Salviamoci il maiale, siamo Cristiani!

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Oltre centomila maiali abbattuti in Italia, minacciata una delle nostre tradizioni alimentari più apprezzate

Il pascolo dei maiali nel bosco. Miniatura su pergamena tratta dalle Très riches heures del duca di Berry, 1440 circa (Chantilly, Musée Condé).

    L’allevamento del maiale era noto già dai tempi degli Egizi e citato nei Vangeli, si sviluppava soprattutto in alture e vicinanza di boschi grazie all’abbondanza di ghiande e altri frutti. Nel MedioEvo non era raro usare i maiali come spazzini a costo zero, anzi dopo le feste, per pulire e togliere rimasugli di cibo in piazza, gli allevatori pagavano anche una tassa alle Autorità Comunali.

      Il maiale non è un erbivoro, si ciba di tuberi, noci, carote, tutte cose di cui si nutre anche l’uomo. Questo significa che allevare suini costringeva  a riservare una parte del cibo prodotto per il proprio consumo a questi animali. Nelle regioni con poca acqua era  più conveniente allevare capre o pecore e gli ovini hanno sempre prevalso  nei territori desertici o semidesertici, come il Sinai e la penisola arabica, non certo favorevolissimi a un animale che necessita di fresco come il maiale.

     La religione poi fu in grado di rinforzare la convenienza con il divieto di nutrirsi di maiale sia per Ebrei che per i Musulmani. Nella Bibbia, e più precisamente nel libro del Levitico compare la proibizione di cibarsi di ogni vertebrato terrestre che non rumina,come, per esempio, il maiale: perché sono immondi e chiunque li toccherà sarà immondo, anche il Corano vieterà di alimentarsi di maiale,  perchè considerato un animale sporco. Il maiale ha però uno spesso strato di grasso sottocutaneo che deve sempre raffreddare e quando non ha possibilità di bagnarsi cerca di ridurre la temperatura rotolandosi  anche nel fango favorendo la sua sporca nomea.

Però il maiale  è il miglior convertitore di energia vegetale in carne: nel corso della sua vita arriva a convertire in carne il 35% del suo peso, Gli ovini arrivano a convertirne il 13%, mentre i bovini il 6,5%. Questo vantaggio si riflette nella spesa quotidiana di oggi, con la carne di maiale più economica di quella di bovino, un consumo elavato di prosciutti cotti e crudi e altri salumi, e il vanto del made in Italy che va difeso da questa emergenza sanitaria. I maiali abbattuti negli allevamenti dall’inizio dell’epidemia di pesta suina africana (PSA) dal mese di gennaio 2022 sono 117.879, questa estate 2024, con l’arrivo massiccio della peste suina in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, il numero di maiali abbattuti è a quota 89.458 capi in 60 giorni il disastro di questi due mesi, non è ancora finito, visto che altri abbattimenti sono in corso.

Umberto Palazzo

Editorialista de Il CorriereNazionale.net

 

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