Essere Animali: «Politiche di benessere animale estremamente scadenti»
Maiali picchiati brutalmente con bastoni, sollevati dal muso o dalle orecchie e presi a calci da operatori e dal medico veterinario. Ma anche violazioni della normativa e decine di carcasse abbandonate all’esterno dell’allevamento. Le politiche di Lidl continuano a mostrare gravi carenze per gli animali, denuncia l’organizzazione, serve un impegno concreto e immediato. >>> VIDEO PER TV
MILANO – Essere Animali torna a documentare ancora una volta terribili violenze nei confronti degli animali in un allevamento di un fornitore della catena di discount Lidl, al centro di una campagna europea da parte delle associazioni per la tutela degli animali dal 2022. Dopo le immagini diffuse a inizio ottobre in cui venivano mostrati gravi maltrattamenti nei confronti dei polli in un allevamento di un fornitore del marchio, a distanza di poco più di un mese Essere Animali mostra ciò che accade in un altro allevamento della stessa azienda in provincia di Forlì-Cesena che rifornisce Lidl anche con prodotti a base di carne di maiale.
Le immagini risalgono al periodo di aprile-maggio 2024 e quello che colpisce, oltre a condizioni ambientali e pratiche inadeguate, è l’aggressività degli operatori e del medico veterinario nei confronti degli animali e le condizioni igienico-sanitarie estremamente carenti.
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Violenze
Gli operatori, formati evidentemente in maniera inadeguata e insufficiente, e il medico veterinario gestiscono gli animali con un atteggiamento violento e punitivo: invece di instaurare con loro un rapporto di fiducia, ad esempio premiando i maiali quando adottano un comportamento utile, li picchiano con bastoni, anche senza un apparente motivo. Un suino in particolare viene colpito sul muso — una parte del corpo molto sensibile al dolore —, uno viene sollevato di peso dalle orecchie per essere spostato, un altro è inseguito e picchiato con una tavola che dovrebbe essere invece utilizzata per accompagnarlo nella direzione corretta.
Nel momento dello scarico vengono usati metodi altrettanto irruenti: gli animali ricevono percosse, vengono pungolati o presi a calci. Un maiale che non può muoversi perché circondato da altri animali viene ripetutamente sollecitato a spostarsi con un pungolo elettrico, una sofferenza inutile e ingiustificata. Tali situazioni potrebbero essere gestite in modo molto diverso, ad esempio utilizzando palette rumorose contro le sponde delle rampe, in modo che il rumore li spinga a muoversi. Sarebbe inoltre utile accendere la luce nel capannone per ridurre lo sbalzo tra la luce esterna e quella interna, in modo che gli animali possano vedere che cosa hanno di fronte ed evitino di bloccarsi per la paura.
Procedure dolorose sono registrate anche nel momento in cui vengono effettuati i tamponi di controllo per rilevare la presenza di malattie respiratorie come la sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini (PRRS) o l’influenza suina di tipo A. In questo caso gli animali vengono legati e sollevati con un laccio per il muso, una pratica molto dolorosa proprio perché si tratta di una parte del corpo molto delicata.
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Animali feriti, malati e non curati
Nell’allevamento sono presenti numerosi suini malati o morenti, che non vengono curati e che in alcuni casi muoiono lentamente di stenti. Un suino con un grave ascesso non viene isolato in zona infermeria per essere curato. L’ascesso viene inciso nel recinto senza che l’animale venga immobilizzato, utilizzando un coltello con una lama troppo lunga e apparentemente non sterile, rischiando che sia il maiale, sia il medico veterinario, possano ferirsi. Dopo il taglio, la ferita non viene disinfettata, con il rischio che l’ascesso si riformi nei giorni seguenti e provochi ulteriore dolore al maiale.
Molti animali presentano gravi graffi e lesioni fresche su fianchi e testa, ferite che solitamente sono legate a episodi di lotta tra gli animali. Non mancano le ernie, che spesso sono legate ai programmi di selezione delle razze e che provocano malessere, forti dolori e infezioni (ad esempio di salmonella).
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Taglio della coda e mancanza di stimoli
Una grave problematica evidente dalle immagini è il taglio sistematico della coda, una pratica che viola la Direttiva 2008/120/CE, e le morsicature da parte degli altri animali. Quando i suini non riescono a esprimere in maniera appropriata i propri comportamenti naturali — in questo caso soprattutto per la mancanza di materiali manipolabili come la paglia, che permettano loro di grufolare —, rivolgono la loro attenzione agli altri compagni di box morsicando le code. Ma il taglio della coda non risolve il problema delle morsicature, al massimo ne riduce l’incidenza diminuendo la superficie di corpo che gli altri animali possono masticare.
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Problematiche igienico-sanitarie
Nell’allevamento non mancano preoccupanti criticità a livello igienico-sanitario: prima e dopo che il medico veterinario ha effettuato alcuni prelievi, decine di carcasse, molte delle quali con le viscere che fuoriescono dal corpo, vengono abbandonate in un campo all’esterno dell’allevamento. Questa pratica può contaminare il terreno e, potenzialmente, le falde acquifere sottostanti, ma anche essere causa di diffusione di malattie sia internamente che esternamente all’allevamento. Difatti la legge prevede invece che i resti degli animali morti vengano conservati in apposite celle frigorifere stagne.
L’allevamento è stato denunciato da Essere Animali ai Carabinieri Forestali di Forlì-Cesena.
Brenda Ferretti, responsabile campagne di Essere Animali, afferma: «Queste immagini dimostrano ancora una volta quanto le politiche di benessere animale di Lidl siano estremamente scadenti in maniera trasversale non solo per i polli ma anche per le altre specie. Dopo oltre due anni di campagna e richieste di adesione agli standard dello European Chicken Commitment, sollecitiamo ancora una volta Lidl a impegnarsi a fare di più iniziando dai polli, gli animali terrestri numericamente più allevati. Recentemente, oltre che in Francia, anche Lidl Germania ha sottoscritto una politica allineata all’ECC, il che dimostra la fattibilità delle nostre richieste. È ora che anche in Italia Lidl prenda una posizione e un impegno per i polli».