di Camilla G. Iannacci
Il pensare, la filosofia si esplicita con poche domande sul “cosa, chi, perché” che attengono alla metafisica: sono le domande della domanda mai esauribili definitivamente.
La metafisica… fisica
Non sono le singole domande-ricerche sperimentali della scienza che si aggirano su temi, via via, ben circoscritti.
L’unica domanda che tutti si pongono pur fieramente convinti di non fare della metafisica ovvero di non occhieggiare a una realtà più profonda che si collocherebbe in un altrove, nel trascendente come ci viene tramandato dalla tradizione.
E’ una domanda scevra da ideologie e pregiudizi di sorta sull’esistenza e i suoi perché a partire dal dato inoppugnabile della finitudine dell’individuo.
La metafisica si dispiega sulla domanda delle domande: sull’essenzialità e la problematicità dell’esistenza o l’esistenza come problema e senza cedevolezze o ripiegamenti sul religioso.
L’intersezione di metafisica e ontologia
E’ la domanda sul perché del mondo: la domanda che si pone la fisica e che trascende il momento del contingente, del particolare e va alle radici delle cause: la fisica non confluisce e non si dissolve nel campo del pensare filosofico, conserva le sue peculiarità è qui il nodo inestricabile: l’intersezione della metafisica con l’ontologia: “perché l’essere e non il nulla?”.
L’inesorabile problematicità della vita
E la domanda è appunto sull’essere, la domanda inesauribile sul mondo, sugli enti e sull’ente uomo: sono le prime movenze della filosofia che connotano ancora il pensare.
La filosofia che si risulta oscura, criptica e inutile -”vuoi mettere la concretezza della scienza”? dicono tanti – è essenziale e, come usa dire ora, si può racchiudere in un tweet “cosa, chi, perché”: intorno a questa triade scienza e filosofia trovano la loro ragione d’essere a dimostrazione della insopprimibile e inesorabile problematicità della vita.