Il critico d’arte Mauro Di Ruvo a Palazzo Trinci introduce per la prima volta “L’eidolon di Dante”

Umbria

Di

Data e ora: 24 ottobre 2024, ore 18.00

Luogo: Palazzo Trinci, Sala Rossa, Foligno

Ancora una volta il critico d’arte e classicista lucano dott. Mauro Di Ruvo, originario di Lavello, porta lungimiranza intellettuale e innovazione culturale, valori propri dell’antico spirito lucano, in una nuova terra che qualche secolo fa ospitò le vestigia di Dante Alighieri. Non sarà la grande metropoli romana, ma Foligno in provincia di Perugia, dove il classicista lucano attualmente si occupa di Etruscologia e Diritto romano.

E proprio sul Sommo Poeta terrà questa volta la sua lectio in un convegno intitolato “L’eidolon di Dante. Il codice dell’Inferno” che vedrà seduti al tavolo importanti relatori del mondo accademico conosciuti anche in Oltralpe, come il prof. Marco Grimaldi docente di Filologia dantesca alla Sapienza, il prof. Donato Loscalzo docente di drammaturgia e lett. greca all’Università di Perugia, e la dott.ssa Valeria Annunziata grecista e ricercatrice della Scuola Normale Superiore di Pisa.

 

Col patrocinio della Provincia di Perugia e del Dipartimento di Lettere-Lingue, Letterature e Civiltà antiche e moderne dell’Università di Perugia, il convegno è stato promosso dall’assessorato del Comune di Foligno, e ha avuto l’appoggio delle due prestigiose Società Dantesca Italiana presieduta dall’insigne prof. Marcello Ciccuto insieme all’Associazione Umbria-Grecia Alarico Silvestri e la Nuova Antologia di Firenze, presieduta dal prof. Cosimo Ceccuti.

Un progetto che a nome del critico risuona di grande prestigio nazionale non solo per la nostra Basilicata ma anche per le Istituzioni della Regione Umbria, dal momento che “a Palazzo Trinci non s’era mai trattato il problema filologico della Prima Cantica”, dice lo storico lucano, “nella sua interna contraddizione gestazionale di tradizione ellenica”.

“Una tradizione che arriverebbe sino all’Ariosto ma che avrebbe conservato finora, partendo dall’elegiaco Stesicoro (VII sec. a.C), il nucleo della sua contraddizione nella prossemica della nostra lingua italiana” dichiara ancora Mauro Di Ruvo alla nostra redazione.

Un altro convegno questo, il prossimo 24 ottobre ’24 nella Sala Rossa di Palazzo Trinci a Foligno, che sarà nuovamente il tempio della storia e del presente del nostro Paese e che sarà l’ennesimo testimone presso il largo pubblico dell’importanza e dell’altezza cui l’Arte ci espone per vivere il futuro e non semplicemente subirlo. “Leggere Dante” dice infine il critico lucano “non è solo capire lo spirito di una stagione umana, ma soprattutto vivere i limiti della nostra esistenza che per negligenza della quotidiana ragione chiamiamo storia”.

Ci sarà a seguire, dopo l’austero ma appassionante dibattito accademico su Dante tra i vari relatori, anche la discussione di un libro che ormai ha introdotto in Italia una prospettiva del tutto originale e gradiente della Basilicata, attraverso una “lettura metamorfica” (parole dell’autore) del sentimento sociale.

Si tratta ovviamente del romanzo “Pasqualino Apparatagliole” dello stesso Mauro Di Ruvo, pubblicato a Grottaminarda per la Delta Tre Edizioni lo scorso ottobre e già presentato a Roma dal mitico Cecchi Paone all’interno delle sale vaticane di Palazzo Maffei Marescotti.

Un libro che parla non solo della nostra storia di Meridione post-bellica, ma rintraccia con sorprendente e lucida attualità il dramma della miseria degli emarginati, «ai quali soltanto – dice l’Autore – tocca d’essere gli ultimi eroi di un mondo perduto oggi: quello che la Storia non ha mai più ritrovato».

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