Nuove scoperte sulla conquista della posizione eretta, forse milioni di anni prima di Lucy caduta da un albero
Era il 1924 quando in Sudafrica a Taung viene scoperto un piccolo cranio datato due milioni di anni ,fu denominato “il bambino di Taung”, era il primo reperto di Australopithecus africanus cioè la “scimmia meridionale africana”. In quel periodo nonostante la teoria di Darwin avesse preso piede pur se tra molte resistenze , il mondo scientifico non era ancora pronto ad accettare questa scimmia tra i nostri antenati, un ostacolo insormontabile era la ridotta dimensione del cranio che non lasciava ipotizzare nessuna somiglianza con le capacità intellettive umane.
Ciò nonostante la scoperta dei primi resti d’australopiteco entusiasmò i paleontologi e fu determinante per avviare altre ricerche in Africa orientale portando in breve tempo alla scoperta di un altro ominide fossile denominato “Mrs.Ples”, un australopiteco di sesso femminile con postura eretta e cervello di dimensioni scimmiesche superiore di poco ai 500 centimetri cubi.
Secondo gli antropologi Mrs.Ples doveva aggirarsi per la savana oltre un milione d’anni fa, i resti d’ossa di animali uccisi e le tracce di carbone trovate nelle vicinanze fanno intendere che fosse onnivoro e usasse il fuoco, scoperto forse per autocombustione o per la caduta di un fulmine, ma la vera notorietà per gli australopiteci arriverà nel 1973 con il ritrovamento ad Afar in Etiopia di Lucy, un esemplare di femmina adulta di Australopitecus Afarensis dell’età apparente di 25 anni, vissuta almeno 3,2 milioni di anni fa.
Per la prima volta si poteva esaminare uno scheletro intatto al 40% e che confermava nella sua conformazione il passaggio di questi primati dalla vita arboricola a quella di bipedi probabilmente nuovi frequentatori della savana in cui avrebbero creato gruppi sia di caccia che di una socializzazione primitiva, lo scopritore Donaald Johanson chiamò il reperto “Lucy” in onore della canzone “Lucy in the Sky” dei Beatles ascoltata durante le ricerche. Lucy doveva essere alta circa un metro e con circa 40 kg di peso , aveva un piccolo cranio equivalente a un gorilla e la locomozione bipede.
Una recente scoperta in Sud Africa mette in discussione l’età degli australopiteci poiche in un anfratto di una gigantesca grotta sono stati scoperti ossa di un altro ominide chiamato Homo di Naledi che potrebbe essere milioni di anni più anziano di Lucy. La scatola cranica di 500 centimetri cubi lascia propendere per una variante di australopiteco con piedi unghiati capaci di consentire una vita bipede ma anche arboricola.
La datazione dell’evoluzione umana è continuamente modificata dal lavoro degli antropologi evoluzionisti e il percorso per giungere agli Homo sapiens e contemporanei Neandertaliani come l’ Uomo di Altamura datato 150.000 anni, è stato particolarmente lungo, nuove scoperte ci riserveranno senz’altro interessanti sorprese.