WWF, UE e anti-deforestazione

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Gli stati membri respingono il tentativo di annacquare il regolamento UE sulla deforestazione

Mentre il Governo italiano continua a remare contro il Regolamento anti-deforestazione, la maggioranza degli Stati membri dell’Unione Europea si oppone agli emendamenti approvati dal Partito popolare europeo insieme alle destre.

Il Consiglio dell’Unione europea ha respinto inequivocabilmente qualsiasi tentativo del Partito popolare europeo e delle destre di svuotare di significato il Regolamento anti-deforestazione, un provvedimento essenziale per fermare la produzione e la commercializzazione di alcuni prodotti derivanti da operazioni di deforestazione o degrado forestale.

Il messaggio al Parlamento europeo è chiaro: serve certezza normativa per tutelare l’ambiente, le foreste e le imprese che si sono già adeguate agli obiettivi del Regolamento.

Ritardare di un anno il Regolamento comporta già di per sé un grave passo indietro nella lotta globale contro la deforestazione. Qualsiasi ulteriore rinvio o indebolimento porterebbe, non solo ulteriore incertezza per produttori e operatori commerciali, ma rischierebbe di vanificare l’obiettivo di arrestare la deforestazione e il degrado forestale a livello globale.

Adesso Consiglio e Parlamento europeo avvieranno un negoziato per approvare un testo finale condiviso. In un momento in cui le foreste sono sull’orlo del collasso, serve dare piena e rapida attuazione al Regolamento.

 

Dante Caserta, Responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia, dichiara: “La decisione del Consiglio UE è una buona notizia per le foreste del mondo. Lo è meno per il Governo italiano che da sempre tenta di sabotare il Regolamento deforestazione. Il tentativo degli europarlamentari del Partito popolare europeo e delle destre di annacquare il regolamento per ora si rileva vano. Auspichiamo che il Consiglio, in sede di negoziato con il Parlamento europeo, mantenga la sua posizione affinché il Regolamento venga applicato al più presto senza nessuna modifica. Il rinvio di un anno è già un danno ai “polmoni” del Pianeta indispensabili per la nostra vita. Ulteriori ritardi o modifiche avrebbero effetti devastanti”

Foto di Helga Kattinger da Pixabay

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