Turismo sostenibile: Dasà Experience, rilancio della Calabria e dei piccoli borghi al Convegno CIRPS di Lamezia

Viaggi & Turismo

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Continuiamo a raccontare la storia della “Dasà Experience” con le parole di Antonella Scarmozzino, imprenditrice e anima operativa del progetto. Antonella ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo del turismo esperienziale a Dasà, Insieme a Eva e all’associazione “Dasos Elies”, ha trasformato il borgo di Dasà in una meta capace di attrarre visitatori da tutto il mondo, offrendo un’immersione nelle tradizioni locali, tra sapori autentici e calore umano.

Questo modello di sviluppo turistico, incentrato sulla valorizzazione delle piccole realtà, si collega ai temi centrali del convegno che si terrà domenica 27 ottobre a Lamezia Terme. Organizzato dalla Sezione BIOMETEO del CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerche per lo Sviluppo Sostenibile), l’evento metterà al centro del dibattito la “centralità della Calabria” come motore di sviluppo culturale ed economico. ). Il congresso, che vede la partecipazione di esperti e personalità di caratura nazionale e internazionale, punta a rilanciare la Calabria, sottolineando le sue potenzialità storiche, culturali ed economiche, con l’obiettivo di costruire una rete sempre più solida tra i calabresi nel mondo e il loro territorio d’origine.

Tra i relatori, anche il sindaco di Poli, Federico Mariani, che insieme ad altri autorevoli ospiti racconterà le strategie che il piccolo borgo laziale sta adottando per rallentare la piaga dello spopolamento, un problema comune a molte aree interne d’Italia. Mariani offrirà una prospettiva concreta su come i piccoli comuni possano reinventarsi e tornare a essere centri vitali attraverso il rilancio delle proprie risorse culturali e ambientali, non solo attraverso grandi progetti infrastrutturali, ma anche con il turismo sostenibile come Dasà.

 

 

Antonella, come si è sviluppata la collaborazione tra te, Eva e l’associazione “Dasos Elies” per rendere possibile il progetto di turismo esperienziale a Dasà?

Il progetto è nato da discussioni quotidiane tra me e la signora Ietto, la presidente dell’associazione e madre di Eva. Spesso ci trovavamo a commentare le realizzazioni di Eva e Harper, i loro video e le loro pubblicazioni. Quando la signora Ietto veniva a fare spesa nel mio negozio, ne approfittavamo per chiacchierare. Un giorno, entrò nel mio ufficio e mi confidò che Eva e Harper avevano un programma per Dasà e avevano bisogno di aiuto e collaborazione. A quel punto, ho pensato di avviare un’iniziativa per sostenere le loro idee e, perché no, sviluppare anche altre attività autonome, sempre focalizzate sulla nostra territorialità. Mi sono subito entusiasmata e abbiamo iniziato a riflettere su chi contattare per discutere di questo progetto e formare l’associazione. Così è iniziato il nostro cammino: abbiamo identificato altri cinque soci, poiché la nostra associazione è composta da sette soci fondatori, e abbiamo cominciato a tenere le prime riunioni fino a costituirla ufficialmente. Da quel momento, è partito tutto.

 

Come avete organizzato l’accoglienza e le attività per i turisti, riuscendo a farli sentire parte della comunità locale?

La nostra prima esperienza è stata carica di tensione ed emozione. Ci incontravamo per realizzare qualcosa di nuovo, che per noi era straordinario. L’idea di avere gli americani a Dasà ci entusiasmava, poiché rappresentava un’impresa storica. Per la preparazione, siamo stati magistralmente guidati da Eva e Harper, che sono molto organizzati e sapevano esattamente cosa fare. Ogni giorno avevamo un programma ben definito con gli impegni da portare a termine. Naturalmente, c’era la paura di non riuscire a comunicare adeguatamente, soprattutto perché molti dei nostri collaboratori e collaboratrici erano preoccupati per la barriera linguistica, dato che eravamo in pochi a parlare inglese. Tuttavia, questo si è rivelato un falso problema. La gioia e il calore dell’accoglienza che abbiamo offerto, insieme a quella dei nostri collaboratori, che sono la nostra forza, hanno superato qualsiasi ostacolo. Gli americani e gli stranieri che sono venuti si sono subito sentiti a loro agio, scambiandosi numeri di telefono e chiacchierando con le nostre signore. È stato un insieme di emozioni uniche.

 

Come hai coinvolto la comunità locale nella preparazione di questa esperienza? E quali sono state le reazioni dei residenti?

Il merito di coinvolgere la comunità spetta in gran parte alla signora Ietto. Essendo una maestra in pensione, ha sempre saputo organizzare eventi che coinvolgevano davvero tutto il paese, ed è tornata a fare ciò che sa fare meglio: unire le persone. Direi che il 90% del riconoscimento per l’organizzazione e l’engagement della comunità è suo. Inoltre, gli abitanti del posto sono molto accoglienti; siamo festaioli e ci piace stare insieme. Una volta spiegato il progetto, non abbiamo difficoltà a coinvolgere i cittadini. Anzi, tutti si offrono di darci una mano e di integrarsi nel gruppo, ciascuno contribuendo con le proprie capacità. Quella prima settimana è stata un vero e proprio periodo di festa per l’intero paese, culminato con i giochi popolari. In piazza si respirava un’atmosfera di celebrazione: gli stranieri interagivano, ballavano e cantavano con noi. È stata una serata meravigliosa che ha unito tutti in un clima di gioia.

 

Quali sono state le attività più apprezzate dai turisti durante il loro soggiorno?

Credo che i turisti apprezzino ogni attività che proponiamo. Di recente, abbiamo ricevuto un’e-mail da uno degli ultimi visitatori di Dasà, e le sue parole ci hanno riempito di gioia. Ha scritto che, nonostante abbia viaggiato in tutto il mondo e vissuto molte esperienze, la settimana trascorsa da noi è stata indimenticabile. Ha ringraziato per ogni singolo momento, sottolineando l’ottima organizzazione di ogni giornata, in cui non è stato lasciato nulla al caso. Tuttavia, ciò che gli è rimasto nel cuore è il calore e l’abbraccio di quella che considera una nuova famiglia e dei nuovi amici che ha trovato qui. Concordo pienamente con lui: tutte le attività, dalla pasta alla ricotta fino al pane, sono molto apprezzate, ma ciò che si portano davvero nel cuore è il calore umano.

 

 

Credi che questo progetto possa continuare a crescere, coinvolgendo sempre più persone e creando nuove opportunità lavorative a livello locale?

Sono fermamente convinta che questo progetto abbia grandi potenzialità di crescita e di sviluppo. Offrirà di sicuro nuove opportunità lavorative, in particolare per i giovani della nostra comunità, che stiamo cercando di coinvolgere attivamente. Oggi più che mai, il turismo esperienziale rappresenta una strada concreta per il futuro, in particolare per i piccoli centri che non devono subire l’abbandono, ma piuttosto trovare forza e orgoglio nelle proprie tradizioni. È fondamentale avere il coraggio di chi è rimasto e di chi crede in questi borghi. Pertanto, sono certa che si presenteranno occasioni di lavoro significative, che potremmo definire rivoluzionarie. In sintesi, nutro grande ottimismo riguardo a questo progetto.

 

Che impatto ha avuto questa iniziativa sul borgo, in termini di rivitalizzazione economica e sociale?

Per quanto riguarda la rivitalizzazione economica e sociale, posso dire che il movimento e la presenza di persone creano maggiori opportunità di lavoro per tutti. Questo si riflette in vari aspetti della nostra economia locale, dai bar e dalla pasticceria del borgo, alle pizzerie e ai ristoranti, fino alle attività come supermercati e negozi di frutta. È un elemento importante che non va sottovalutato.

Inoltre, va evidenziato che alcuni americani hanno già acquistato e investito in immobili da ristrutturare. Questo porterà lavoro alle imprese locali, soprattutto nel settore edile, e darà impulso anche ai negozi di edilizia, che acquisteranno i materiali in loco anziché altrove. Stiamo parlando di investimenti significativi che avranno un impatto molto positivo, in particolare su alcuni settori come quello delle costruzioni. Come associazione, ci impegniamo a coinvolgere tutte le attività locali. Ad esempio, organizziamo le prime colazioni in diversi bar, alternando le sedi, e apericene in vari locali. Il nostro obiettivo è includere ogni attività senza escludere nessuna. Credo che l’impatto di queste iniziative sia decisamente favorevole.

 

Come pensate di migliorare l’offerta turistica di Dasà nei prossimi anni?

Per il futuro, intendiamo ampliare la nostra offerta, sia in termini di attività che di gestione delle settimane. Negli ultimi due anni, abbiamo coordinato 3-4 settimane con i gruppi, oltre a organizzare visite esterne quasi continuamente come associazione. Le settimane sono gestite dall’Associazione Pasta Grammar. Intendiamo pianificare almeno una settimana al mese, a partire dal momento in cui Pasta Grammar si stabilirà definitivamente a Dasà, previsto per l’estate del 2025. Questo passaggio è fondamentale, poiché regolare una settimana richiede un notevole impegno e il loro supporto è essenziale. Non siamo riusciti a farlo nel 2023 e nel 2024, non per mancanza di richieste; anzi, ogni volta che lanciano i video per le prenotazioni, devono fermarle immediatamente a causa dell’elevato numero di interessati. Attualmente, non siamo in grado di soddisfare tutte le domande che riceviamo. Già quest’estate, durante i gruppi di maggio e di settembre, ci sono stati visitatori desiderosi di prenotarsi per il prossimo anno. Per il 2025, tutte le date sono già esaurite e non possiamo accettare ulteriori prenotazioni. Pertanto, inizieremo a prendere in considerazione nuove domande a partire dal 2026.

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