Carles Puigdemont in fuga a Barcellona

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La polizia lo cerca ovunque ma in città è scontro con i sostenitori, m ll leader indipendentista è tornato in ‘patria’ dopo 7 anni di esilio, facendo perdere le sue tracce appena concluso un breve discorso davanti a circa 4mila manifestanti

Autore: Piero Bonito Oliva

ROMA – Il ritorno in Catalogna di Carles Pudgdemont ha mandato Barcellona nel caos. L’ex presidente e leader indipendentista, dopo aver tenuto un breve discorso, si è dato ‘alla macchia’. Svanito nel nulla, nonostante un ordine di carcerazione vigente.

Los Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, sospetta che viaggi a bordo di un’auto di colore bianco, accompagnato dal suo compagno di partito Jordi Turull. Posti di blocco sono stati predisposti all’ingresso e all’uscita della città.

In strada si registrano cariche della polizia contro i manifestanti pro-Puigdemont. Le tv catalane riportano diversi feriti.

 

Sui social dell’emittente El Nacional.cat le immagini dei momenti di tensione in Paseo de Pujades tra le centinaia di persone che hanno preso parte all’evento di accoglienza istituzionale indetto dalle organizzazioni indipendentiste e i Mossos d’Esquadra, che hanno transennato l’intera zona dall’Arc de Triomf in Parco della Ciutadella.

Secondo quanto riportato da diversi testimoni, la folla che si è radunata davanti a uno dei cancelli laterali del parco, sul Paseo Pujades, avrebbe cominciato a spingere per tentare di accedere alla Ciutadella, costringendo i Mosso a ritirarsi.

Alcuni sono riusciti a rompere il cordone di polizia ed entrare nel parco, ma quando gli agenti sono stati messi alle strette, avrebbero caricato con spray al peperoncino. A quel punto le persone avrebbero rinunciato, tornando in strada.

IL DISCORSO DAVANTI A 3500 PERSONE: “CI HANNO PERSEGUITATO”

L’ex presidente catalano è riapparso intorno alle 9 a Barcellona, ​​7 anni dopo, parlando davanti a circa 3.500, radunatesi davanti allle porte del Parlamento. “Sette anni fa ci hanno perseguitato perché volevamo ascoltare la voce del popolo catalano – ha detto ai suoi sostenitori – , anni fa è iniziata una repressione molto dura”. “Hanno trasformato l’essere catalano in qualcosa di sospetto. Siamo ancora qui perché non abbiamo il diritto di dimetterci”. Puigdemont ha affermato che la vittoria al referendum del 2017 ha comportato una “feroce repressione”: “Non ci interessa essere in un Paese in cui le leggi sull’amnistia non concedono l’amnistia”.

 

fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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