Lo Stress invisibile

Ambiente, Natura & Salute

Di

di  Marilù Murra

Stress: un peso invisibile che il corpo non dimentica

Il peso dello stress

Lo stress, lo conosciamo tutti. È quell’ospite inatteso che si siede accanto a noi e non se ne va. Una giornata di lavoro intensa, una discussione che ci lascia l’amaro in bocca, quella lista di cose da fare che non finisce mai. Lo stress si accumula, lentamente ma inesorabilmente, e spesso non ci accorgiamo nemmeno di quanto stia crescendo dentro di noi fino a quando non iniziamo a sentirne il peso.

Una valigia invisibile

Immagina di portare una valigia pesante, piena di piccoli oggetti, forse insignificanti presi uno per uno, ma che insieme cominciano a diventare insostenibili. Ogni volta che diciamo “ce la faccio” anche se siamo esausti, ogni volta che ignoriamo quel segnale di stanchezza o di irritazione, aggiungiamo un altro oggetto in questa valigia. Il peso aumenta, ma siccome non è visibile, tendiamo a sottovalutarlo.

Il corpo ci parla

A un certo punto, però, il corpo comincia a farsi sentire. È quasi come se dicesse: “Ehi, sono qui, non puoi ignorarmi per sempre!” Magari all’inizio ci regala solo qualche piccolo segnale, come una tensione alle spalle o un mal di testa occasionale. “Solo stanchezza”, ci diciamo. Ma la verità è che il nostro corpo sta cercando di dirci qualcosa, di ricordarci che quella valigia è ormai troppo piena.

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Peso invisibile dello stress.

Lo stress fisico

A lungo andare, lo stress non rimane solo un problema della mente. Si infiltra nei muscoli, rende le spalle dure come pietre e spesso ci lascia spossati, anche quando pensiamo di aver riposato a sufficienza. Lo stress diventa, in un certo senso, il nostro “compagno di viaggio” indesiderato, che ci trascina giù, rendendo ogni passo più faticoso.

Il cuore in affanno

E poi c’è il cuore, che inizia a correre più del dovuto, come se fosse sempre in una maratona. Non è colpa sua, ma solo un modo per rispondere a quella tensione continua che stiamo accumulando. Tutto diventa più difficile, le energie sembrano prosciugarsi, l’umore è altalenante, e persino dormire diventa una sfida. Come si può riposare bene se la nostra mente non smette mai di correre?

Lo stomaco sotto stress

Ma il cuore non è l’unico a risentirne. Anche la nostra pancia inizia a parlare, e spesso lo fa con messaggi meno discrete, crampi, gonfiori, quella sensazione di pesantezza che arriva proprio quando vorremmo rilassarci. Lo stress può farsi sentire nella zona addominale come un nodo che non si scioglie, un peso che cresce mano a mano che accumuliamo tensioni.

Il legame con l’intestino

E non dimentichiamo l’intestino, un’altra vittima silenziosa dello stress. Quando siamo sotto pressione, è come se l’equilibrio si rompesse anche lì. Le tensioni non digerite si trasformano in disagio, magari proprio quando vorremmo rilassarci. Il nostro intestino ci parla a modo suo, con segnali chiari e poco piacevoli, come a dirci che anche lui non può ignorare tutto quel peso. Per chi è interessato a tecniche di gestione dello stress, il Corriere Puglia e Lucania offre un approfondimento sulle pratiche di mindfulness https://www.corrierepl.it/2024/10/07/mindfulness-pratiche-formali-e-informali-di-meditazione/ che possono aiutare a ridurre la tensione e promuovere la serenità.

Ascoltare il nostro corpo

Il vero punto è che spesso trascuriamo quanto sia essenziale alleggerire quella valigia. Non ci serve ignorare i segnali, anzi, ci serve ascoltarli. Imparare a lasciare andare un po’ di quel peso, ogni tanto, è fondamentale per poter continuare il cammino senza ritrovarsi schiacciati. Per suggerimenti pratici su come ridurre lo stress nella vita quotidiana, puoi consultare i 10 consigli basati sulla scienza de *Il Giornale* https://www.ilgiornale.it/news/benessere/eliminare-stress-quotidiano-10-consigli-secondo-scienza-2215666.html, ideali per migliorare il benessere psicofisico.

Un cammino più leggero

Forse non possiamo evitare del tutto lo stress, ma possiamo scegliere di ascoltare il nostro corpo, di prenderci un momento per respirare e lasciar cadere qualcosa da quella valigia invisibile. E, alla fine, scoprire che andare avanti diventa un po’ più leggero.

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