Per il professor Bruno Dallapiccola, intervistato dal Corsera, l’atleta algerina è affetta dalla “sindrome di Morris, una femminilizzazione testicolare”
Autore: Piero Bonito Oliva
ROMA – “Un testicolo che produce testosterone, di solito rimosso prima della pubertà per evitare complicazioni anche gravi. In questa condizione, ci sono coloro che hanno insensibilità al testosterone, altre solo parziale. Sarebbe da valutare quello”. Lo sostiene Bruno Dallapiccola, medico e professore ordinario di genetica, autore di studi internazionali, che il Corriere intervista come “luminare della genetica” in merito al caso Imane Khelif, la pugile di nazionalità algerina al centro delle polemiche dopo il match contro Angela Carini, l’atleta azzurra che ha scelto di ritirarsi dall’incontro dopo soli 46 secondi. Secondo Dallapiccola, per Khelif “potrebbe trattarsi di una persona con sindrome di Morris, cioè una femminilizzazione testicolare. Colpisce una su 30 mila circa”. Nell’intervista, il professore ha specificato che si tratta di “un’idea relativa, non avendo visto le cartelle cliniche” e che, secondo il suo parere, in genere “chi ha patologie o sindromi come quella citata deve competere con le donne. Da valutare il caso di chi ha un testicolo”.
Per Dallapiccola, questa condizione, anche se fosse solo parziale, “inciderebbe sulla massa muscolare, allora sarebbe da capire se è corretto che nel pugilato possa combattere con le donne. Probabilmente no”. Allora in quale categoria dovrebbe compere Khelif? “Essendoci la divisione fra maschi e femmine – aggiunge Dallapiccola -, può competere fra le donne. Ma non ci si può fermare a questo. Occorrerebbe mettere una soglia di testosterone. Il Cio e le Federazioni dovrebbero fare valutazioni insieme a esperti, ognuno con le sue competenze, e fare delle scelte su un livello fisso e non variabile”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it
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