La percezione del “bicchiere mezzo pieno” aiuta a vivere meglio la quotidianità, un “bicchiere mezzo vuoto” aiuta solo il furbo ristoratore
Alcuni giorni fa in una modesta trattoria slow food del tarantino con amici, siamo stati accolti con un menù cartaceo indicante i piatti del giorno e alla voce bevande l’oramai abusato “calice di vino” a sei euro cadauno.
Generalmente nelle trattorie apprezzo molto il mezzo litro della casa, ma trovandoci a Grottaglie e non in Germania, con i tedeschi che mettono sempre la tacca sul bicchiere, chiedevo educatamente chiarimenti almeno sulla quantità di vino da versare, cosa che il ristoratore, un pò infastidito, mi indicava con il dito sul bicchiere. Una immediata percezione di “bicchiere mezzo vuoto” mi ha portato a riordinare l’alternativa birra in boccale e con contenuto ben indicato, nella convinzione che dobbiamo sempre sapere prima cosa pagare.
Leggo su riviste di sommelier, che da una bottiglia di vino se ne riempione senza spreco sei calici e una buona bottiglia al prezzo da 25€ nella lista vini ( 2-3 volte il costo pagatoa al fornitore) dovrebbe generare calici da proporre a poco più di quattro euro.
La percezione di un bicchiere riempito a metà come “bicchiere mezzo pieno” è sempre stata ricercata da imprenditori ed esperti di Marketing con l’obiettivo di aumentare produttività e vendite.
Le aziende di successo avvertono che contro la concorrenza sono le risorse umane che fanno differenza. dato che le differenze tra i prodotti si sono ridotte al lumicino e il Mercato con la sua velocità e globalizzazione salva solo i più flessibili e competitivi.
Il pensare positivo impedisce di sprofondare nellʼapatia e favorisce la capacità di risoluzione di problemi. Un ambiente positivo favorisce lʼapprendimento e la tolleranza allo stress lavorativo e anche di fronte a situazioni difficili riesce ad alimentare la speranza con cui ha un legame di stretta parentela.
Ma per essere veramente fonte di vantaggi lʼottimismo deve essere realistico perché un ottimismo ingenuo può anche essere disastroso. Quindi tornando al bicchiere, quando é riempito a metà può essere percepito come mezzo pieno o mezzo vuoto perché siamo influenzati dalle nostre esperienze e dai nostri pensieri e su questi la moderna psicologia ne fa una classificazione abbastanza razionale.
I nostri pensieri si possono distinguere in tre grandi categorie: I pensieri negativi, quelli non funzionali e le immutabili convinzioni di fondo.
I pensieri negativi e automatici sono il rumore di fondo del nostro cervello, vanno e vengono <<automaticamente>>, svolazzano avanti e indietro come uccelli del malaugurio diventano un chiacchiericcio costante che pervade la nostra mente ventiquattrore su ventiquattro , sette giorni su sette; sono idee negative, commenti e brutti pensieri su noi stessi.
I pensieri non funzionali non aiutano ad affrontare concretamente e con elasticità tutto ciò che capita nella vita, sono pensieri fissi, rigidi e condizionanti (…povero me mi va tutto storto)
Le convinzioni di fondo invece riguardano il modo di essere (sono sempre sfortunato….sono una nullità…. non merito alcun affetto….sono un autentico fallito), generalmente si rifanno al nostro passato remoto , alla prima infanzia essendo il sedimento emotivo ed esperenziale accumulato nel corso della vita.
Più si scende verso le convinzioni di fondo, più è difficle cambiare opinione e allenarsi ad affrontare il futuro con “pensiero positivo”
In conclusione, un bicchiere riempito a metà può essere percepito mezzo pieno o mezzo vuoto dando emozioni diverse e poiché le emozioni riflettono i pensieri e i pensieri riflettono i comportamenti, la percezione influenza i comportamenti. In definitiva quando cambiamo opinione cambiano anche le nostre emozioni e la cosiddetta “rivalutazione cognitiva” ci porta a nuovi comportamenti .
Umberto Palazzo
Editorialista de Il CorriereNazionale.net