Le cooperative sociali del Lazio hanno fatto sentire la loro voce in piazza, di fronte al Campidoglio, chiedendo al Comune di Roma e alla Regione di adeguare le tariffe contrattuali in seguito al rinnovo e all’aggiornamento del Contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) delle cooperative sociali. A guidare la protesta ci sono Confcooperative Federsolidarietà Lazio, AGCI Imprese Sociali Lazio, Legacoopsociali Lazio e il Forum del Terzo Settore del Lazio. La manifestazione è un segnale chiaro della gravità della situazione, un grido di aiuto delle cooperative sociali, che chiedono con urgenza il supporto delle istituzioni per poter continuare a operare.
L’adeguamento delle tariffe è ormai cresciuto fino a divenire un vero e proprio problema nazionale. Non si tratta, infatti, di un’emergenza limitata alle cooperative sociali, ma quasi la metà dei lavoratori italiani è attualmente coperta da un contratto collettivo scaduto da oltre due anni. L’Italia, secondo il CNEL, è uno dei Paesi dove i contratti collettivi vengono rinnovati con minore frequenza, con una media di tre anni o più. Il numero complessivo di lavoratori in attesa di rinnovo è di circa 5 milioni, un miglioramento rispetto ai 7,7 milioni del 2023, ma ancora una cifra significativa.
Luciano Pantarotto, presidente di Federsolidarietà Confcooperative Lazio, denuncia una situazione insostenibile: “A 5 mesi dall’erogazione del primo aumento riconosciuto ai lavoratori, avvenuto nel febbraio 2024, la quasi totalità degli enti committenti non ha ancora risposto alla ripetuta richiesta di adeguamento delle tariffe dei servizi da parte delle imprese”.
Senza l’adeguamento delle tariffe entro i prossimi assestamenti di bilancio, previsti per metà luglio, molte cooperative rischiano di non poter più sostenere gli aumenti previsti, mettendo a repentaglio la loro sopravvivenza e la sostenibilità dei servizi offerti.
Attualmente, il costo totale annuo di una cooperativa sociale si attesta sui 30.600 euro. Con il rinnovo del tariffario, la cifra dovrebbe superare di poco i 31.000 euro, con l’auspicio di raggiungere i 33.500 euro entro il 2026. Questo aumento è cruciale per garantire non solo la sopravvivenza delle cooperative, ma anche la qualità dei servizi che esse forniscono alle comunità.
Presidente, qual è oggi il compenso standard per i lavoratori delle cooperative sociali?
Il compenso medio per i lavoratori del Ccnl al livello medio e all’incirca intorno ai 1300 euro al mese per 13 mensilità.
Quanto è necessario aumentare le tariffe per garantire salari adeguati ai lavoratori delle cooperative sociali?
Le tariffe devono considerare l’adeguamento del Ccnl scaduto nel 2020 il cui aumento a ottobre 2024 sarà del 8,7 % per arrivare al 12,7% nel 2025.In considerazione del costo della vita l’adeguamento ha solo garantito il potere d’acquisto al 2020.
Come giudica l’utilizzo della Cassa integrazione come strumento per gestire situazioni di crisi o di ristrutturazione aziendale?
Credo che il ricorso alla cassa integrazione per gestire le situazioni di crisi , se dovuta ad un aumento del costo del lavoro , segnalino una incapacità della stazione appaltante a riconoscere gli accordi tra datoriali e rappresentanti volti a tutelare gli interessi dei lavoratori.
Qual è il suo parere sul contratto firmato dall’Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP), considerando gli interessi dei lavoratori, le loro condizioni di lavoro e i salari?
Il contratto dei lavoratori della sanità privata si limita ad un campo di applicazione di un settore specifico. Il contratto leader dei servizi alla persona educativo di inserimento lavorativo è quello che più riconosce la totalità dei servizi alla persona.
Quali misure prevede Confcooperative per le cooperative associate che violano i diritti dei lavoratori, ne distorcono la loro applicazione o addirittura non li applicano?
La Confcooperative ha tra i suoi compiti delegati dal Mise la revisione delle Coop associate e tra i controlli verifica e segnala la non applicazione del contratto maggiormente rappresentativo di settore. Inoltre, in tutte le iniziative volte a tutelare il settore, l’associazione chiede alle amministrazioni locali di introdurre la clausola di applicazione del contratto di settore.
In che modo le cooperative possono contribuire all’aumento dei salari minimi? Può fornire esempi concreti in questo ambito?
Le cooperative possono, e molto spesso accade, che vengano introdotti all’ interno dei regolamenti delle condizione accessorie migliorative limitate ai propri soci.
Quali strategie possono adottare le cooperative per bilanciare l’aumento dei salari minimi con la sostenibilità finanziaria e la competitività nel mercato?
La risposta è semplice: non limitandosi ad avere come fornitore l’ ente locale ma rivolgendosi ai privati.