento a livello umano e morale. Lo stato di povertà porta spesso ad atti di criminalità e vandalismo che piegano la regione a un profondo degrado, sporcizia e malavita. La deprivazione alimentare, materiale e sociale è stata ulteriormente inasprita dalle rigide misure prese dallo Stato allo scoppio del Corona Virus, costringendo migliaia di imprese, ristoranti e hotel a dichiarare fallimento.

Nel gennaio 2019 il governo stabilì l’entrata in vigore del reddito di cittadinanza, volto a fornire centri per l’impiego e assistenza sociale a tutti coloro godessero di un reddito inferiore a 9.360 euro o con un patrimonio immobiliare inferiore a 30 mila euro. Base del progetto era mirare a risollevare una situazione italiana critica che vedeva un basso livello di istruzione e mancanza di servizi.  Si è dunque data la possibilità a tutte le famiglie al tempo disoccupate o con a carico uno o più minori, di ricevere una cifra annuale dai 6.000 ai 9.600 euro.

Nonostante l’introito mensile fosse molto ridotto, tale progetto ha fornito un aiuto considerevole a molte famiglie numerose la cui disponibilità economica non bastava neanche a coprire il sostentamento scolastico dei figli, l’affitto o il riscaldamento. Nel 2024, a seguito del cambio di Governo, lo Stato ha deciso di revocare tale sussidio, sostituendolo con un assegno di inclusione e un supporto per la formazione di lavoro. Per quanto il reddito abbia aiutato migliaia di persone in difficoltà, il panorama di disoccupazione si presenta ancora troppo ampio, contando più di 270.000 siciliani senza lavoro. Inoltre, nonostante tale manovra mirasse a una riduzione della povertà italiana, il valore annuale percepito nell’isola ammontava a oltre 289 milioni, valore che, sommato alle cifre destinate alle altre 19 regioni, superava le disponibilità economiche del Governo italiano.

Un ulteriore fattore che influenza la lenta crescita dello sviluppo economico siciliano sono i continui flussi migratori provenienti dal corno D’Africa, Romania, Albania e Cina. Secondo i dati ISTAT la spesa pubblica italiana destinata ai cittadini immigrati tocca le soglie dei 100 milioni di euro per la gestione dell’accoglienza. Tuttavia, come risaputo, le coste siciliane sono quotidianamente meta di migliaia di rifugiati di guerra provenienti da Turchia, Ghana, Afghanistan, Bangladesh, Nigeria e Costa D’Avorio. Solo Lampedusa, isola siciliana, spende ogni quattro mesi più di 150.000 euro per accoglienza e rifornimento di beni di prima necessità. Inoltre, la Sicilia presentando ancora poche infrastrutture e una situazione socio-economica instabile, non offre abbastanza posizioni lavorative o centri di assistenza che tutelino la mole enorme di immigrati che raggiungono l’isola ogni anno, negando loro una vita florida e integrata. Di conseguenza, migliaia di rifugiati, pur di guadagnare qualcosa, chiedono l’elemosina per le strade delle città o cadono vittima della criminalità organizzata, agendo nel campo della droga, furto e prostituzione. Tale fenomeno imprigiona ulteriormente l’isola in una situazione di drastica povertà per la quale non si sta ancora facendo abbastanza.

La criticità di tale panorama sociale viene ulteriormente minata dall’assenza di una giunta regionale in grado di prendere provvedimenti adeguati al fabbisogno sociale ed economico dei cittadini e dell’ambiente in cui vivono, garantendone un rinnovamento urbanistico e servizi ecologici adeguati. Nel corso degli ultimi anni, le indagini giudiziarie sull’isola hanno infatti  rilevato un ampio giro di corruzione elettorale, frode in pubbliche forniture e abuso d’ufficio.
Anche “l’invecchiamento” della Sicilia non sembra migliorare la complessità della situazione. Ogni anno, circa 50.000 giovani, la maggior parte studenti, laureati o con un alto livello d’istruzione, lasciano la loro terra natale per trovare prospettive lavorative più prosperose al nord Italia o all’estero. Ciò ha comportato la fuga di oltre 190.000 persone under 40 in un arco temporale di un decennio. Questo fattore contribuisce a fossilizzare la società dell’isola in un futuro senza prospettive né innovazioni.

Un dato in estrema crescita sembra tuttavia essere quello del turismo. Nell’estate del 2024 la Sicilia si colloca al primo posto per l’indice più alto di turismo straniero nel mezzogiorno. Rispetto al 2022 il territorio ha infatti assistito a un aumento di vacanzieri pari al 10%, arrivando ad una soglia di 16 milioni 462 mila presenze turistiche, di cui una componente estera in crescente sviluppo. Godendo di una storia e di una civiltà millenaria, la Sicilia offre un panorama artistico, culturale e gastronomico influenzato nel corso dei secoli dal susseguirsi di civiltà stanziali o di navigatori, tra cui fenici, punici e normanni. Per questo motivo, oltre la metà dei turisti (58%) concentra i propri interessi sui prodotti di tipo balneare e culturale, mentre la restante parte viaggia in località d’interesse storico e artistico. Tali dati sono rafforzati dalla presenza crescente di aziende agrituristiche e di infrastrutture, tra cui soprattutto il rimodernamento del sistema aeroportuale internazionale di Catania e Palermo.

Per concludere, grazie alla bellezza paesaggistica e alle antiche tradizioni culturali tramandate, l’isola offrirebbe un potenziale in campo generale molto vasto. Se venissero applicate iniziative statali volte a una maggiore tutela, rispetto e integrazione del suo territorio, si assisterebbe a un crescente boom economico capace di modernizzarne la società e offrire posti di lavoro sicuri e adeguati alle competenze di molti giovani che ogni anno decidono di andare via per un futuro migliore.

Viviana Maya Bellavista

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