La Lombardia dice #StopAlBullismo
di Lana Lia
Ripropongo una parte di una puntata di Dialoghi oltre lo schermo con Fabio Sirianni. La lettura è la rivisitazione della trascrizione del video. Se volete vedere questa parte di puntata nel video della trasmissione, partite dal minuto 3:39.
Un libro di cui vi ho già parlato, scritto da una talentuosa lodigiana (Lombardia) tratta anche il tema del bullismo. L’autrice è chiamata a rispondere in prima persona sul tema del bullismo, inizio e fine del racconto che ha scritto. Come una moderna Teddy Duncan di Buona fortuna Charlie, Emanuela dà i suoi consigli e racconta le sue esperienze.
Allora, parliamo un po’ adesso della sinossi: come si sviluppa il libro, ci sono tante storie, è una con un unico filo conduttore che caratterizza il testo?
Sono tante storie che si uniscono per crearne una sola, perché è un viaggio in tutti i sensi: i protagonisti fanno questo viaggio e, poi, quello che sembrerebbe non essere tra loro, in realtà lo è e farà un ulteriore viaggio, ma nel tempo, per scoprire la verità su se stessa, se sulla sua vita e far trionfare, anche nel suo caso, la giustizia e avere il suo riscatto. C’è questa ragazzina che, per riuscire finalmente a dire il suo Sì alla vita, quindi accettare tutto quello che le è capitato e lottare con coraggio per ottenere quello che le spetta,senza abbandonarsi a scelte sbagliate come – a volte – capita ai giovani della sua età, portati agli estremi da bulli sia giovani che un po’ ‘attempatelli’, in alcuni casi, come anche in questa storia. Dopo aver ascoltato il racconto, ,che si svolge in parte nel Medioevo e in parte nella sua epoca, la protagonista scoprirà che i fatti sono realmente avvenuti e vissuti dalla sua famiglia. Inoltre, poi, si ritroverà a vivere grandi avventure negli stessi luoghi perché viaggerà nel tempo. Non avrebbe dovuto accadere perché, gli altri, dicevano che, probabilmente, lei era pronta. Invece, questa avventura la aiuterà proprio a capire qual è il suo posto e a sviluppare le sue attitudini, per dimostrare ai bulli che, anche lei ha un piano ed è un piano giusto, non uno malvagio.
Il bullismo è un tema che accompagna questa storia ed è molto attuale. Lei cosa pensa di questi atti di bullismo, quindi di non inclusione?
Io penso che sia molto difficile da spiegare perché, purtroppo li conosco e chi li compie. Spero che quelle persone non mi stiano guardando. Ci sono diversi tipi di bullismo e io sono esperta di uno di questi: il bullismo psicologico.
Io spero che si possano trovare delle soluzioni per riconoscerlo e eliminarlo perché, purtroppo, è molto più difficile, molto più insidioso e non si riesce a risolvere la situazione in modo immediato, rispetto a quello fisico. Questo in quanto non puoi provare nulla, certe volte. O ci sono le telecamere nascoste, quindi c’è un video e tu senti e vedi cosa fanno i bulli, altrimenti è davvero difficile riuscire a dimostrarlo.
Che ruolo giocano le famiglie, secondo lei, e quanto è importante avere anche l’appoggio dei genitori, quando si è vittima di questi episodi?
Allora, per me, infatti l’ho anche scritto nel libro, la famiglia è molto importante, però non è quella il perno di tutto. Purtroppo, per quello che mi riguarda, visto che io parlo sempre della mia esperienza e non metto bocca per quel che riguarda gli altri, la cosa più importante è che ci sia qualcuno all’interno della scuola che, veramente, capisca e faccia qualcosa. Infatti, la famiglia può andare anche mille volte, 5 anni su cinque, a lamentarsi in presidenza per dire le cose come stanno ma, poi, non serve a niente, se la scuola non fa. Se non si sblocca qualcosa a livello di compagni, di preside, vicepreside o qualunque tipo di insegnante, non serve a niente. Magari, sarà utile per avere un appoggio in casa e potersi sfogare, piuttosto che andare dallo psicologo, quello sì. Però, è molto dura anche per la famiglia dover affrontare questa cosa, praticamente sbattendo contro un muro. Capita, addirittura, che ti dicano di cambiare scuola. Reazione a caldo: “Cioè, il concetto è: io sono la persona bullizzata e io devo cambiare scuola, prendendomi anche gli esami per riuscire ad arrivare al livello degli altri? Se non ci riescono, invece, mi devono bocciare?”
Sì, in effetti, è un po’ ingiusto. Spesso non si viene creduti quando si racconta una storia del genere e si rischia anche di essere isolati. Da questo punto di vista, la scuola gioca un ruolo molto importante. Però anche la scuola stessa, spesso, è distratta perché non riesce a individuare queste criticità, queste difficoltà che, magari, avvengono nella stessa classe, sotto gli occhi dei professori. Quindi, probabilmente, ci vorrebbe un tipo di attenzione diversa. Secondo lei ci vorrebbe una figura apposita o la scuola dovrebbe essere un po’ più attenta a questi episodi?
Nessuno si offenda, però è quello che è successo. Essendo anche gli adulti che lavorano a scuola a creare diatribe nella classe, anche abbastanza pesanti e durature, più che una persona ci vorrebbe proprio un controllo. Magari, qualcuno che venga solamente a controllare, senza avvisare, e che noti il comportamento di queste persone. Troppo spesso, questi adulti creano problemi tra alunni e insegnanti o alunni e altri compagni più deboli. Ad esempio una mia compagna se n’è accorta origliando alla porta, perché aveva capito che qualcosa non quadrava. Solo che, poi, queste dinamiche precedenti sono talmente tanto lunghe nel tempo che, alla fine, non c’è la fiducia e, appena succede qualcosa di strano, la prima cosa che si pensa non è che questa persona adulta sta mettendo zizzania, ma ancora un ‘me contro te’.
Spesso c’è la paura di denunciare, come nel caso anche della violenza sulle donne. Il soggetto che ha subito questa situazione ha paura di andare a denunciare perché si sente vulnerabile o, come dicevamo prima, ha paura di non essere creduto. Che messaggio possiamo lanciare a chi, In questo momento, ci segue dall’altra parte ed è vittima di bullismo, o di qualsiasi altro tipo di violenza, basandosi proprio sulla sua esperienza?
Io non mi sento in grado di dare grandi consigli perché ho provato a stare zitta, ma non è che abbia funzionato molto. Ho provato a denunciare e sono stata tra le persone a cui è stato detto di cambiare scuola. Quindi è davvero molto complicato decidere cosa fare o no. L’unica è cercare di conoscere molto bene la persona che si ha davanti e trovare il suo punto debole, perché ce l’ha. Quando stai molto tempo lontano da questa persona, lo trovi e ti chiedi come hai fatto a non capirlo. Quindi sfruttare il punto debole del bullo per arrivare a una tregua in accordo, oppure dire: “ Senti, tu mi minacci, ma io so una cosa su di te, non vengo a fare dispetti, non vado a raccontarla in giro, però, se io so questo su di te e tu sai quello su di me, siamo pari. Stiamo zitti entrambi.”
Sono situazioni non facili da gestire ed evidentemente non esiste un manuale di istruzione. Noi cerchiamo, magari, tramite le esperienze che ci raccontate voi di poter dare un messaggio ai nostri ascoltatori. Ci rendiamo conto che, spesso, non è facile districarsi o gestire bene queste situazioni perché non si sa chi si ha dall’altra parte, come lei diceva. Sì, il bullo può avere 1000 comportamenti e dar vita a tanti percorsi più o meno fastidiosi come l’isolamento. Queste dovrebbero essere quelle cose da evitare. Sicuramente bisogna andare ad attingere a persone che possono, in qualche modo, aiutare.
Sicuramente parlare con le famiglie e capire bene a cosa si riferisce il bullo perché lui te lo fa capire, non bene, però ti dice quale è il problema che ha con te. Bisognerebbe riuscire a prenderlo in momento in cui non sta facendo nulla di male e si rapporta con te perché, a volte capita, e cercare di vedere se questa persona, in un momento di calma, è disposta ad ascoltarti a capirti. Spesso, il bullo non vede il negativo della vita della vittima. Non lo so, pensa che l’altro sia il re e viva splendidamente, senza pensare che però quell’atteggiamento, ad esempio il figlio viene accompagnato dai genitori a scuola ogni giorno, è dettato da una difficoltà fisica della vittima.
Abbiamo capito come queste dinamiche siano molto difficili da gestire. Quindi io penso che, alla fine di tutto, non ci sia un comportamento comune da adottare in queste situazioni. Sicuramente, serve il buon senso. Ricordo ancora una volta quindi il libro di Emanuela (Molaschi, pseudonimo Aranel Elwen Tursendo n.d.r.) che si intitola L’artista del figlio del re, un libro che parla proprio di questo. Emanuela, vogliamo dire qualcosa in chiusura?
Allora, sì. Io vorrei dire che non si tratta assolutamente di un trattato su questo tema. Si tratta di un romanzo di formazione con tante scene divertenti, però, c’è anche questo viaggio di consapevolezza che dà una speranza e una motivazione in cui credere, perché comunque il buono ha diritto alla sua liberazione. Ci sono tanti tipi di maltrattamento e di bullismo. Partiamo da questa ragazza a cui ne capitano un po’ di tutti i colori. Poi, pur non arrivando a trattare il femminicidio, incontriamo questo ragazzo che prende in giro e fa del male alla giovane di cui sopra. Lei dovrà capire se potrà fidarsi ancora di lui e se potrà perdonarlo. Ovviamente, c’è la storia di questo famoso figlio del re, nominato nel titolo, che si subisce le pressioni. Si sa che, ancora oggi, le famiglie nobili hanno delle peculiarità per cui hanno delle regole da seguire e, se tu non vuoi, hai dei problemi. Questo figlio del re è un personaggio molto particolare che non vuole seguire certe regole perché le trova ingiuste. Lui è molto avanti rispetto alla sua epoca e vuole cambiare le cose per se stesso. Tutti i personaggi, anche quelli buffi, devono combattere dei nemici o delle regole, per dimostrare che ciò che credono è giusto. Alla fine della storia, sia nel futuro che nel passato, tutto si risolve per il meglio. Di fatto è una storia allegra, divertente, positiva che, però, all’inizio e alla fine, dà delle indicazioni su che cosa veramente vogliamo dire: si deve rispettare la vita altrui, tu devi rispettare la tua vita e, prima o poi, in qualche modo, ce la puoi fare.
Ecco, il rispetto è la chiave di lettura. Insomma un messaggio sicuramente molto importante che è sempre di moda perché, il rispetto, dovrebbe essere utilizzato in tutti i contesti e con tutte le persone. Io vi invito a fare questo splendido viaggio, leggendo questo questo libro, dove troverete senz’altro anche spunti interessanti, sia che siate voi protagonisti, in questo momento, di atti bullismo, sia se conoscete qualcuno che lo è e,magari, possiate aiutarlo. Come abbiamo detto, l’importante è non lasciare sole queste persone. Ringrazio Emanuela per essere intervenuta.
Grazie. Ciao a tutti. Ciao.
Lana Lia