Patrizio Pelizzi, la passione di essere attore

Interviste & Opinioni

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Il cammino artistico di un attore che ha saputo toccare il cuore del pubblico attraverso il fotoromanzo, il teatro e il cinema.

Nel panorama artistico italiano, pochi possono vantare una carriera così ricca e diversificata, capace di spaziare tra generi e forme espressive differenti. In questa intervista esclusiva, l’attore Patrizio Pelizzi condivide il suo percorso professionale, partendo dalle prime esperienze nei fotoromanzi fino alla sua passione per il teatro e il cinema, offrendo anche riflessioni sul suo mestiere e sulla vita.

Un inizio precoce e il fascino intramontabile dei fotoromanzi

La sua passione per la recitazione è sbocciata in giovane età, “Ho iniziato a recitare nei fotoromanzi quando avevo solo cinque – sei anni, per la rivista “Ragazza Inn”, sotto la direzione di Renato Campeti. In quel periodo, ho anche partecipato a spot pubblicitari per marchi iconici come Cornetto Algida e Bastoncini Findus.” Patrizio Pelizzi dichiara.

Durante l’adolescenza e la vita adulta, l’attore ha proseguito la sua carriera nel mondo dei fotoromanzi, collaborando con registi come Carlo Micolano,  Oscar Sciamanna  e  Giovanni Napoli per il settimanale “GrandHotel” ed ancora,  con la rinomata casa editrice “Lancio”. Ha avuto l’onore di lavorare con nomi illustri, Pascal Persiano, Fabio Fulco, Roberto Farnesi, Caterina Balivo, Alessandra Cellini, Ilary Blasi (per i mensili Sogno, Kolossal, Letizia e Charme),inoltre, con il settimanale francese “Nous Deux” con l’indimenticabile regista Massimo Tonna.

Fotoromanzo, arte e emozione

Il fotoromanzo, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha rivestito un ruolo cruciale nel promuovere la lettura tra le persone meno istruite, grazie all’uso delle immagini. Si trattava di una sorta di opera lirica capace di toccare il cuore dei lettori. Oltre a raccontare storie d’amore romantiche, il fotoromanzo affrontava anche diverse tematiche sociali, come le crisi economiche, la disoccupazione, il bullismo, le malattie e i femminicidi. Questo genere si caratterizza per la mimica facciale e fisica, creando un impatto immediato sul pubblico. Molti attori e attrici celebri del passato, come Giorgio Albertazzi, Vittorio Gassman, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Massimo Serato, Franco Gasparri, Massimo Ciavarro, Sebastiano Somma, Ray Lovelock, Maurizio Merli, Claudio Amendola, Alain Delon e Philippe Leroy, hanno alternato il fotoromanzo con il mondo audiovisivo. Un aspetto affascinante del fotoromanzo è la possibilità di tornare indietro su una pagina o su una fotografia, un po’ come la memoria che isola un momento significativo.

Storie e personaggi in scena

Patrizio Pelizzi racconta: “Nel corso della mia carriera, ho sempre spaziato tra diverse forme d’arte, teatro, cinema, doppiaggio, spot pubblicitari e fotoromanzi. Le serie televisive hanno avuto un ruolo significativo nel trattare tematiche sociali e umane. Conservo un bel ricordo della serie “Crimini bianchi”, diretta da Alberto Ferrari, che affrontava il tema della malasanità. In quella produzione, ho interpretato un attento Capitano dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico. Ricordo con affetto anche le serie “Distretto di Polizia”, diretta da Alessandro Capone, “Questa è la mia terra”, sotto la regia di Raffaele Mertes, e “Un posto al Sole”, diretta da Bruno Nappi. Ho accumulato molti ricordi anche sui set cinematografici, collaborando con registi e attori come Pupi Avati, Umberto Marino, Emanuela Piovano, Mariantonia Avati, Anton Corbijn, Sergio Castellitto, Sharon Stone, Anna Valle, Riccardo Scamarcio, Alessio Boni, Andrea Costantini e Alfredo Peyretti. Ogni ruolo che interpreto è essenziale per trasmettere emozioni che riflettono i dolori e le gioie della società. L’attore è, in fondo, un esploratore delle anime.”

 Il potere del teatro

“Il teatro rappresenta una forma di terapia per ogni artista e per chiunque lo pratichi, anche,  a livello amatoriale. Per crescere come individuo, è fondamentale affrontare costantemente le proprie paure e ostacoli. È un processo di psicoanalisi ininterrotto, una vera e propria palestra sia mentale che fisica. Per questo motivo lo adoro”, dice l’attore.

Ogni ruolo che ho interpretato è stata una sfida personale. Conservo un ricordo speciale del mio personaggio Laerte nell’ “Amleto” di William Shakespeare. Ho anche apprezzato molto lo spettacolo “Ti bacio la Notte”, diretto da Ornella Mereghetti, che ho portato in scena al Teatro Ghione di Roma nel 2019. La storia ruotava attorno all’attesa di un amore intenso, ma purtroppo tormentato.

Progetti futuri e nuove sfide

Nonostante le difficoltà legate ai finanziamenti, l’attore continua a guardare al futuro con determinazione. Ha recentemente recitato e scritto un cortometraggio, attualmente in attesa di essere presentato in qualche festival. Inoltre, a Natale uscirà il sequel del fotoromanzo “L’hôtel du Diamant Bleu” sulla rivista francese “Nous Deux”. Nel marzo 2025, sarà protagonista nel film “L’orto americano”, diretto dal Maestro Pupi Avati. Ha partecipato nel ruolo di un integerrimo Giudice. Il  film è stato presentato in anteprima internazionale alla Biennale di Venezia. Nel cast figurano Massimo Bonetti, Andrea Roncato, Filippo Scotti, Rita Tushingham, Robert Madison, Filippo Velardi, Luigi Monfredini, Luca Bagnoli, Claudio Botosso, Chiara Caselli, Armando De Ceccon, Morena Gentile, Holly Irgen, Romano Reggiani e Roberto De Francesco.

Attualmente, sta lavorando alla scrittura di due nuove sceneggiature. “Il nostro è un mestiere straordinario ma incerto, che richiede amore, passione, dedizione e una pazienza infinita.”, afferma Pelizzi.

Patrizio Pelizzi, attore versatile e appassionato, catturato in una serie di espressioni intense che riflettono la sua profondità artistica

“Patrizio Pelizzi, attore che trasmette emozioni attraverso ogni ruolo, dal teatro al cinema, passando per il fotoromanzo

Un uomo di valori e fede

Non è solo un artista, ma anche un uomo con principi solidi, “Aspiro alla libertà di pensiero, alla pace e al rispetto reciproco. Mi infastidiscono la violenza, l’ipocrisia, l’invidia sociale e l’indifferenza.” La sua fede rappresenta un sostegno quotidiano e una guida nei momenti difficili: “Senza fede non c’è speranza e amore.”

In questa intervista si delinea il ritratto di un uomo profondo e impegnato, desideriamo esprimere la nostra sincera gratitudine per il tempo che ha dedicato al nostro giornale, condividendo con noi la sua esperienza e la sua visione.

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