Il processo di guarigione dopo una delusione: 3 consigli pratici

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Si può guarire da una delusione? Sì, ma ci vuole tempo: è questa la prima premessa – doverosa – da fare. Stiamo parlando di un processo talvolta lungo, che può prevedere dei passaggi essenziali. Come esprimere le proprie emozioni, senza reprimerle.

Sì, perché, quando una persona ti delude profondamente – partner, amico, familiare – si prova un’emozione che, in realtà, è un’esperienza: un episodio psicofisiologico in cui si mettono in moto altri sentimenti contrastanti.

Accettare la situazione

Sono molti i modi in cui è possibile affrontare una delusione. Il primo passo è sempre il più difficile, perché si deve scendere a patti con quello che è successo. Spesso, una delusione peggiora con il tempo perché non è stata metabolizzata: guardare al futuro diventa quasi impossibile e ci si aggrappa al passato.

Non potendo tornare indietro nel tempo, lo step da fare – che non è così banale come sembra – è accettare la delusione. Accettare l’evento. Quelle parole “di troppo”, proferite magari da una persona amata. Quel gesto che magari ha rovinato il rapporto.

Dal punto di vista psicologico, la delusione viene letta come una risposta emotiva che include ulteriori sentimenti, tra cui frustrazione, tristezza e rabbia. Spesso, gestire le aspettative tradite porta a un crollo emotivo: ecco perché, a piccoli passi, l’accettazione diventa la strada migliore per ritrovare l’equilibrio.

Prendersi il proprio tempo

Il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo per fronteggiare una delusione, piccola o grande che sia. Ed è altrettanto importante capire che non c’è un “tempo” giusto per risolvere questo conflitto. Accelerare il processo potrebbe rivelarsi una mossa potenzialmente sbagliata, un giorno.

Questo principio si basa su una verità: nessun essere umano è uguale all’altro. Ognuno reagisce in base ai propri tempi. Ognuno guarisce da una delusione rispettando se stesso e il proprio dolore.

Certo, allungare i tempi è sbagliato, crogiolarsi nella delusione non fa altro che peggiorare le cose. Ed è questo il motivo per cui il tempo e l’accettazione sono due step che vanno di pari passo. Uno sorregge l’altro, nella speranza che, un giorno, alzandosi dal letto, quella delusione non sarà che un ricordo, e non più un rancore o un rimpianto.

Ripartire da zero

Abbiamo descritto poc’anzi il “giorno zero”. Il momento esatto in cui tutti quei sentimenti negativi legati alla delusione sono svaniti, o sono presenti in una percentuale minore rispetto al passato.

Ed è qui che si riparte da zero. Non si tratta di cancellare o eliminare l’evento, ma di accettare, imparare, andare avanti. Voltare pagina e scrivere un nuovo capitolo della propria vita.

Vale per la maggior parte dei rapporti: d’amore, d’amicizia, in famiglia, sul posto di lavoro. Vale soprattutto perché, in concomitanza di una grossa delusione, arriva di frequente un senso di insoddisfazione generale, con la conseguente voglia di cambiamento.

Sebbene non tutti abbiano sempre voglia di ripartire da zero, il vero cambiamento risiede nell’atto di chiudere quel capitolo, per non scadere in comportamenti ripetitivi, e adottare nuovi modi di pensare, di essere, di vivere. Aspetti che stimolano la rinascita e che migliorano la vita, un passo dopo l’altro.

 

 

 

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