Ferito (ma non grave) anche un amico, arrestato un 40enne moldavo. La vittima era un attivista del centro sociale Rivolta di Marghera
Autore: Piero Bonito Oliva
ROMA – Morto per aver tentato di sventare una rapina. Giacomo Gobbato, 26 anni di Mestre, è stato ucciso mentre cercava di sottrarre una donna al suo assalitore. Fatale una coltellata all’addome. A nulla sono valsi i tentativi dei medici, il giovane è deceduto dopo poco all’ospedale dell’Angelo.
Non sono gravi invece le condizioni del 25enne Sebastiano Bergamaschi, amico di Gobbato con cui aveva condiviso il nobile gesto. Anche lui ferito dopo aver affrontato il malvivente, se l’è cavata con qualche lieve taglio a una gamba ed è già stato dimesso.
L’aggressore, un moldavo di 40 anni, è stato arrestato dalla polizia. Dopo aver colpito mortalmente Gobbato, ha ferito un’altra donna, in un secondo tentativo di rapinarla a poche centinaia di metri di distanza dalla prima aggressione.
LA DINAMICA
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il delitto è avvenuto intorno alle 23, in corso del Popolo a Mestre, nei pressi della sede del Liceo artistico Guggenheim. I due giovani stavano accompagnato un’amica a casa, di ritorno da una festa, quando hanno sentito le urla della donna a cui il rapinatore stava sottraendo lo zaino. Hanno quindi deciso di intervenire. Per Giacomo, quella scelta si è rivelata fatale.
IL CENTRO SOCIALE: “HA SEMPRE LOTTATO PER SOCIETA’ INCLUSIVA”
Tra gli amici c’è dolore e sconcerto. Giacomo (così come l’amico Sebastiano) era un attivista del centro sociale Rivolta di Marghera. In un post, l’associazione ha ricordato così la vittima: “Questa notte due nostri compagni sono stati accoltellati mentre difendevano una donna che stava subendo una rapina. Uno ha riportato gravi ferite ed uno ha perso la vita. Questo per noi è il tempo del dolore. Troppo dolore, un dolore che toglie le parole. Quello che pensiamo, tutto quello che proviamo, troveremo il modo di dirlo. A breve. Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usate da chi semina odio. C’è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle. E tutto questo succede in una città abbandonata da anni a se stessa. Non accettiamo strumentalizzazioni. E non le accettiamo per Giacomo che sarà sempre con tutt3 noi e per Sebastiano che è con il cuore a pezzi. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo. Ciao Giacomo sarai sempre con noi”.
IL SIT-IN
In un successivo post, il Centro sociale Rivolta di Marghera ha poi annunciato un sit-in di raccoglimento in memoria dell’iscritto scomparso. “Compagni persi mai scordati, altri appena nati, li sento addosso sulla pelle come tatuaggi.” Giacomo è morto perché non si è girato dall’altra parte, non ha fatto finta che tutto andasse bene perché era un fratello generoso che quotidianamente lottava contro le ingiustizie, per un mondo più giusto e senza discriminazioni. É così che vogliamo ricordarlo, nelle sue e nelle nostre lotte, e per questo invitiamo tutt3 a vederci e stare insieme oggi pomeriggio alle 17:00 in Corso del Popolo 80, all’altezza del liceo Guggenheim”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it