Da sempre, l’umanità cerca risposte ai misteri dell’universo attraverso percorsi esoterici: l’arte, con il suo fascino estetico, e la scienza, con le sue scoperte. L’Artista scienziato, mediante calcolo ed espressione, unisce le basi di queste due scuole di pensiero, illuminando le zone oscure del sapere. Fin dall’antica Grecia, la convergenza tra “tecnica” e “tecnologia” ha influenzato l’arte come strumento di conoscenza: “technê” (τέχνη) significava sia “arte” sia “competenza”, divenendo l’origine etimologica di “tecnologia”. Questa sfumatura linguistica indica l’arte come abilità. Con lo sviluppo bidimensionale delle arti, la scienza è stata usata per migliorare dipinti, disegni e forme artistiche, in un processo di reciproca influenza.
La scienza e l’arte che conosciamo oggi ebbero inizio nel Rinascimento, culminando nella ricerca incessante di Leonardo da Vinci di rispondere alle domande più complesse dell’universo. Come descritto nella biografia di Walter Isaacson, Da Vinci, ben prima di Galileo, esplorava e teorizzava, cercando schemi nel ritmo della vita. Questa connessione tra arte e scienza permise ai suoi ritratti di cogliere l’essenza dei soggetti, rivelando un mondo interiore. La sua insaziabile curiosità lo portò a collaborare con il matematico Luca Pacioli sotto il patrocinio del duca di Milano, Ludovico Sforza. Grazie alla sua capacità di percepire l’alleanza tra arte e scienza, il suo genio è apprezzato e imitato ancora oggi.
Oggi, pensiamo all’arte cinetica interattiva del futuro e all’arte digitale. Gli algoristi creano opere digitali utilizzando piattaforme online e algoritmi, dando vita all’arte algoritmica. Questo movimento, nato da una conferenza nel 1995, esplora una meta-analisi della propria forma. Jean-Pierre Hebert è stato uno dei pionieri di questa corrente. La scienza svela i racconti nascosti dell’universo, mentre l’arte ne esplora la profondità. La stretta relazione tra arte e scienza, frutto di influenze reciproche, ha creato bellezza portando alla luce domande filosofiche ai margini della nostra comprensione della realtà.
La poesia dell’ignoto emerge nelle incognite e nei misteri che ancora avvolgono queste due discipline, permettendo di trovare risposte nelle loro affascinanti incertezze. La prospettiva, i segreti matematici, la comprensione teosofica, la triangolazione, la sezione aurea, e la praxis italica, unica, triplice e inalterabile, conferiscono ordine e armonia sia alla spazialità sia alle reinterpretazioni figurative.
Dott.ssa Melinda Miceli critico d’arte