Quando il profumo della distrazione diventa il fiuto per la carriera.
Dai duty-free agli scivoloni storici, la traiettoria inarrestabile del campione della politica italiana
C’è chi sostiene che ogni popolo ha i governanti che si merita. Se guardiamo a Piero Fassino, un uomo che riesce a unire gaffe storiche, episodi di distrazione fragrante, e un’invidiabile capacità di giustificare lo stipendio di un parlamentare come se fosse una questione di sopravvivenza, non possiamo che ammetterlo: gli italiani se li meritano proprio, questi politicanti.
E chi meglio di Fassino può incarnare questa meritocrazia del surreale? Non bastavano i soliti scivoloni di chi, con l’aria da sapiente, commette errori di una banalità quasi commovente. Fassino, dal suo piedistallo, decide di fare scuola. Ricordate quando ha scambiato Varsavia per Roma? Ebbene sì, il 16 ottobre 2024, mentre voleva commemorare il Ghetto di Roma, ha pensato bene di accompagnare il tutto con una bella foto di Varsavia. Un tocco esotico, verrebbe da dire, che ci ricorda quanto Fassino, più che un maestro di politica, sembri un apprendista del fact-checking.
E non dimentichiamo la faccenda del profumo rubato — o meglio, “involontariamente” messo in tasca — al duty-free di Fiumicino lo scorso aprile 2024. Secondo Fassino, è stato solo un peccato veniale: doveva rispondere a una telefonata (ovviamente importante), e non sapendo dove mettere il prezioso flacone, ha pensato bene di farlo scivolare nella tasca. Uno stratagemma semplice, quasi geniale, che ha solo avuto il piccolo inconveniente di attivare l’allarme antitaccheggio. Ma Fassino, con l’eleganza di chi sa sempre come uscire dalle situazioni più scomode, ha subito risarcito con una somma maggiorata. Perché, dopotutto, chi potrebbe mai dubitare di lui?
Certo, c’è da dire che con uno stipendio di “appena” 4.718 euro netti al mese, come ha candidamente mostrato a tutti lo scorso agosto 2023, forse non è così strano che debba fare attenzione alle spese. “Non è uno stipendio d’oro”, ha detto Fassino, quasi a giustificare la sua performance da acrobata delle tasche. Certo, il suo cedolino potrebbe essere solo 2,7 volte lo stipendio medio di un italiano, ma chi siamo noi per giudicare? Evidentemente, le sfide della vita parlamentare richiedono sacrifici, e se Fassino decide di destinare parte della sua diaria al partito, è solo per dimostrare quanto sia altruista.
In fondo, come lui stesso ci ricorda ogni volta che parla a titolo personale (cosa frequente), Fassino non è solo un politico. È un vero e proprio campione — non della storia, non della cultura, ma del fiuto, nel senso più profumato del termine.