I due candidati, in corsa per conquistare la Casa Bianca, hanno un approccio molto diverso, anche dal punto di vista del marketing. Il punto di Communikey.
Il 5 novembre gli americani sceglieranno il loro nuovo presidente. I candidati non potrebbero essere più diversi, per programma politico e anche per stile comunicativo. Due personal brand differenti, spesso agli antipodi, che, però, vogliono arrivare allo stesso punto.
Donald Trump: un messaggio al cuore degli americani. La comunicazione di Donald Trump si è caratterizzata per un linguaggio diretto e provocatorio, che ha fatto appello alle emozioni degli elettori. Utilizzando social media e manifestazioni di massa, Trump ha creato un senso di urgenza e di appartenenza, sfruttando argomenti legati alla sicurezza, all’economia e al patriottismo. La sua retorica spesso polarizzante ha funzionato per mobilitare il suo elettorato, enfatizzando una narrativa che potremmo definire noi contro di loro, uno stile che ha ottenuto ampi consensi tra gli americani più conservatori.
“Donald Trump – spiega Elena Sandre, CEO di Communikey, agenzia specializzata in progetti di comunicazione integrata che strizza l’occhio al mondo digital – ha dimostrato grande maestria nel comunicare in modo diretto e provocatorio, utilizzando un linguaggio semplice, ma sempre molto incisivo. Il suo utilizzo dei social media come strumento primario di comunicazione ha permesso di bypassare i filtri dei media tradizionali, garantendo un contatto diretto con il pubblico e rendendo i suoi messaggi sempre molto immediati e personali”.
Kamala Harris, parole chiave: inclusione e speranza. Al contrario, Kamala Harris ha adottato un approccio comunicativo più inclusivo e ottimista. La sua campagna ha puntato su valori di unità, giustizia sociale e opportunità per tutti; ha utilizzato storie personali e testimonianze di vita per connettersi con gli elettori, cercando di costruire un ponte tra diverse comunità. La sua presenza sui social media è stata strategica, mirata a raggiungere le generazioni più giovani e a promuovere un messaggio di cambiamento e progresso”.
“Kamala Harris invece – aggiunge Elena Sandre – ha optato per uno stile decisamente più positivo, raccontando anche alcune sue esperienze personali. In questo modo ha cercato di costruire un legame diretto e di fiducia con i suoi elettori, affrontando temi molto importanti come diritti civili e giustizia sociale. La parola chiave di tutta la sua comunicazione è sicuramente “diversità”, intesa come risorsa fondamentale per il progresso. Harris ha utilizzato i social media non solo per informare, ma soprattutto per creare un dialogo”.
L’impatto della comunicazione tra i due candidati. Se il messaggio di Trump ha reso i suoi sostenitori più coesi, quello di Harris ha cercato di attrarre i moderati, i più giovani e coloro che aspirano a un cambiamento significativo. Trump ha privilegiato un messaggio di divisione e lotta, mentre Harris ha fatto leva su un racconto di inclusione e speranza. Questa differenza si è riflessa anche nei temi trattati: il primo ha puntato su legge e ordine, mentre la seconda ha messo al centro l’importanza delle riforme sociali.
“In un’epoca in cui la comunicazione è più che mai centrale – conclude Elena Sandre – l’analisi dello stile comunicativo di Trump e Harris offre spunti preziosi per comprendere le dinamiche elettorali moderne e l’importanza che una corretta strategia di marketing gioca per ogni azienda, di ogni tipologia e settore e non solo in un momento decisivo come possono essere le elezioni americane. Avvalersi di un partner di comunicazione competente e preparato è indispensabile per non perdere occasioni di business e per promuovere un’immagine positiva del proprio brand e del proprio operato”.
Sapremo a breve come finirà, ma l’algoritmo umano americano, che porta alla vittoria delle elezioni, si sa, è un complesso puzzle difficilmente districabile, soprattutto post risultato. La comunicazione, però, rimane un nodo centrale e tutto si sta giocando sui personal brand che in questa occasione devono convincere i propri elettori ad andare a votare.