L’Architetto Vincenzo Presenti una firma della pittura contemporanea

Arte, Cultura & Società

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L’architetto Vincenzo Maurizio Presenti è noto per le sue partecipazioni a concorsi internazionali di architettura e design; 1987 1988 Koizumi – Giappone International Lighting Design Competition Kortrijk – Belgio INTERIR 88 “Design for Europa” Università di Roma “La Sapienza” Riqualificazione di uno spazio urbano degradato, Brakel – Germania Moulded Plywood Parts for Forniture Design. Nel 2000 Nara – Giappone Nara Convention Hall Giappone Another Glass House Europan – Urbanizzare i quartieri residenziali Berlino – Germania The Spreebogen urban design ideas competition Ittiri (SS) – etc. Nel 1995 progetta un nuovo modello di porta per interni in alluminio denominata “ALA” e nel 1998 realizza il prototipo, che viene successivamente industrializzato e commercializzato. Nel 2006 nascono le prime opere pittoriche con una tecnica composita, costituita da un fondo di tempere acriliche stese su una superficie di pasta di gesso applicata a spatola su tavola di legno.

Tra le partecipazioni significative si citano le mostre: Art&fortE stArt Biennale di Venezia, Biennale FreeArte mostra d’arte contemporanea di Roma, SaturARTE2007 XII° Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea,” (2007). Nel 2008 alcune delle sue opere vengono pubblicate su prestigiose riviste di settore: AKKADEMIA, Annuario d’arte visiva, “Artisti dal 1900 ad oggi” L’Elite – Selezione Arte Storico annuario d’arte dei migliori artisti italiani rappresentanti l’arte contemporanea. A partire dal 2017 Presenti realizza una serie di sculture luminose, composte da sagome geometriche in metallo, legno e materiali plastici, esposte in prestigiosi negozi di arredamento virtuale.

Nel 2019 partecipa all’edizione di “Certamen – Urbs et civitas” internazionale sulle grandi cattedrali d’Occidente, svoltosi alla “Biblioteca museo Elio Vittorini”, dove l’artista espone “La cattedrale ed il paladino” (2019), opera classificatasi terza al Certamen internazionale sulle Cattedrali indetto dal critico d’arte Melinda Miceli con la collaborazione di Ok arte Milano, Luz Cultural Spagna, Globus Television e magazine, Enciclopedia d’arte italiana, inserito all’interno della rassegna culturale internazionale Sarno citta’Festival Premio Ippogrifo d’oro, Oscar delle arti. Vincitore nel 2021 della sezione disegno alla Mostra Divina Bellezza di International art Prize Giotto presso la Biblioteca Elio Vittorini, Palazzo di Governo, Ortigia, Siracusa.

Nell’opera “La cattedrale ed il paladino” Il blu matissiano sovrasta la scena orchestrata dalla presenza di 3 soggetti posti su 2 livelli, il frontone barocco della cattedrale di Catania con la luminiscente nicchia di S. Agata sovrastata dal campanile sulla cupola sul cui pennacchio è innestata la croce di Cristo capovolta. Al fianco della scena un pupo siciliano di stampo saraceno e la croce capovolta. La sua gigantografia fa emergere il tema attualissimo della presenza araba in tutto l’Occidente e l’epica battaglia tra eroi come Orlando e Rinaldo e gli infedeli e minacciosi. Le Sue opere permettono di osservare frammenti del passato che si incastrano e bussano a frammenti dell’anima attuale con la fantasia e l’entusiasmo siciliano nel materializzare racconti di amori e imprese i nobili dove l’uomo paladino è sempre alla ricerca di qualcosa. La croce capovolta esulando dal concetto di simbolo irrispettoso e blasfemo, conosciuta anche come la “Croce di Pietro”, rappresenta qui il simbolo di un’epoca anti-cristiana ed anti-clericale e indica inoltre “morte” in opposizione alla Croce Dritta che indica la data di nascita della persona.

Il gigante geologico l’Etna e le sue bocche, simbolo della provincia etnea e dell’ansia dell’uomo verso il divino, sovrasta la scena in quanto innestato sulla tavola quasi come una via sacra della trascendenza che anela al suo stesso ricongiungimento. È immediata la percezione dello scarto scenico tra i 2 livelli: quello simbolico ed allegorico e il suo sfondo che indica la duplicità dell’essere come scissione tra la materia e il divino e l’opposizione tra l’uomo e la natura, nel quale consiste la grande radice semantica del dipinto di Vincenzo Presenti”.

Ha partecipato a “Masterfull work” presso Museo Contea del Caravaggio dove ha esposto insieme a storicizzati come Antonio Manzi, Andy Warrhol, Guttuso, Ferrari, Alex Caminiti , per invito del critico d’arte Melinda Miceli “Medusa”. “L’Opera è una rielaborazione della famosa Gorgone. Lo sguardo che si rifiuta di considerare la realtà come un’entità statica si apre al mistero, pur non disdegnando l’uso della ragione per intendere il mondo. Il soggetto di Presenti dipinto con l’impianto delle antiche terrecotte, si carica di allegorie mitologiche in virtù del suo colorismo. La pittura di Presenti dall’evoluzismo teista cattolico, dopo il caos, il soffio vitale del “fiat divino” da vita ad apparizioni mitologiche e dell’uomo nel mondo reale. Attraverso un contrasto di colori caldi e freddi, il suo blu cobalto separa come un fiume il sonno eterno, da quello dall’umano, presagio oscuro di un vuoto abissale, precedente alla nascita della Terra, come a significare che la morte è un viaggio artistico che parte dall’Essere assoluto, luminoso, uno, immobile, eterno, infinito per addivenire al suo opposto, il mondo mutevole, diviso, mortale, a volte oscuro da cui discendono una gerarchia di più grigi e diversificati. Il suo bianco si colora man mano che si scende verso la temporalità, la contingenza, il divenire meno perfetto. Le opere mostrano la connessione tra i toni eterici e il raggio di luce bianca scomposta in più sfumature, e riassemblata nel bianco, sintesi di più colori e nella semantica inducono a reinterrogarsi sul concetto di assoluto, di creazione cosmica ma anche artistica. Percepibile lo scarto scenico che si apre al mistero e indica la duplicità dell’essere come scissione tra la materia e il divino”.

Vincenzo Presenti ha partecipato a importanti mostre indicate e curate dal Critico d’arte Melinda Miceli: nel 2018 alla Biennale delle Ville Venete, aderendo anche al Catalogo epocale di International Art Prize Giotto L’arte del Nostro secolo, al Catalogo Virtuale delle Arti contemporanee persino recensito da Forbes.
Dott.ssa Melinda Miceli critico d’arte

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