Per gli investigatori è ormai chiara la dinamica della tragedia familiare che si è consumata venerdì pomeriggio a Lavagno, in provincia di Verona
Autore: Piero Bonito Oliva
ROMA – Ha prima sparato al figlio, poi si è tolta la vita.
Per gli investigatori è ormai chiara la dinamica della tragedia familiare che si è consumata venerdì pomeriggio a Lavagno, in provincia di Verona, dove una 58enne ha prima cercato di uccidere suo figlio di 15 anni con un colpo di pistola alla testa, a seguire ha puntato l’arma contro se stessa.
La ricostruzione dei carabinieri è stata confermata dal test dello stub, che ha fornito ulteriori elementi a suffragio della tesi dell’omicidio (tentato)-suicidio.
La Procura di Verona ha fatto sapere che “al momento l’ipotesi indiziaria più accreditata è quella del tentato omicidio del ragazzo compiuto dalla madre che poi si è suicidata, la donna da tempo aveva problemi sanitari”. Non è ancora chiaro di che tipo di disturbo soffrisse.
E’ stato il marito della donna ad avvertire le forze dell’ordine. L’uomo, rientrando a casa, una villetta in via Galileo Galilei, ha ritrovato la consorte e il figlio riversi a terra. Ha quindi avvertito carabinieri e 118 che sono accorse a soccorrere il quindicenne, ora ricoverato in condizioni disperate nel reparto di neurianimazione al Polo ospedaliero Confortini.
I LITIGI
Dissidi familiari andavano avanti da tempo. Lo confermano le parole del procuratore Raffaele Tito, titolare delle indagini: “Durante la deposizione in caserma l’uomo avrebbe ammesso i litigi che ultimamente c’erano tra la moglie e il figlio adolescente. Certo mai avrebbe immaginato un simile epilogo. I vicini confermano, testimoniando i litigi che ormai da giorni sentivano uscire dalla casa di via Galilei. Sul posto è stata trovata e sequestrata una pistola, detenuta dal padre della donna (deceduto da tempo), sulla quale sono in corso gli accertamenti del caso. Nel contesto delle investigazioni sono state compiute svariate attività d’indagine, quali acquisizioni di informazioni da parenti e persone informate sui fatti e acquisizioni di videoregistrazioni al fine di ricostruire nel dettaglio gli eventi. Il marito e padre è stato sentito come persona informata dei fatti. Nessuno allo stato è stato iscritto sul registro indagati”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it