Patto UE e PNRR: E’ polemica tra il Ministro Giorgetti e il Commissario UE Gentiloni, in vista del patto di stabilità

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La legge di bilancio diventa prioritaria, se non necessaria per l’entourage politico italiano, al rientro dalle ferie d’Agosto. Mentre, milioni di italiani sono impegnati al rientro dalle ferie, in una domenica da bollino nero, per quanto riguarda il traffico sulle principali arterie che collegano le località di villeggiatura con le grandi città, la maggioranza guidata da Giorgia Meloni, dovrà fare quadrato sull’assetto finanziario del paese.

Roma- Il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta pensa al debito e al piano strutturale che l’Italia dovrebbe inviare entro poche settimane a Bruxelles, il rientro dalle vacanze sveglia i fantasmi della manovra di bilancio, della legge di bilancio, ma soprattutto quello del PNRR. Al  Meeting di Rimini sull’amicizia tra i popoli,  non si parla di manovra, ma di un botta e risposta tra il Ministro dell’Economia Paolo Giorgetti e il Commissario Europeo  per gli Affari Economici Paolo Gentiloni, uno scambio di opinioni “chiaramente divergenti”, fra due alte cariche contrapposte sul piano politico, più che un dibattito, si tratta di un botta e risposta tra Europeisti e Sovranisti, con il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta che introduce in un suo discorso l’importanza dell’Europeismo, toccando il tema dell’essenzialità e bacchettando i conti pubblici dell’Italia e le carenze strutturali nell’area euro. L’Italia è l’unico paese nell’area euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito e pari a quella per l’istruzione”, ha specificato Panetta nel suo discorso, “di conseguenza l’alto debito sta gravando sul futuro delle giovani generazioni e questo limita le loro opportunità. Affrontare il nodo del debito richiede politiche di bilancio orientate alla stabilità, inoltre, queste politiche devono essere accompagnate dall’accelerazione allo sviluppo economico, essenziale per la graduale riduzione del debito. In ultima analisi, bisogna innescare un circolo virtuoso attraverso una prudente gestione dei conti pubblici, affiancata da un incremento della produttività e della crescita, credo che questa sia la via maestra per rafforzare le nostre politiche e per alleggerire il peso della spesa per gli interessi”. Un discorso, quello del Governatore Panetta, che lascia intendere la convinzione che senza Europa non ci sarà progresso, non ci sarà crescita, ma soprattutto, non ci sarà spirito di cooperazione e lo stesso  Governatore a ricordare il tratto storico del famoso e incisivo Piano Marshall, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando c’era la necessitò di ricostruire un’Europa sotto le insegne della prosperità e della pace. “Ora come non mai, ci sarebbe la necessità di cogliere l’essenziale, tralasciando il superfluo, solo in questo modo potremmo migliorare e far crescere l’Europa, consegnandola alle nostre future generazioni” , così termina il discorso del Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, evidenziando la necessità dell’europeismo, ma soprattutto la necessità di alleggerire il debito, potenziare le strutture e puntando su produttività, crescita e politiche di sviluppo economico  orientate alla stabilità  di bilancio e al rilancio del sistema paese in un’Europa sempre più esigente.

Il Ministro Paolo Giorgetti ospite del Meeting per l’amicizia tra i popoli, sembra glissare non solo sulla manovra, ma anche sul discorso riguardante i piani gestionali e di rilancio economico e strutturale del PNRR. “Sembrano i piani quinquennali varati in epoca sovietica”, ha detto il ministro rincarando la dose sul Patto UE, “un patto che costringe ad una fase di corto respiro”, mentre secondo il Commissario UE Paolo Gentiloni, potrebbe essere salvifico nel lungo periodo, “con un incremento gestionale e operativo che potrebbe dare ulteriore rilancio all’economia italiana”. Un batti e ribatti che riguarda non solo il colore politico, PD e FDI, ma le diverse ottiche in chiave economica con una manovra impostata sulle capacità imprenditoriali, sul binomio capitale e imprenditore e una manovra impostata sui piani di stabilità finanziaria in larga parte condivisi nell’Unione Europea e strutturati nel corpus del Patto UE. 

All’ombra delle criticità strutturali ed economiche evidenziate dal Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, europeista e molto incline alla crescita, alla virtuosa gestione dei conti pubblici e alla riduzione del debito sugli interessi, Paolo Gentiloni e Paolo Giorgetti, le massime cariche istituzionali ed economiche nel nostro paese, montano un teatro di divergenze in merito alle opinioni che evocano sempre e comunque quei temi caldi della politica economica nazionale, incentrati nell’ottica sovranista e nell’ottica ecumenista, ma sì, andiamo ad arricchire il nostro linguaggio sempre più  politicamente confusionario e poco chiaro di fronte alla confusione del populismo, del sovranismo e di quelle teorizzazioni politicizzate del Ministro Paolo Giorgetti, sul PNRR. Una battuta di larga intesa, che non tarderà a Meeting in corso ad essere riconfermata in chiave imprenditoriale e capitalista. “un politica Keynesiana all’amatriciana”, altro missile lanciato per Paolo Gentiloni, altro dibattito poco distante dalle polemiche, dove tutto si incentra sulla politica economica da perseguire in Italia e con la Banca d’Italia rappresentata da  Fabio Panetta nei panni di spettatore di riguardo.

Una cifra da 196 miliardi di euro è lo scudo di Paolo Gentiloni in risposta ai piani quinquennali sovietici e a quella politica keynesiana all’amatriciana definita aspramente dal Ministro Giorgetti che continua con la sua vena critica in merito alla proroga, richiesta in sede europea e riguardante i piani del PNRR legati alle spese, fino al 2026. “Con il diktat imposto da Bruxelles, siamo costretti ad una politica di bilancio di corto respiro”, spiega Giorgetti continuando ancora a disfare l’importanza del PNRR.

Paolo Gentiloni glissa sulle battute al vitriolo del Ministro, continua con l’importanza del PNRR e di un’Italia che potrebbe beneficiare della cifra di ben 196 miliardi di euro e i piani non sono quinquennali, un modo anche per ammorbidire quell’antisovietismo sperticato dal Ministro Giorgetti (non si può pronunciare una qualsiasi operazione finanziaria, utilizzando la parola piano quinquennale, potrebbe irritare parecchio i quadri dirigenti FDI), ma urgenza e praticità sono gli imperativi categorici e improrogabili del Commissario UE Paolo Gentiloni. Ad accelerare la necessità di far quadrato sulle sorti del PNRR, ci sarebbe anche il rinnovo nei delle cariche in seno alla commissione, i governi sono chiamati a fornire i nuovi nomi da inserire nell’organico di rappresentanza UE. Dopo il voto a Bruxelles, le forze euroscettiche hanno perso quotazioni, un motivo in più per Paolo Gentiloni( il suo mandato scadrà tra due settimane) di continuare a battere l’incudine e a ribadire che l’Italia non ha ancora intrapreso un piano di riduzione del debito, “inoltre”, spiega lo stesso Gentiloni(Fonte Ansa), “il Patto UE  rappresenta piani quadriennali, quinquennali, ma anche settennali, con una prospettiva di lungo periodo. Se non riusciamo a spendere questi soldi, non è un deficit burocratico e amministrativo che riguarda la progettualità lavorativa in seno all’Unione Europea, ma un problema riguardante la burocrazia del nostro sistema paese”.

La fermezza del Ministro Giorgetti è sempre la contro risposta al Commissario Gentiloni. Il Ministro dell’Economia, vuole allungare i tempi del Patto di Stabilità, non fa nessun riferimento al discorso del Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta e continua sulle sue precisazioni in merito all’aggiustamento dei conti pubblici nel giro di sette anni, per quei paesi che rispettano i piani del PNRR, nessuna menzione da parte del Ministro sulla manovra, ne tantomeno sulla Legge di bilancio.

Paolo Gentiloni critica anche la narrazione della crescita tricolore che nell’ultimo trimestre, secondo il Commissario UE,è  delle 0,2%  paragonata alla vicina Francia che sarebbe su una stima dello 0,3%, “molto simili, non vedo dove siano le differenze di crescita tra Italia e Francia”. Un dibattito che ha rispecchiato le criticità di un’Italia che denota una vena polemica verso l‘Unione Europea e un debito che la dice lunga sul sistema economico finanziario dell’intera nazione. Nel frattempo, sullo sfondo appare una manovra da 25 miliardi, ne servono urgentemente 15 per rimanere nel percorso concordato. Crescita, Sviluppo economico, dovrebbero essere le nuove armi per ridurre il debito e ossigenare il connettivo socio economico, le ricette keynesiane in parte, hanno salvato parecchie economie dal baratro. I piani di ripresa quinquennali, sono un lontano ricordo, che fino agli anni 60 e 70 e per una buona parte degli anni 80, hanno rimesso in piedi economie di mercato in paesi che non avevano nemmeno le più semplici e basilari nozioni di economia e finanza, con il tempo i governi hanno sperimentato nuove forme di interventi economici per sostenere la crescita e lo sviluppo economico, i piani quinquennali sovietici, sono solo un lontano ricordo.

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