Ci sono parecchie sindromi ‘strane’ per chi non ne è (magari ancora) affetto. Patologie difficili da scoprire che, purtroppo, non hanno cura. Ce ne sono diverse collegate alle orecchie. Una di queste è la misofonia. Alcune persone hanno chiesto come si fa a capire se si soffre di misofonia.
Chi è affetto da misofonia ha difficoltà a tollerare determinati rumori. I più comuni sono: masticazione, deglutizione, clic ripetuti ( suoni di schiaccio), sfregamento su tessuto, legno o vetro. Questi suoni, percepiti come sgradevoli, possono portare a reazioni violente, indipendentemente dalla loro intensità.
Come aiutare chi soffre di misofonia? Il 13 maggio 2020, la risposta arriva: «per la misofonia, ad oggi, non è stata trovata alcuna soluzione medico preciso. Generalmente, si utilizza la psicoterapia o terapia del suono».
«Se qualcuno dei bambini masticava una gomma o mangiava o batteva le unghie sul tavolo, avrei voluto fuggire» ha raccontato Melissa Gilbert a People. Si riferiva alle scene girate nella scuola ne La casa nella prateria. «Diventavo rossa come una barbabietola e i miei occhi si riempivano di lacrime e me ne stavo lì seduta sentendomi assolutamente infelice e orribilmente in colpa per comportarmi in modo così odioso verso tutte le persone che amavo».
Oggi, a 60 anni, l’attrice ha scoperto di soffrire di misofonia, dunque non era pignola e schizzinosa, anzi affetta da malattia neurologica che ai tempi, forse, non era conosciuta.
Grazie al centro della Duke University di Durham ( Gran Bretagna) che studia questo disturbo, finalmente, l’attrice ha trovato delle risposte. «La misofonia non è andata via, ma mi hanno fornito degli strumenti per tenerla sotto controllo»» ha spiegato. Ha concluso dicendo: «La misofonia è reale e può essere incredibilmente debilitante. I ricercatori stanno studiando per capirne le cause, ma ci sono già metodi per avere aiuto, basato su evidenze la scientifiche».
Come abbiamo visto, esiste la psicoterapia, ma la terapia del suono, secondo le informazioni del 13 maggio 2020, parrebbe essere molto utile ai soggetti che sono affetti da questa sindrome. Come funziona? Si espone il paziente al suono fastidioso e lo si obbliga ad ascoltarlo regolando l’intensità così da comprendere quando inizia la reazione violenta. Lo scopo è quello di riadattare il malato al ‘mondo comune’ aumentando la soglia di sopportazione al suono sgradito. Si spera che, così facendo,in futuro il soggetto possa riuscire a controllare gli effetti negativi che questi rumori hanno su di lui.
Si spera che la ricerca vada avanti.
Fonti:
ilcorrieredellasera.it
www.progettoudirevarese.it
amplifon.com