La tutela della legalità

Ambiente, Natura & Salute

Di

IL ciarpame mediatico evidente in alcuni giornali che commentano la vicenda bacino di laminazione del fiume Retrone a Vicenza configge con leggi, buon senso e tutela della salute.  Trattati, direttive, regolamenti della Unione Europea, norme costituzionali e leggi italiane la cui applicazione è costituzionalmente demandata agli organi della giurisdizione amministrativa diventano oggetti di dileggio da parte di  questi“ killer della informazione”.

Nell’epoca dominata dai mezzi di comunicazione,  risulta indispensabile la figura del giornalista.

A patto però che sia culturalmente e professionalmente preparato e, che abbia una spiccata sensibilità deontologica. Questa rappresenta l’ultimo baluardo a difesa dell’informazione e del diritto dei cittadini a non essere raggirati con notizie imprecise, parziali o addirittura fuorvianti.

Alcune interessate  ricostruzioni mediatiche della vicenda tav a Vicenza è catalogabile senza dubbio tra le  “ post verità” ! Indica la circostanza in cui i fatti oggettivi influiscono in misura minore nella formazione dell’opinione pubblica rispetto, a ciò che fa riferimento a convinzioni personali (solo ? ).

A seguito dell’alluvione del 1966 una commissione interministeriale, presieduta da Giulio De Marchi, aveva proposto una serie di opere di protezione come l’ampliamento degli alvei dei fiumi nei tratti in pianura e la realizzazione di una serie di invasi per assorbire le ondate di piena.

Dopo anni però poco o nulla è stato fatto. Ascoltare quello che diceva il Prof. D’Alpois del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Edile dell’Università di Padova“ In Veneto inoltre i problemi di difesa idraulica sono aggravati  da errori di pianificazione territoriale, attuata nella più assoluta ignoranza della rete idrica. In pianura, in particolare, esistono problemi sia a carico della rete idraulica minore (canali, fossi) che della rete idrografica principale, sottodimensionate rispetto alle portate da contenere. Gli urbanisti sono intervenuti su un territorio concepito per uso agricolo, senza chiedersi se fosse necessario rivedere la gestione delle acque esistente. In soli 50 anni si è assistito a una urbanizzazione diffusa con sempre maggiore cementificazione, all’eliminazione degli invasi disponibili nei fossi (spesso invece utilizzati per costruire piste ciclabili), alla realizzazione di fognature di tipo misto (raccolgono sia le acque di rifiuto urbano che meteoriche) e alla commistione tra reti fognarie e canali della bonifica. Una situazione ha aggravato la vulnerabilità di molte parti della nostra Regione, in conseguenza anche dell’aumentato valore economico dei beni da difendere.   Nel 1966 fu proprio una grossa opera infrastrutturale appena inaugurata, la galleria di 10 chilometri tra l’Adige e il Lago di Garda, a salvare Verona dell’allagamento, oggi molte delle opere previste dalla commissione De Marchi, in particolare le dighe, non sono praticamente più fattibili perché nel frattempo parte delle aree interessate dagli interventi sono state urbanizzate o destinate ad altre infrastrutture. Inoltre sono peggiori anche le condizioni degli alvei dei fiumi e degli argini, spesso occupati da piante e insidiati da abitazioni e da ponti e passerelle non a norma.”

 Aggiungeva il Professore proprio per il vicentino e,  10 anni fa“ Nel vicentino è necessario costruire degli invasi, ma di ben altra portata rispetto a quelli che stanno realizzando e che reclamizzano ogni tanto (…)  Sarebbe infatti necessario disporre di almeno 10 milioni di metri cubi di invaso per trattenere i colmi di piena e non di 3-3,5 milioni e mezzo che è invece ciò di cui si disporrà”.

 Oggi il commento dei media citati mettono sul banco degli imputati Italia Nostra e due coraggiosi e bravi avvocati,  che hanno  chiesto la valutazione d’impatto ambientale per il bacino di laminazione, che oggi secondo questi disinformati, risolverebbe i problemi alluvionali del vicentino.

Una grande balla e una grave omissione per questi falsificatori di notizie se solo si pensa che,  nel punto di confluenza del fiume Retrone nel Bacchiglione è stato costruito un centro commerciale, il nuovo tribunale e Borgo Berga.

Su quest’ultima costruzione e i numerosi contenziosi riporto quanto scritto dal difensore civico del Comune di Vicenza: “ esiste, insomma, un intreccio di situazioni, in cui i comportamenti dei protagonisti sembrano rispondere a logiche precise; ciò che al difensore civico compete osservare è, purtroppo, che, in un siffatto contesto, i comportamenti amministrativi, nella sostanza, non sono coerenti con il perseguimento dell’interesse pubblico. (…) Si è verificata una scompaginazione del territorio con pregiudizio del pubblico interesse, dell’imparzialità dell’azione amministrativa, della legalità, quindi dell’eguaglianza dei cittadini (..). Di tanto doverosamente questo difensore civico si fa carico di segnalare, sottolineando che tale stile di amministrazione favorisce l’affermarsi di un sistema sociale a basso contenuto di senso civico ed è destinato perciò, come suggeriscono gli studi di alcuni esperti di fama internazionale (cfr. Robert D. Putnam, La tradizione civica nelle regioni italiane, Mondadori ed.) a pregiudicare vieppù nel tempo il complessivo valore sociale ed economico dell’intera comunità”.

Palese, evidente che oltre a escludere che,  le esondazioni cessino con quel bacino di laminazione che doveva eventualmente essere costruito quando si è deciso di cementificare una intera zona soggetta a vincoli e,  proprio nel punto di confluenza tra Bacchiglione e Retrone.

 IL notevole impatto ambientale, scritto nei documenti Tav e nella sentenza del Tar del Lazio rendono tecnicamente e moralmente obbligatoria la VIA. Una TAV che ha dovuto rifare la VIA alle varianti autonomamente apportate dopo l’approvazione del progetto definitivo e della VIA al lotto 1 A della linea AV, Sa/ Rc. Troppo superficialismo e di negazione del Diritto da parte di una S.p.A. totalmente pubblica. Ora ci risiamo a Vicenza!

 Solo chi persegue comportamenti illegali può non solo omettere di informare sulle cause che,  concorrono alla inondazione ed  emettere stupide condanne verso chi richiede l’applicazione della legge che,  in questo caso e i Principi del TUE, del TUEF, le Direttive, il Codice ambiente sottolineano come finalizzate alla tutela della salute, degli ecosistemi e della tanto decantata e abusata sostenibilità. 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube