Il suo volto era segnato da una indelebile ma fascinosa malinconia, che lo accompagnava in tutte le maschere che metteva in scena, garantendo sempre uno stile anti caricaturale e celebrativo. Nonostante la sua forte prestanza cinematografica, i suoi ruoli non erano mai prevedibili. Sfuggendo alla banale etichetta del tenebroso latin lover, tatuatagli dopo aver interpretato il suo omonimo nel film La dolce vita di Fellini, Marcello Mastroianni ha voluto rendere la sua carriera un melting pot di personaggi, un’analisi sociologica dell’uomo del tempo, che assorbisse i cambiamenti storici e culturali di un’Italia fragile, e trasformarli in simboli di un uomo di oggi.
Ogni interpretazione aveva il suo ciclo vitale, ogni volta sempre diverso. Infatti, dopo il personaggio dell’insoddisfatto giornalista di una Roma avvizzita nei salotti mondani , Mastroianni ha vestito i panni del Bell’Antonio nel film di Mario Bolognini, un uomo che per assecondare il buon costume ed il buon nome della famiglia sarà protagonista di un matrimonio combinato, che lo metterà di fronte alle sue intime fragilità. Passerà dal marito infedele e poi tradito nella Sicilia bigotta anni ’60 in Divorzio all’italiana di Pietro Germi, all’omosessuale in Una giornata particolare accanto a Sofia Loren, ed addirittura all’uomo gravido nella commedia francese Niente di grave, suo marito è incinto di Jacques Demy.
Ha sempre preferito il cinema al teatro, perché per lui rappresenta una dimensione alternativa, è una para-realtà in cui si può dare voce ai diversi, agli outsider, ma anche ai convenzionali dolcemente anarchici, senza che ci sia l’esigente sovrastruttura scenica, dove chiunque può incarnare quell’ipnotica empatia che catalizza il cinematografo. Tutti possono salire sulla giostra magica del cinema, che siano essi intellettuali o avanzi di galera. Un’arte esclusiva ed autentica, resa popolare ed immaginaria.
Il suo battesimo cinematografico avviene con Domenica d’agosto di Luciano Emmer, dove interpreta un giovane modesto vigile urbano, che progetta di metter su famiglia, alle prese con una Roma deserta nel periodo della calura estiva, da cui tutti fuggono in cerca di refrigerio.
Ma Mastroianni, l’Attore, nasce con La dolce vita, dove Marcello (questa volta in chiave di protagonista) prende forma dopo un incontro avuto con Fellini sulle spiagge di Fregene. Il regista gli confidò che per quel film il produttore Dino De Laurentiis avrebbe voluto Paul Newman, ma per il Maestro la stella troppo brillante di Hollywood avrebbe abbagliato il personaggio. Fellini aveva bisogno di un volto qualunque. E lui, allora, lo aveva.
Un volto poi diventato esclusivo. Il volto di Marcello Mastroianni.