La chiamano DANA ( Depresión Aislada en Niveles Altos) o“ goccia fredda“, acronimo spagnolo che consiste in un accumulo persistente di aria fredda che, forma una depressione e va a scontrarsi con una massa di aria calda.
Fenomeno non raro, ma che con il riscaldamento globale diventa più intenso: caduta in 8 ore su Valencia la pioggia di un anno.
È stato il fenomeno molto intenso, ma non diverso da come si è manifestato nel Nord Italia.
Almeno 100 morti e ignoto il numero dei dispersi mentre la UE mette, a disposizione il sistema Copernicus per coordinare le ricerche dei dispersi e i soccorritori.
Duecento litri di acqua su un metro quadrato, in alcune città in provincia di Valencia e 100 litri al metro quadrato in molte località del sud est della Spagna.
La tragedia di questi giorni rievoca una delle alluvioni più devastanti che abbiano mai colpito la città di Valencia: quella del 1957. Una DANA si formò nel Mediterraneo e provocò precipitazioni record che si accumularono in fiumi e torrenti .La notte tra il 13 e il 14 ottobre, il fiume Turia esondò, uccidendo un centinaio di persone. Durante l’alluvione del 1957, furono registrate piogge di oltre 200 mm in poche ore nelle aree montuose.
Intanto il Centro di Previsione climatica della National Oceanic and Atmospheric Amministratili ha confermato che c’è il 60 per cento di possibilità, che si sviluppi e che duri fino a marzo un evento climatico naturale come La Nina, che determina condizione meteorologiche estreme.
La Niña porta temperature più fredde del normale.
I negazionisti nostrani o per malafede o per ignoranza funzionale, ignorano i molti studi presenti nel Quarto Rapporto IPCC del 2007: “ è molto probabile che eventi di estremo caldo, ondate di calore e forti precipitazioni continueranno a diventare più frequenti“ e nel Rapporto del WMO,“ Weather Extremis in a Changing Climate” si legge: “ Anche se è impossibile dire se un singolo evento meteorologico o climatico è stato causato da cambiamenti climatici, va anticipato che l’ampiezza, la frequenza e la durata degli eventi estremi saranno probabilmente modificate mentre l’atmosfera terrestre verrà riscaldata da maggiori concentrazioni di gas serra “.
Ignorano per gli stessi motivi, i rapporti della World Westher Attribution (WWA), una associazione di scienziati che si dedica allo studio degli eventi estremi.
IL cambiamento climatico genera effetti diversi sulle varie aree geografiche del pianeta.
I modelli climatologici ci dicono che i, n un mondo più caldo sono previste un numero maggiore di precipitazioni a livello globale e che, nel contempo in alcune zone le piogge diminuiscono, mentre aumentano siccità e ondate di calore.
Proprio nel Mediterraneo succederà questo: le precipitazioni saranno sì di meno, ma quelle che verranno avranno un impatto, che sarà amplificato da un terreno più secco e meno capace di assorbire le piogge violente.
Scienziati del WWA hanno studiato l’esistenza di una correlazione tra alluvione in Emilia Romagna e cambiamento climatico nel senso di maggiore probabilità o maggiore intensità.
Acquisiti i dati di 60 stazioni meteorologiche e confrontati con le precipitazioni, avvenute nel mese di maggio degli ultimi 60 anni. I dati poi inseriti nei modelli e il risultato è stato che eventi del genere sono attesi ogni 200 anni (probabilità 0,5%).
La ricerca conferma quanto già si sapeva cioè che, il cambiamento climatico sull’area mediterranea, si manifesterà soprattutto con ondate di calore e siccità più frequenti e più intensi, mentre le piogge molto intense si manifesteranno, soprattutto in autunno e inverno.
Lo studio WWA ha spiegato che le precipitazioni estreme, in Emilia sono state frutto del riscaldamento globale: l’atmosfera più calda determina precipitazioni più violente.
I climatologi hanno spiegato che il cambiamento climatico ha modificato la circolazione atmosferica nel Mediterraneo, e questa condizione prolunga il permanere di perturbazioni violente.
Valutare l’impatto delle precipitazioni obbliga, a considerare non solo l’atmosfera ma anche la capacità di drenaggio del suolo che, dipende dal consumo di suolo.
La cementificazione limita l’assorbimento della pioggia da parte del suolo. Inoltre terreni secchi assorbono meno acqua.
È ora che ci convinciamo che la vera emergenza, che emergenza in realtà non è perché sarà sempre più la nuova normalità.
In area Mediterranea bisogna tener conto anche di quel fenomeno periodico e naturale che conosciamo come El Nino, che ha origine nel Pacifico e produce effetti diretti e indiretti.
L’unica risposta possibile è rappresentata da leggi che, limitano il consumo di suolo e soprattutto attuando il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici che, per esempio in Italia è stato approvato ma senza finanziamenti..