Il Direttivo del comitato “L’Altra Verità” (laltraverita2023@gmail.com), costituito da Ermelinda Cobuzzi, Cristina Fasani, Natalia Pratesi ed Elisabetta Stellabotte, che è stata ascoltata in Commissione Covid (prima riunione), ha diramato una nota stampa, con alcune sottolineature in merito. Ricordiamo che il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, a nostro parere inopportunamente presente in commissione, aveva replicato alle dichiarazioni della Stellabotte.
La nota stampa ricorda che in sede di commissione d’inchiesta sulla Gestione COVID, i rappresentanti sono stati invitati ad esporre i fatti su quanto accaduto ai loro cari, deceduti in Ospedali Italiani, le cui morti sono state classificate impropriamente come morti COVID.
Sono stati concessi dieci minuti. Un tempo minimo e insufficiente ad esporre una tragedia nella quale hanno perso la vita circa 200 mila persone e che ha distrutto l’esistenza dei rispettivi familiari, vittime fine pena, di una rabbia, un dolore e di sensi di colpa implacabili, responsabili solo di essersi fidati di un sistema sanitario criminale.
“Abbiamo comunque cercato, nel breve tempo a nostra disposizione, di portare alla luce i punti fondamentali di questa assurda vicenda”, si legge.
In primo luogo hanno affrontato la questione delle autopsie, all’epoca dei fatti, caldamente sconsigliate. Hanno sottolineato l’inefficacia del protocollo Tachipirina e vigile attesa. Dimostrato la quasi inesistente medicina di base sul territorio Nazionale, con MMG che non visitavano i pazienti, paradosso di terapie domiciliari negate e con la totale abolizione di diritto tempestivo di cura dell’ammalato, al quale veniva tolto il contatto-conforto della presenza o della voce di un familiare, anche da dietro ad un vetro, bardati magari come lo erano i sanitari.
“Sono stati protocolli scellerati e dall’esito disastroso che nessuno ha avuto la coscienza di bloccare anche dopo l’evidenza della loro inefficacia”.
Hanno raccontato la condanna a morte dell’intubazione forzata, che quasi sempre rappresentava una strada senza ritorno. Ripercorso la discriminazionie e i maltrattamenti subiti, fino ad arrivare alla parte più feroce di tale esperienza: la restituzione del cadavere in un sacco nero.
“A noi ricordiamo, è stata negata la possibilità di vedere il corpo del nostro caro defunto, in circostanze così atroci e negando ad esso, spesse volte, anche la degna sepoltura. Dignità che a nessun essere umano andrebbe negata. Il nostro è stato un excursus dall’inferno nella quale siamo piombati e al quale nessuno dovrebbe essere mai condannato. Eppure malgrado questo, siamo state attenzionate di giudizio e pregiudizio anche in sede di audizione. Soprattutto dai rappresentanti del Movimento 5 stelle, dai quali veniamo etichettate come le solite no vax, incapaci di senso critico e ovviamente, mine vaganti che sparano a zero, su chi invece, il proprio dovere lo ha fatto con assoluta dedizione. Chiudiamo evidenziando la necessità di fare chiarezza, sugli errori e sulle scelte rivelatesi così evidentemente sbagliate, e a nostro avviso guidate dalla volontà di fare male e non dall’ignoranza. Ribadiamo inoltre che noi familiari siamo la parte lesa, coloro ai quali ancora nessuno ha chiesto scusa, e quindi non l’oggetto, dell’inchiesta suddetta e neppure il capro espiatorio dell’opinione pubblica. Perciò rimandiamo al mittente, le offese gratuite e le prese di posizione indignate, di chi si sente minacciato perché sicuramente non ci riguardano. Noi, abbiamo altre priorità. Per esempio pretendiamo giustizia. La credibilità di ciò che affermate dovete supportarla da fatti e non da chiacchiere. Per quello, avete avuto quattro anni di tempo. Forse, oggi, sarebbe gradito, un rigoroso silenzio, che ha il sapore del rispetto e delle scuse che nessuno ancora ha avuto l’ardire di rivolgerci”.
In conclusione, in merito a queste osservazioni del Comitato “L’Altra Verità” rivolte ai rappresentanti del Movimento 5 stelle e Conte in particolare, presente inopportunamente in quanto facente parte della Commissione Covid, ci preme sottolineare che, partendo dalle accorate testimonianze dei parenti delle vittime che hanno chiamato in causa Conte Giuseppe, si auspica che la commissione raggiunga una meta di chiarezza doverosa.
Si riuscirà a fare questo visto che durante la prima riunione con le vittime del Covid, Giuseppe Conte è andato subito all’attacco delle associazioni dei familiari?
Quale è il suo gioco, il motivo per cui è entrato in commissione? Vuole ribaltare il tavolo, trasformandosi da accusato ad accusatore, puntando assurdamente il dito contro le vittime?
Un po’ dapertutto si stanno mettendo sotto accusa i gestori del Covid e sarebbe paradossale che in Italia anche la commissione d’inchiesta, anziché fare chiarezza e far tornare un po’ di fiducia nelle istituzioni, fosse usata per mettere sul banco degli accusati le vittime, che hanno già pagato un prezzo troppo alto.
Vito Piepoli