Messico, Sinaloa ripiomba nel terrore dei cartelli: 19 morti in una settimana

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Le autorità messicane hanno registrato sette omicidi nello stato occidentale di Sinaloa, l’ultimo episodio di violenza in una zona in cui sparatorie sempre più frequenti alimentano i timori di un possibile scoppio di una guerra all’interno del cartello.

Con queste morti il ​​numero degli omicidi avvenuti questa settimana sale a 19, dopo che tra lunedì e giovedì ne erano stati registrati 12. In una dichiarazione rilasciata venerdì sera, la procura di Sinaloa ha affermato che le ultime vittime sono state trovate in quattro località separate. Due persone sono state uccise nel capoluogo Culiacan e cinque nel comune di Concordia, entrambi descritti nella dichiarazione come luoghi “in cui si sono verificati eventi violenti tra gruppi criminali”.

Sinaloa, sulla costa del Pacifico, è la base del potente cartello di una banda di narcotrafficanti un tempo guidata dal boss Joaquin “El Chapo” Guzman, che ora sta scontando una condanna all’ergastolo negli Stati Uniti. L’arresto a luglio di un altro veterano capobanda, Ismael “El Mayo” Zambada, ha alimentato i timori di lotte intestine e di lotte per il territorio. Venerdì la procura ha inoltre dichiarato di aver ricevuto otto segnalazioni a Culiacan di uomini rapiti.

A Culiacan, le attività commerciali sono chiuse, i trasporti pubblici sono stati ridotti e i festeggiamenti per il Giorno dell’Indipendenza sono stati annullati a causa dell’aggravarsi della violenza.

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