“Pirandello Segreto”: al Teatro Arcobaleno la complessa relazione tra il drammaturgo e Marta Abba

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Dal 7 al 10 novembre, il Teatro Arcobaleno di Roma ospita Pirandello Segreto, un’opera di Maricla Boggio diretta da Ennio Coltorti, che approfondisce la complessa e sfaccettata relazione tra Luigi Pirandello e l’attrice Marta Abba. Nel cast, oltre allo stesso Coltorti, figura Laura Lena Forgia e Roberto Pedicini come voce narrante.

 

Pirandello, figura centrale del teatro italiano e premio Nobel per la letteratura nel 1934, trovò in Abba una musa ispiratrice che influenzò profondamente la sua produzione artistica. Il loro rapporto, testimoniato da un intenso epistolario, oggetto di interpretazioni e speculazioni, era stato un legame che andava oltre i confini della semplice amicizia, sebbene non potesse definirsi una relazione amorosa convenzionale. Le lettere tra i due mostrano una tensione costante tra affetto e ambizione, un’altalena tra sentimenti sinceri e aspettative reciproche, che talvolta sfociavano in incomprensioni e contrasti.

 

La giovane attrice, definita la “Garbo del teatro”, dotata di grande presenza scenica, rappresentava per Pirandello la personificazione dei suoi ideali artistici. Abba, però, aveva ambizioni personali che spesso la portavano a scontrarsi con le aspettative del suo mecenate. Da un lato, era riconoscente per il ruolo che Pirandello le offriva come interprete privilegiata delle sue opere; dall’altro, si sentiva intrappolata in un ruolo che rischiava di limitare la sua carriera. Il drammaturgo, che la vedeva come una creatura ideale, sembrava a tratti incapace di comprendere le sue aspirazioni a una dimensione più autonoma e internazionale.

 

Questa dicotomia tra devozione e conflitto costituisce l’ossatura dello spettacolo, che esplora la loro relazione sotto molteplici aspetti: dal fervore iniziale, alla disillusione, fino all’amarezza finale. Non a caso, il testo mette in rilievo anche la crisi del teatro e dell’arte, temi cari a Pirandello, alle prese con le pressioni del clientelismo e le difficoltà di ottenere riconoscimenti in un’Italia in bilico tra le guerre mondiali. Mentre Pirandello cercava nuovi orizzonti di espressione, Marta scelse di lasciare l’Europa per l’America, dove inseguiva una carriera lontana dall’ombra del Maestro.

 

Con una scenografia essenziale e un utilizzo calibrato delle videoproiezioni, lo spettacolo riflette la malinconia di un amore mai completamente consumato, un legame che, seppur platonico, ha inciso profondamente su entrambi. La regia di Coltorti enfatizza il contrasto tra i momenti di vicinanza e quelli di distacco, in un racconto che alterna realismo e simbolismo, proiettando le vicende private dei protagonisti in un contesto storico di grandi inquietudini, in un’epoca di profondo cambiamento culturale e politico.

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